Menu Chiudi

SANITÀ GARGANICA/ FINALMENTE LE CASE DI COMUNITÀ A CAGNANO, CARPINO, MANFREDONIA, MONTE S. ANGELO, PESCHICI, RODI, S. GIOVANNI ROTONDO, S. MARCO IN LAMIS, VICO E VIESTE. GLI OSPEDALI DI COMUNITÀ: A FOGGIA, MONTE S. ANGELO, S. MARCO IN LAMIS, S. NICANDRO, VICO E VIESTE

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza investe sulla sanità pugliese circa 645 milioni di euro. La Regione Puglia ha scelto come indirizzare gli investimenti che, in provincia di Foggia, potenziano la rete ospedaliera esistente.

“La grande novità spinta dal PNRR sono le case di comunità. Ne abbiamo individuate 27 in provincia di Foggia: ad Accadia, Apricena, Biccari, Bovino, Cagnano Varano, Carpino, Cerignola, due a Foggia, Lucera, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Orsara di Puglia, Peschici, Pietramontecorvino, Rocchetta Sant’Antonio, Rodi Garganico, San Giovanni Rotondo, San Marco in Lamis, San Paolo di Civitate, Serracapriola, Stornarella, Torremaggiore, Troia, Vico del Gargano e Vieste si realizzano con 18 milioni
601 mila e 500 euro del PNRR; a Candela con altri fondi disposti dalla Regione Puglia. Le Case di Comunità consentiranno, in particolare ai malati fragili e cronici, di accedere a strutture dotate di team multidisciplinari con medici di medicina generale, pediatri, medici specialisti, infermieri e assistenti sociali, per beneficiare di vari servizi sanitari, senza aggravare ulteriormente gli ospedali”.

“Gli ospedali di comunità sono 9: a Foggia, Monte Sant’Angelo, San Marco in Lamis, San Nicandro Garganico, Vico del Gargano, Vieste e Volturino saranno realizzati con 10 milioni 436 mila e 296 curo del PNRR; a Panni e Torremaggiore con altri fondi disposti dalla Regione Puglia. Gli ospedali di comunità sono quelle strutture sanitarie con massimo 20 posti letto destinati al ricovero breve e a pazienti che necessitano di interventi sanitari di media o bassa intensità clinica. Sono strutture che contribuiscono a migliorare l’ appropriatezza delle cure, riducono gli accessi impropri in ospedale, facilitano la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere a a casa propria, consentendo alle famiglie di organizzare la presa in cura del proprio caro”.

Poi prosegue: “Altra grande novità della sanità italiana, decisiva per vincere la sfida dell’assistenza a casa e della migliore gestione dei bisogni di salute, sono le Centrali Operative Territoriali, in sigla le COT. Ne abbiamo previste una in ogni distretto della Capitanata e hanno la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza urgenza. Si realizzeranno con 899 mila 622 euro del PNRR a Cerignola, Foggia, Lucera, Manfredonia, San Severo e Troia.

Con ben 21 milioni e 302 mila euro complessivi concentriamo in Capitanata importantissimi investimenti tecnologici. Con circa 13 milioni di euro la digitalizzazione delle strutture ospedaliere del Dipartimento Emergenza e Accettazione Il livello e CUP del Policlinico Riuniti di Foggia. Con oltre 3 milioni e 200 mila euro ciascuno, tutti i reparti e i servizi ospedalieri del Presidio Ospedaliero di Cerignola e di quello di San Severo saranno potenziati tecnologicamente nel sistema informativo ospedaliero sanitario, nel sistema integrato di accoglienza, nei servizi di consulenza e cybersecurity. Il Presidio Ospedaliero di Cerignola sarà inoltre la sede di un progetto di digitalizzazione di valenza regionale: con 1 milione e 850 mila euro sarà realizzato un sistema di gestione del rischio clinico e di incident reporting, con cui si segnalano eventi avversi e problemi organizzativi, che impatterà su tutta la rete regionale dei DEA di I e II livello.

Una nuova sanità più vicina a casa – conclude -, più amica e in rete grazie a telefonini, computer, orologi da polso intelligenti. Dove in ospedale ci si va solo nei casi più gravi. Eccola, la lezione più importante che la pandemia ci impone di apprendere.
L’Italia ha scelto di investire oltre 15 miliardi per un efficace miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale, per rendere le strutture più moderne, digitali e inclusive, garantire equità di accesso alle cure, rafforzare la prevenzione e i servizi sul territorio promuovendo la ricerca. Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina sono la chiave con cui, dopo la pandemia, reinterpretiamo il valore universale della salute e la sua natura di bene pubblico fondamentale, focalizzandoci sugli obiettivi di rafforzare la rete territoriale e ammodernare le dotazioni tecnologiche”.