«I dispositivi avanzati per la cura del diabete devono essere prescritti a chi ne ha realmente bisogno, e questo può avvenire soltanto in centri che garantiscano la presenza della necessaria professionalità». Il professor Francesco Giorgino, direttore del dipartimento di Endocrinologia del Policlinico di Bari, è il coordinatore scientifico del comitato che ha stabilito le regole per l’utilizzo dei dispositivi «flash» (i misuratori del glucosio senza ago), dei microinfusori e delle terapie avanzate, stabilendo anche i requisiti di chi dovrà prescriverli. «La Puglia – dice – ha fatto una scelta nell’interesse dei pazienti. In alcune regioni c’è un centro prescrittore unico, noi abbiamo stabilito le linee guida con la partecipazione delle associazioni dei malati e delle tre società scientifiche di diabetologia. E stiamo lavorando per venire incontro a tutte le richieste».
Ieri, infatti, la Regione ha prorogato di altri 30 giorni (fino al 15 marzo) la sospensione delle nuove regole, in attesa di una delibera che aumenterà il numero di centri abilitati a erogare i dispositivi (due per i bambini e nove per gli adulti): «I dispositivi avanzati – spiega Giorgino – danno un beneficio se ne viene fatto un utilizzo ottimale. Il microinfusore consente di erogare insulina ai pasti, ma è necessario addestrare il paziente a calcolare quanta insulina occorre prima di mangiare un piatto di pasta, e bisogna assicurargli la disponibilità di uno specialista pronto ad assisterlo in ogni momento della giornata in caso di problemi. E questo non è possibile in tutti gli ospedali. Abbiamo chiesto alle direzioni sanitarie di certificare il possesso dei requisiti minimi, che in alcuni casi non sono rispettati. Alcuni non ci hanno nemmeno risposto. Stiamo facendo uno sforzo per far rientrare ulteriori strutture, specialmente per l’assistenza pediatrica. Lo facciamo, appunto, nell’interesse del paziente, non in quello dei medici che protestano».
L’altro tema caldo sono dispositivi di tipo flash che sostituiscono l’ago: permettono di misurare il glucosio nel sangue con una striscetta di carta applicata sulla pelle. La multinazionale Abbott, che produce il «Freestyle», ha chiesto alla Puglia 45 euro a pezzo, contro i 35 pagati dalle altre Regioni. «Gli studi clinici – spiega glicemia Giorgino – dimostrano che il “flash” operato da un riduce la frequenza con cui il diabetico medico va incontro a un episodio di ipoglicemia. E dunque è indicato per i pazienti che fanno uso di insulina, per quelli che hanno necessità di controllo frequente della glicemia, per i bambini che devono prendere l’insulina quattro volte al giorno. Noi abbiamo seguito un percorso basato sull’evidenza, anche perché le risorse economiche non sono infinite: ciascun problema ha la sua soluzione ottimale». I 45 euro significano un salasso da 8 milioni l’anno per le casse delle Asl, proprio perché la Puglia ha scelto di fornire gratuitamente il Freestyle solo ad alcune categorie di malati (circa 27mila, di cui 800 bambini, su oltre 300mila diabetici). La Abbott dunque si è detta disponibile ad abbassare il prezzo solo se la Regione acquisterà un numero maggiore di dispositivi. Per il momento infatti la Asl Bat, capofila, non ha aggiudicato il contratto di fornitura dei dispositivi, e sta valutando se segnalare l’azienda farmaceutica al Garante per la concorrenza.