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Il vescovo Castoro: “un anno di rinascita spirituale per un progresso culturale, civile e sociale”

Buon Anno a tutti.

 

All’inizio di questo nuovo Anno desidero rivolgere a tutti un pensiero di augurio all’insegna della speranza e della fiducia, affinché possiamo, insieme, vincere i due pericoli più gravi che oggi sembrano paralizzare ogni tentativo di uscita dalla attuale crisi: lo scoraggiamento da un lato, che ci rende schiavi degli eventi, e l’indifferenza dall’altro di chi pensa di poterne uscire da solo. Siamo consapevoli che l’attuale crisi economica sta mettendo a dura prova un po’ tutti, in special modo le famiglie esposte sempre più a cambiamenti imprevedibili, i giovani perché non trovano lavoro, le istituzioni che sembrano come impotenti e, infine, l’intera società che appare disorientata e disillusa per un futuro che da promessa sembra si sia trasformato in minaccia. Essa rischia di minare alle radici le relazioni e i legami ad ogni livello: familiare, sociale, istituzionale. Tutti sappiamo che tale crisi non è dovuta solo al malfunzionamento di certuni meccanismi puramente economici, quanto piuttosto ad una più radicale e profonda crisi etica che ha visto il venire meno di quei valori che sono alla base dell’insegnamento di Gesù e sono universalmente condivisibili, tanto da aver forgiato la storia della nostra Europa e della nostra Italia repubblicana, la quale ha una costituzione che afferma il primato del lavoro sul capitale, riconosce e difende la dignità di ogni persona, promuove la tutela dei deboli tramite una triplice solidarietà: politica, economica e sociale. Cosa fare allora perché il nuovo Anno non sia la fotocopia sbiadita di quello passato? Potremo uscire dalla crisi solo se ognuno di noi metterà mano ad una personale rinascita interiore, etica e spirituale, per diventare costruttore di legami sociali non più fondati sulla logica del profitto e del puro scambio, ma sul principio evangelico della carità, che, se da un lato esige la giustizia come sua condizione necessaria, dall’altro può innescare la logica del dono e della cura reciproca. Solo su questa scia potremo vincere quell’individualismo che invece ci ha portati a una tale deriva. Nessuno però può rinascere da solo, o farlo solo per se medesimo. Se lo farà ricadrà nel proprio egoismo. E non c’è rinascita dall’egoismo se non tramite l’esperienza di un grande atto di altruismo che ci sorprenda e ci spiazzi, come quello messo in atto da Dio nei nostri confronti con la nascita di suo Figlio. Il Vangelo ci ricorda, infatti, che bisogna rinascere dall’alto. In quelle altezze dove fede e ragione si incontrano per indicare a tutti, credenti e non credenti,  la via da seguire in libertà e verità. Questo significa che non siamo soli e che abbiamo la certezza che, oltre la crisi,  la nostra rinascita è già cominciata. Ha preso inizio da quella culla di Betlemme, dove quel Bambino Figlio di Dio ha incarnato in sé il volto nuovo a cui ognuno di noi, in tutta libertà e responsabilità, aspira come al suo vero compimento. Perciò, senza dimenticare le difficoltà e le fatiche che un percorso di tal genere richiede, auguro che questo nuovo anno ridisegni in ognuno di noi e in ogni ambiente, quel volto interiore di uomo nuovo che è rifulso sul volto di Gesù di Nazareth.

Buon Anno a tutti
+ Michele Castoro, arcivescovo