Anche da Vieste, dopo che nei giorni scorsi avevano protestato a Cagnano Varano e Ischitella, le rimostranze dei «piccoli pescatori» nei confronti dei colleghi sipontini dediti alla pesca a strascico.Una folta delegazione, appartenente ad una delle cooperative locali che raggruppa quei pescatori che utilizzano semplici barche e reti da posta, ha protestato in municipio dove poi si è incontrata con il sindaco, Ersilia Nobile. I lavoratori del mare dediti alla piccola pesca hanno riferito al sindaco che «i pescherecci di Manfredonia arrivano a pochi metri dalla riva, rimanendo talvolta in secca, e che utilizzano reti a maglia strettissima munite di catene. Il passaggio di queste reti sui fondali comporta la distruzione di ogni forma di vita. Ma oltre al danno – hanno sostenuto i pescatori nel corso della loro pacifica invasione del municipio – subiamo anche la beffa. Il più delle volte, al passaggio di questi pescherecci vengono distrutte le nostre reti che finiscono nella loro rete più grande. A nulla servono le nostre proteste, tanto è vero che rischiamo pure di essere travolti con le nostre barche». Le contestazioni dei pescatori sono state rivolte anche ai politici di Manfredonia, come l'on. Bordo, che nei giorni scorsi hanno manifestato il loro compiacimento per l'approvazione di un decreto emanato dal ministro, con il quale è stata consentita la pesca al rossetto fino a130 maggio 2007. «Ciò accade solo per il compartimento di Manfredonia – hanno spiegato i pescatori – ed è qualcosa di allucinante. Nel resto d'Italia s'impongono norme molto severe che obbligano la pesca non prima delle tre miglia dalla costa. «Se i pescatori di Manfredonia – hanno riferito – hanno ottenuto l'autorizzazione a poter pescare in un modo così scellerato, che non tiene conto né dell'ambiente né dell'attività di altri lavoratori del mare, noi chiediamo un riconoscimento economico da parte dello Stato, considerato che non possiamo più svolgere con serenità la nostra attività».