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VERSO LE REGIONALI/ RETROSCENA DELLA GUERRA NEL PD. EMILIANO-DECARO, IL GIALLO DEL PATTO. IN DUE INCONTRI, L’ULTIMO A MAGGIO, IL VIA LIBERA DELL’EX SINDACO AL GOVERNATORE IN LISTA

«Chi può mettere armonia tra Michele e Antonio?». «Solo Papa XIV, ci vorrebbe una grazia…». La battuta è la sintesi di un dialogo tra la Gazzetta e una fonte na­zionale del Pd. Il conflitto tra il candidato presidente Antonio De­caro e il governatore uscente Mi­chele Emiliano è ormai deflagra­to: l’eurodeputato chiede il ritiro della candidatura del predecesso­re, mentre il diretto interessato rivendica non solo la legittimità della sua partecipazione alle pros­sime elezioni, ma anche di aver raccolto il via libera dell’ex sin­daco di Bari in ben due riunioni (su questo passaggio l’eurodepu­tato però non conferma né repli­ca).

Abbiamo provato a ricostruire, con riscontri incrociati, le due riu­nioni nelle quali Emiliano e Decaro, in presenza di testimoni, avrebbero discusso della presenza nelle liste del Pd del presidente uscente. La prima è stata in un pranzo post inaugurazione dell’anno accademico del Politec­nico: a tavola, davanti ai rinomati spaghetti all’assassina di «Chez Jo» di via Einaudi, i due leader, accompagnati da Francesco Paolicelli, Domenico De Santis, Ubal­do Pagano, Marco Lacarra e Pino Giulitto, avrebbero discusso il no­do politico senza nessuna incom­prensione.

 Il bis? Nel maggio scor­so, nella sede del Pd Puglia in via Re Davis: alla presenza dei par­lamentari e dello stesso De Santis, la replica di una discussione che sembrava appianata. Sulla vicen­da dall’entourage di Decaro non filtrano dichiarazioni. Solo chi ha sentito l’europarlamentare dopo la lettura dei quotidiani che rac­contavano lo scontro, ha riferito di uno stato d’animo (inevitabil­mente) crucciato e che nelle riu­nioni sarebbe parlato “genericamente” di scenari elettorali, men­tre da Roma non arriva nessuna reazione. Il Nazareno, in queste ore, è stato alle prese con un lavoro a Bruxelles per evidenziare il peso del Pd nell’arginare la mozione di sfiducia delle destre contro la von der Leyen.

Giovedì sera, intervenuto a Polignano a Mare per il libro pos­sibile, Emiliano non ha nascosto il suo sconcerto per l’incomprensio­ne crescente con il suo ex delfino: questo sentimento è stato oggetto j anche di un fitto scambio di messaggi con Elly Schlein. La leader, secondo altre indiscrezioni, i avrebbe chiarito di non aver nes­suna intenzione di sbarrare la strada alla candidatura del pre­sidente uscente (fermo restando ‘ che c’è un iter statutario per le I liste). Sarà così? A stretto giro la diatriba dovrà essere oggetto di un chiarimento politico ai massimi livelli.

La querelle, commentata solo a microfoni spenti nel centrosini­stra pugliese, solletica gli storici rivali di Emiliano, ovvero i vertici di Italia Viva. Non a caso i renziani Davide Faraone e Teresa Bellanova, si schierano con De­caro: «Per la candidatura alla pre­sidenza della regione Puglia – attacca il parlamentare siciliano – Italia Viva ha espresso sin dal pri­mo momento il sostegno ad Antonio Decaro. Possiede il profilo adatto per vincere le elezioni ed essere un ottimo presidente. Cre­diamo si debba fare in fretta. Bi­sogna costruire una coalizione larga con tutti i soggetti che si riconoscono nel centrosinistra». Sulla stessa linea l’ex ministro salentino: «Decaro – aggiunge la Bel­lanova – ha tutte le caratteristiche per fare bene. Va indicato subito come candidato e gli va ricono­sciuta l’autonomia per costruire liste e squadra di governo.

Inoltre, serve un programma per la Puglia che le garantisca un rilancio eco­nomico e sociale». Decaro per i centristi deve fare liste avendo «carta bianca», ovvero con la fa­coltà di escludere Emiliano.

Oggi pomeriggio, intanto, c’è a Bari un incontro sui temi di la­voro e guerra promosso da Rifondazione comunista, partito molto critico verso Decaro: saranno pre­senti al dibattito il coordinatore regionale 5S Leonardo Donno e Mimmo Lomelo, dirigente nazio­nale dei Verdi, oltre a Roberto Voza, portavoce della Giusta causa, associazione vicina a Michele Laforgia, molto critica delle posizio­ni assunte in Europa sui temi del­la Difesa dal Pd. In quella sede si misurerà la consistenza dell’ipo­tesi (paventata dal capo politico dei 5S Giuseppe Conte) di una cor­sa autonoma da Decaro, se non si riscontrerà il giusto rinnovamen­to.

gazzettamezzogiorno