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“Il capriolo italico è riuscito a sopravvivere fino ad oggi grazie al regime della Foresta Umbra”.

Grande successo del Convegno Nazionale, organizzato a Bosco Quarto dal Parco Nazionale del Gargano sul Capriolo del Mediterraneo. Il Parco Nazionale del Gargano ha avviato una serie di qualificati progetti sul fronte della conservazione della natura, in particolare per la tutela e preservazione di alcune specie come i chirotteri, i rapaci e i caprioli, minacciati da sovra pascolamento, bracconaggio e randagismo. Con questi studi, a cui seguiranno specifici interventi sul territorio, grazie ai fondi PIS, il Parco svolgerà appieno il proprio compito di salvaguardia delle specie in pericolo”. Giandiego Gatta , Presidente dell’Area Protetta ha illustrato così il ruolo dell’ente al primo convegno, organizzato dal Parco del Gargano, unitamente all’Università di Siena e all’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica , sul Capriolo del Mediterraneo . L’appuntamento fissato a Bosco Quarto, presso Casa Natura, in agro di Monte Sant’Angelo ha centrato l’obiettivo di accendere i riflettori sul capriolo italico, il quale è riuscito a sopravvivere fino ad oggi grazie al regime di protezione che dai secoli scorsi ha caratterizzato l’area della Foresta Umbra. La conservazione del nucleo di capriolo italico del Gargano rientra tra gli obiettivi prioritari del Parco Nazionale del Gargano. A tal fine, l’Ente ha dato il via negli anni scorsi, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di Siena, ad un progetto finalizzato a stimarne la presenza e la distribuzione sul territorio. Alla luce dei risultati ottenuti dagli studi condotti, resi noti nel 2005, la Università toscana ha successivamente fornito al Parco anche le relative linee guida riguardante la gestione della popolazione del capriolo garganico. Tra le criticità emerse (e quindi da debellare) compaiono il randagismo, il bracconaggio e il sovrapascolamento. Il processo di conservazione del capriolo italico del Gargano, è stato inserito dal Presidente Giandiego Gatta, tra gli interventi da finanziare con il PIS “Gargano”, unitamente ad altri interventi di tutela e conservazione del patrimonio botanico e faunistico del Parco. Tra le azioni progettuali previste vi sono interventi finalizzati al miglioramento ambientale per il capriolo dell’area attualmente occupata, la lotta al randagismo, la lotta al bracconaggio, studi genetici e il monitoraggio della popolazione tramite tecniche di radiotelemetria. Il convegno ha rappresentato una importante occasione di confronto tra le varie esperienze maturate in tal senso, in Italia e all’estero. A tal proposito, prestigiosi sono stati gli esperti intervenuti per l’occasione, a partire proprio dal prof Sandro Lovari dell’Università di Siena, il quale ha coordinato la tavola rotonda “Il capriolo in Italia: come migliorarne la gestione”, per continuare con la iberica Cristina San Josè (Consejera de Medio Ambiente, Spagna) che ha illustrato la gestione del capriolo andaluso, e per finire con il lusitano Josè Vingada dell’Università di Minha sulla distribuzione e gestione dell’animale in Portogallo. Le conclusioni del convegno sono state affidate al Direttore del Parco Dott.ssa Filomena Tanzarella.