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VERSO LE ELEZIONI/ L’EURODEPUTATO DECARO PRONTO A RITIRARSI DALLA CORSA REGIONALE SE EMILIANO DOVESSE CORRERE PER IL CONSIGLIO

La segreteria nazionale del Pd ipotizza un incarico temporaneo in attesa di candidare il presidente al Parlamento.

Sono entrambi molto determinati. Ed entrambi si sono rivolti alla leader del Pd, Elly Schlein, in modi diversi, perché intervenga a sbrogliare l’ultima matassa che riguarda il centrosinistra pugliese.

Si prospetta un nuovo braccio di ferro tra Antonio Decaro, predestinato a correre da candidato presidente, e l’attuale governatore Michele Emiliano.

Sono entrambi molto decisi, si diceva. Emiliano a candidarsi a consigliere nelle liste del Pd, conclusi i dieci anni da presidente. Proposito che potrebbe essere seguito anche dall’ex governatore Nichi Vendola (con le insegne di Avs). Altrettanto determinato è Decaro a fare in modo di sventare il progetto, per l’uno e per l’altro: per evitare la singolare condizione di dover convivere in Consiglio con l’ingombrante presenza di due ex presidenti. Tutto questo sapendo che Vendola appartiene a una formazione diversa dal Pd (ma ci torniamo).

Sembrava che fosse stato il solo Decaro ad aver invocato l’intervento di Schlein. Invece anche Emiliano ha portato le proprie argomentazioni alla segretaria. Un atteggiamento comprensibile, si può dire, da parte di due esponenti del Pd (anche se Emiliano non è formalmente iscritto perché magistrato in aspettativa).

Decaro mette sul tavolo la propria forza elettorale, che lo fa apparire come predestinato alla carica di governatore. E pone con forza la questione. Facendo balenare l’ipotesi di ritirarsi dalla competizione in caso si trascurasse il suo punto di vista. Schlein non ha alcuna voglia di farlo: perché sa che Decaro potrebbe portare alla vittoria il centrosinistra. E perché ha interesse affinché Decaro sia vincolato a un ruolo istituzionale, visto che l’ex sindaco è elemento di spicco della corrente di Stefano Bonaccini e da più parti viene indicato come possibile concorrente alla segreteria, nel caso si aprisse la corsa alla leadership.

Per ora Schlein non è intervenuta. Non si sa se lo farà ma pare stia ascoltando le ragioni dell’uno e dell’altro. E infatti non vuole restare indifferente neppure alle richieste di Emiliano. Il quale in queste ore sta facendo sapere ai suoi interlocutori, anche a Roma, che delle sue intenzioni erano tutti informati. Compreso, si capisce, anche lo stesso Decaro.

Emiliano vuole chiudere il cursus honorum con un ruolo da parlamentare: e la leader del Pd non ha nulla in contrario sul punto. Ma le elezioni cadono nel 2027 e non sarebbe immaginabile un ritorno in magistratura per il governatore, sia pure per poco meno di due anni. Da qui la sua idea di «aspettare» la candidatura a Roma con un seggio da consigliere regionale.

Decaro non vuole. Cosa si potrebbe congegnare per accontentare l’uno e l’altro? Un’ipotesi che circola in questi giorni è che Decaro, una volta conquistata la presidenza della Regione, possa nominare Emiliano come assessore esterno (uno dei due concessi dallo Statuto). Sarebbe un ruolo diverso da quello di consigliere: lo terrebbe lontano dall’Aula, eviterebbe che Emiliano possa assumere un protagonismo che darebbe noia a Decaro e soprattutto sarebbe sotto la vigilanza del presidente. Che ha il potere di nomina ma pure di revoca dell’assessore.

Avanza un altro ragionamento tra i decariani. Se cade la progettata candidatura di Emiliano, verrebbe meno pure quella di Vendola. Che, non a caso, è sorta dopo le prime indiscrezioni sulle intenzioni di Emiliano ed è stata concepita per attrarre consensi alla lista di Avs. Ad ogni modo, se si ponesse la necessità, il Pd potrebbe porre la questione ad Avs. Ma solo come sollecitazione, una sorta di moral suasion per il bene della coalizione. Mino Di Lernia, segretario regionale di Sinistra italiana (una delle due componenti di Avs), è fermo: «Nessuno finora si è fatto sentire. Ma se arrivasse una richiesta, vorremmo fosse accompagnata da una motivazione. Solo così si potrebbe risolvere la questione. Ma certo mai con un diktat. Non ne facciamo, non ne subiamo».

corrieredelmezzogiono