Nel frattempo, in mancanza di contratti e di tetti di spesa certi rispetto a quanto erogato, le cliniche hanno effettuato ulteriori prestazioni. Rimborsate? Niente affatto. Inoltre la casa di cura di Vieste pare indirizzata verso la chiusura. La natura del contendere riguarda la fissazione degli importi che la Asl di Foggia e la Regione Puglia riconoscono annualmente alle strutture accreditate.
La casa di cura Filippo Turati di Vieste si rivolge direttamente al presidente della Repubblica per il riconoscimento dei tetti di spesa dell’anno 2013. Il ricorso al Capo dello Stato nasce in seguito alla revoca in autotutela della delibera n. 99 del 17 febbraio 2014 "fissativa dei tetti di spesa per singola Casa di Cura valevoli per l’anno 2013" e la ASL di Foggia, che insieme alla Regione Puglia risponderà davanti al Consiglio di Stato, corre ai ripari nominando un suo legale di fiducia (Raffaele Daloiso). Tra la delibera ritirata e la nuova approvata" c’è uno scarto di 200 mila euro al centro della controversia legale. La natura del contendere riguarda la fissazione degli importi che la Asl di Foggia e la Regione Puglia riconoscono annualmente, alle strutture accreditate con le quali hanno stipulato appositi contratti: proprio un mese fa i big della sanità privata tuonavano contro lo scandalo perpetrato dal management foggiano che, a distanza di due anni, non ha ancora messo nero su bianco gli importi da destinare alle cliniche convenzionate (sprovviste, tra l’ altro, di regolari contratti a causa dei ritardi dell’azienda sanitaria locale). A febbraio del 2014 con la delibera che oggi a Turati mette sotto la lente di ingrandimento del Capo dello Stato, il direttore generale Attilio Manfrini disponeva che "per gli anni successivi, 2013 e seguenti, la spesa relativa all’ acquisto di prestazioni da erogarsi in regime di ricovero da parte di strutture private accreditate, è pari quella sostenuta nell’ anno 2012, nel rispetto delle decurtazioni previste dal Piano di Rientro" e che ai fini della contrattualizzazione per l’anno 2013, le M.SS.LL. provvederanno a definire accordi provvisori per i primi sei mesi dell’anno, sulla scorta di quanto contrattualizzato nel corso dell’anno 2012, in attesa che si perfezionino i processi di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento dei cambi nosologici e delle aggregazioni aziendali". Con questa deliberà, la 99 del febbraio scorso, la ASL definiva il perimetro delle prestazioni della Turati per un tetto di euro 792.689,26 a fronte di un investimento totale di oltre 20 milioni per il pagamento di tutte le strutture accreditate nel territorio. Successivamente, però, cambiano le carte in tavola: il 4 aprile una nuova delibera revoca la precedente rideterminando gli introiti per le strutture del foggiano ed affidando alla Turati un importo totale di euro 504.631,58. Da qui, quindi, ne consegue il ricorso al Capo di Stato. Per quale ragione è stata revocata la delibera del febbraio 2014? Lo si apprende nell’aprile successivo: "Tale procedimento è stato contestato nella parte in cui non rispetta le previsioni della DGR n. 3007 del 1 27/12/2012 laddove le singole AASSLL provinciali sono state invitate a definire con le Case di Cura accordi provvisori per i primi sei mesi dell’anno, sulla scorta di quanto contrattualizzato nel corso dell’anno 2012. Inoltre, poiché i processi di autorizzazione all’esercizio e di accreditamento dei cambi nosologici, che dovevano terminare nel primo semestre del 2013 non sono stati portati a compimento in tale periodo, anche per la restante frazione dell’anno 2013 si ritiene di dover fare riferimento ai contratti sottoscritti per l’anno 2012", si legge in delibera. Nel frattempo, in mancanza di contratti e di tetti di spesa certi rispetto a quanto erogato, le cliniche hanno effettuato ulteriori prestazioni. Rimborsate? Niente affatto: "Le prestazioni rese in surplus ai tetti invalicabili di remunerazione non saranno ammesse alle procedure di liquidazione in forza della specifica disposizione portata dalla legge regionale n.12 del 2010". Inoltre la casa di cura di Vieste pare indirizzata verso la chiusura, con l’aggiunta del licenziamento di 15 dipendenti tra infermieri, medici, personale sanitario e inservienti. Con la chiusura della clinica. "Daunia" della fondazione Turati, si perdono 30 posti letto che però saranno recuperati nel reparto di riabilitazione psicomotoria, che passerà dunque a 60 pl. All’interno della struttura del Gargano, dunque, lo scontro tra i vertici aziendali e le sigle sindacali è molto alto, anche a causa dei licenziamenti che in un primo momento non avrebbero dovuto avere luogo, salvo poi registrare una brusca ed inaspettata sterzata degli ultimi giorni. Non sono da escludere nuovi incontri tra le parti, anche se la strada della protesta e delle manifestazioni sembra essere quella più accreditata.
Michele Cirulli
L’attacco
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