Sempre più complicato muoversi nel ginepraio di sentenze, ordinanze, interpretazioni e contenziosi vari che stanno via via modificando l’applicazione del piano casa nei vari comuni pugliesi. E così, proprio per fare il punto della situazione, s’è svolta ieri mattina a Bari – nella sede dell’Assessorato regionale alla Pianificazione Territoriale – la riunione convocata dall’assessore regionale all’Urbanistica Alfonsino Pisicchio con Anci, Ance e ordini professionali sul Piano Casa, all’indomani appunto delle sentenze amministrative e di alcune interpretazioni normative che hanno generato scarsa chiarezza negli uffici di diversi Comuni. In particolare, la norma sulla deroga alla destinazione urbanistica di zona, oggetto di non poche decisioni adottate dal Tribunale amministrativo della Puglia, con la non remota possibilità di generare altre speculazioni edilizie. Il problema è che negli ultimi anni, anche a causa dello scarso peso degli enti deputati ad adottare i piani per combattere l’emergenza casa nei comuni grandi e piccoli della regione, la legge è stata ritoccata senza modifiche sostanziali. Ricorrendo in troppi casi a diverse proroghe. In realtà sarebbero state secondo i più critici allargate le maglie che, a loro volta, hanno aperto la strada alla costruzione di complessi edilizi -spesso lasciati a metà dopo appalti con ribassi da far paura- che, con o senza la partecipazione dell’agenzia regionale alla casa (Arca) erano già sfociati in cambio di destinazione urbanistica. Poi un articolo dello stesso Piano casa è stato impugnato dal governo, in quanto rassomigliante troppo a una sanatoria a uso e consumo di costruttori e imprenditori senza scrupoli. Ma torniamo al tavolo convocato ieri da Pisicchio proprio per fare chiarezza una volta per tutte sull’argomento, magari indicando una strada unica da battere per sindaci e assessori comunali. Le parti convocate – tra cui presenti gli ordini provinciali e regionali dei Geometri, degli Ingegneri, degli Architetti e dei Geologi – hanno com’era facilmente prevedibile manifestato la necessità di certezze normative per non paralizzare il settore edilizio e gli investimenti. “Abbiamo ascoltato tutti e continueremo a farlo nell’ottica della concertazione che ha sempre caratterizzato il mio assessorato – ha quindi chiarito l’assessore pugliese all’Urbanistica – eppure le criticità, come emerso dal confronto, persistono ma vogliamo eliminarle una volta per tutte specificando meglio le norme e procedendo in tempi rapidissimi, ad alcune modifiche”. Modifiche che verranno senz’altro concertate con Comuni e ordini professionali, prima dell’approdo nell’Aula del Consiglio regionale, come ha sottolineato ancora l’assessore all’Urbanistica su un importante strumento edilizio che ha aperto la via a interpretazioni fin troppo elastiche e difformi dal principio ispiratore della norma, nata nel 2009. Dieci anni che sembrano pesare come non mai, visto e considerato che, risolta questa situazione ‘emergenziale’ di difficile interpretazione, il Piano Casa dovrà poi essere strutturato e inserito nella istituenda Legge sulla Bellezza. Evitando ogni incertezza applicativa. “È finito il momento della precarietà. Occorre dare regole certe ai Comuni”, ci ha tenuto a precisare l’ex vicesindaco di Bari Pisicchio, seguendo anche la riunione sul Ret, il Regolamento Edilizio Tipo. Per il quale, a ogni buon conto, s’è deciso di predisporre una circolare esplicativa che gli uffici regionali dirameranno ai comuni, rispondendo alle incertezze interpretative sino a oggi riscontrate.
Francesco De Martino