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Latino e Gregoriano: la “nuova” messa

Sarà presto diffuso il documento di Benedetto XVI che ristabilisce il messale pre-conciliare. Per qualcuno si corre il rischio di cancellare quarant'anni di lavoro. Il cardinale Castrillion-Hoyos: non è un ritorno al passato

Manca poco alla pubblicazione del documento in cui Benedetto XVI liberalizzerà il messale pre-conciliare. Una decisione che permette, a chiunque lo desideri, di celebrare la messa secondo il rito antico e quindi in latino e con il sacerdote di spalle all'assemblea.
Prima, però, il documento verrà consegnato ai vescovi delle varie diocesi accompagnato da «un'ampia lettera personale del Santo Padre ai singoli vescovi» fa sapere la sala stampa vaticana.
Nel frattempo Benedetto XVI ha incontrato una quindicina di vescovi, provenienti da diversi Paesi, per discutere sul documento, dopo che il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, aveva illustrato loro il contenuto e lo spirito del provvedimento.
Il documento può essere considerato come una sorta di indulto nei confronti dei tradizionalisti, quelle fette di fedeli che non hanno mai accettato le riforme del Concilio Vaticano II. Da quando è salito al soglio pontificio, papa Ratzinger ha riallacciato i contatti con i seguaci di monsignor Marcel Lefebvre, l'arcivescovo francese protagonista negli anni '80 della rottura con il Vaticano in nome dei valori tradizionalisti e in contestazione con le riforme conciliari.
Non poche le proteste nei vari episcopati. «Alcuni – ha affermato il cardinale Jean Pierr Ricard – si sono domandati se l’accoglimento di gruppi che hanno sempre rifiutato l’insegnamento del Concilio Vaticano II e la sua riforma liturgica non relativizzi gli orientamenti conciliari e rimetta in forse tutto il lavoro apostolico compiuto sul terreno da quarant'anni». A loro ha risposto il cardinale Castrillion-Hoyos, a capo della Pontificia Commissione «Ecclesia Dei» istituita nel 1988 da Giovanni Paolo II per favorire il ritorno nella Chiesa dei tradizionalisti, spiegando che «non si tratterà di un ritorno all’indietro, dei tempi precedenti alla riforma; si tratta invece di un’offerta generosa del Vicario di Cristo che, come espressione della sua volontà pastorale, desidera mettere a disposizione della Chiesa tutti i tesori della liturgia latina che per secoli ha nutrito la vita spirituale di tante generazioni di fedeli cattolici». «Il pontefice – ha aggiunto Castrillion-Hoyos – desidera conservare gli immensi tesori spirituali, culturali ed estetici legati alla liturgia antica».
Inoltre, proprio Benedetto XVI considera auspicabile l'uso del latino, per meglio esprimere l'unità e l'universalità della Chiesa, nelle messe celebrate durante avvenimenti internazionali. «Più in generale – ha aggiunto il Papa – chiedo che i futuri sacerdoti, fin dal tempo del seminario, siano preparati a comprendere e a celebrare la santa Messa in latino, nonché a utilizzare testi latini e a eseguire il canto gregoriano. Non si trascuri la possibilità che gli stessi fedeli siano educati a conoscere le più comuni preghiere in latino, come anche a cantare in gregoriano certe parti della liturgia».
Il messale pre-conciliare segue il rito di San Pio V, istituito durante il Concilio di Trento, e successivamente aggiornato da Pio XII e da Giovanni XXIII nel 1962. È stato utilizzato come «rito ordinario universale» fino al 1969, anno in cui è entrata in vigore la riforma liturgica, approvata nei lavori conciliari, che ha imposto l'uso delle diverse lingue nazionali.

CHE COS'È IL RITO TRIDENTINO
In che cosa differisce, quindi, la messa tridentina da quella attuale? Innanzitutto nell'uso esclusivo del latino, ad eccezione di alcune espressioni in greco e in ebraico. Il sacerdote, inoltre, conduce il rito rivolto verso il tabernacolo, che indica il Calvario, di spalle all'assemblea: l'immagine è quella del pastore che guida il popolo. Il Vangelo viene letto sempre sul lato destro, la comunione (solo ostia per i fedeli) si riceve in ginocchio e direttamente in bocca. Al rito, che prevede lunghi periodi di silenzio utili a contemplare meglio il mistero eucaristico, si assiste prevalentemente in ginocchio, l'atteggiamento tipico dell'umile peccatore che implora il perdono. Ovviamente saranno disponibili le traduzioni nelle diverse lingue nazionali del testo in latino.