Non solo la verifica – chiesta dal ministero dei Trasporti dopo la tragedia di Genova – su ponti e strade. Ma un rapporto completo sullo stato delle infrastrutture pugliesi, rapporto che dovrebbe essere pronto entro febbraio per elaborare poi un piano di intervento. È questo l’obiettivo del tavolo tecnico istituito dall’assessore ai Lavori pubblici, Gianni Giannini, che ha coinvolto i Comuni dell’Anci, l’Anas, i Consorzi di bonifica, l’Aqp e i gestori ferroviari: strade, ponti, binari, ma anche opere che si trovano nel territorio comunale come scuole, ospedali ed edifici pubblici, grandi linee di adduzione idrica e dighe. La mappa verrà definita attraverso una ricognizione effettuata dai singoli proprietari delle infrastrutture (parteciperanno anche le Province), che dovranno compilare una scheda tecnica per la raccolta dei dati sotto la regia dell’Agenzia per lo sviluppo del territorio (Asset) che si occuperà dell’analisi e della redazione dell’accordo. «Abbiamo concordato – spiega Giannini – una linea di condotta innovativa, utile alla conoscenza e alla definizione omogenea delle problematiche relative alle infrastrutture pugliesi. Oltre a conoscere lo stato di salute delle singole opere, vogliamo avere uno strumento fondamentale per le prossime programmazioni dei fondi regionali, statali ed europei». Nelle scorse settimane, a valle della tragedia di Genova, c’era stata una polemica per le parole di Giannini, cui il ministero aveva chiesto di compilare entro 10 giorni (cioè entro il 30 agosto) un elenco delle infrastrutture a rischio sul territorio pugliese. La Regione alla fine ha in qualche modo ottemperato, chiedendo ai singoli proprietari di segnalare le eventuali criticità e trasmettendo al Provveditorato per le opere pubbliche un elenco di oltre 100 infrastrutture pubbliche che presentano situazioni di rischio. Un monitoraggio necessariamente affrettato e poco dettagliato, mancando di verifiche tecniche approfondite: lo stesso compito è stato affidato ai Comuni e alle Province, che dovrebbero incaricare tecnici esterni per compiere le perizie necessarie sui manufatti, senza tener conto della mancanza di fondi per operazioni di questo genere. In Puglia non è mai stato effettuato un monitoraggio delle opere pubbliche a rischio crollo, né tantomeno una stima delle risorse necessarie alla messa in sicurezza. Tuttavia la gran parte delle infrastrutture di grande comunicazione ha più di 30-40 anni, e su moltissime strade di competenza provinciale ponti e cavalcavia non ricevono manutenzione straordinaria ormai da anni. Stesso discorso per il patrimonio edilizio nelle città che, secondo l’Anci, al Sud vedrebbe 250mila costruzioni a rischio crollo.