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ChiaraMente

Cari concittadini questa settimana concludo il capitolo sull’adolesceza sperando di avere qualche ritorno da parte vostra e che sia stato interessante.

Ribadisco che quanto espresso, e quanto si esprimerà, è frutto di ricerche scientifiche (psicologiche, antropologiche) ma anche il frutto di teorie e interpretazioni da parte di filosofi, psicologi, grandi studiosi che hanno fornito spunti importantissimi di riflessione sulla persona, sui comportamenti apportando miglioramenti individuali e sociali. Da parte mia non c’è presunzione alcuna di voler elargire «la» soluzione a questo o a quel problema: nessun essere umano di nessuna professione può presumere di riuscirci!

Vi anticipo che dalla prossima volta inizieremo con un tema a me molto caro in cui sto acquisendo da anni esperienza e in cui mi sto specializzando: la famiglia. Parleremo dunque di matrimonio, di divorzio, della genitorialità. Tornando all’adolescenza.

Abbiamo già detto che non sono molti i momenti in cui gli adolescenti chiedono spontaneamente sostegno agli adulti ma siamo anche noi adulti un po’ «capre» da non coglierli!!!Gli adolescenti irritano, sembra ce l’abbiano con i genitori, contestano («Com’è possibile che questi siano i miei genitori?»). I genitori si mortificano, non hanno più solo conferme ma molte squalifiche (««Com’è possibile che questo sia mio figlio?»)

Adolescenti e adulti sono forse l’uno lo specchio dell’altro. Mi soffermo sul rapporto genitori-figli: è come se i figli adolescenti riflettessero come uno specchio solo gli aspetti negativi dei genitori e i genitori non sono certo pronti ad accettare di aver fallito in qualcosa, non sono pronti a vedere riflessi i loro errori e il loro lato più in ombra. La soluzione? Non c’è «la» soluzione, è un processo che va da sé ma certo potrebbe essere meno doloroso e si potrebbero prevenire molti disagi anche gravi. Potrebbe essere molto utile, per esempio, soffermarsi sugli aspetti positivi dell’adolescenza, dell’adolescente stesso: in adolescenza si impara a riflettere, si passa dal concreto all’astratto, i genitori non hanno più un pargolo che li sveglia continuamente durante la notte, che «rompe» (scusate ma un bimbo non è solo cose positive!!!!), che richiede pratiche «manuali» di continuo: cambiare il pannolino, vestire, imboccare…Durante l’adolescenza i genitori dovrebbero vedere di più nei figli i loro pregi, le loro passioni, i loro sogni… i propri e quelli del coniuge; attraverso gli innamoramenti dei figli possono riscoprire le sensazioni del loro innamoramento….e poi ci sono gli amici dei figli che qualche volta invadono casa e poi la discoteca, le feste estive, nuovi «codici», nuove espressioni, nuove competenze: quando io ero adolescente stava per arrivare il cellulare e quando poi sono andata all’università fuori Vieste ormai era abbastanza diffuso. Fu allora che mia madre ha imparato ad utilizzarlo (certo se imparasse pure a scrivere un sms sarebbe mitico!!!).

Che vento travolgente e che aria fresca porta con sé l’adolescenza…..Appello agli adolescenti: non dovremmo attribuire esclusivamente colpe ai nostri genitori per i nostri aspetti poco desiderabili; non dovremmo giustificarci troppo spesso con una frase del tipo «è colpa tua se sono così, tu mi hai cresciuto!». C’è qualcosa di bello perfino nei nostri  genitori che gli altri ci invidiano! Noi figli diamo spesso per scontato che i genitori capiscano tutto al volo, loro «devono» capirci: è un residuo dell’infanzia quando mamma e papà quasi per magia soddisfavano i nostri desideri. Non è più così: la bacchetta magica non è più nelle loro mani e dobbiamo stare attenti ad usarla: non sempre ciò che è vantaggioso per noi è vantaggioso a priori e per tutti!! La comprensione dev’essere reciproca e se vogliamo essere trattati un po’ meno da bambini e un po’ più da adulti questo sforzo dobbiamo farlo anche noi. Aldilà di tutte le liti con i nostri genitori ci accorgeremo che loro ci saranno «sempre», anche quando gli amici più cari, inaspettatamente, ci tradiranno. Ci accorgeremo che nonostante i nostri difetti chiediamo di essere amati allora è plausibile che nonostante i loro difetti anche i genitori chiedono di essere amati! Ci accorgeremo che noi non vogliamo essere giudicati allora è plausibile che anche i genitori non amano essere giudicati!

Ho imparato che non si ottiene senza donare: cosa importa chi inizia?!!

Alla prossima settimana

Michela Silvestri, psicologa