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Azione Giovani Vieste – La Margherita di Carpino fa una polemica retrò sulla Casa del Fascio.

Ci permettiamo di intervenire sulla questione “Casa del Fascio” di Carpino in quanto il segretario Delle Fave parla di “credibilità e democrazia di Carpino, ma anche delle altre comunità garganiche”.

Il fascismo è finito il 28 Aprile 1945 con l’ uccisione di Benito Mussolini, e nonostante siano passati tanti anni c’è chi ancora non si decide a relegare il ventennio alla storia in tutti i suoi aspetti negativi e positivi, in fondo non esistono più né la Flottiglia Decima Mas né la Brigata Garibaldi. Il grande filosofo Benedetto Croce ci insegna che la storia va studiata in tutti i suoi aspetti e che “la storia è storia della libertà”, ma anche lo storico Paolo Prodi ( fratello del Premier Romano, giusto per restare più vicino al pensiero di Delle Fave… ) ci avverte che in Italia “l’ approccio allo studio della storia è errato in quanto la si legge con gli occhi della propria ideologia”. E allora sul fascismo bisogna dire che: ha represso le libertà e ha alimentato l’ entusiasmo giovanile; è stato l’ assassinio di Matteotti e dell’ istituzione dell’ I.N.A.M. ( l’ attuale ASL ); dell’ ingiustificata e vigliacca persecuzione degli ebrei e dell’ istituzione del libretto del lavoro e dell’ I.N.P.S.; della stramaledetta alleanza con la Germania hitleriana e delle infrastrutture; del confino e dell’ esenzione tributaria per le famiglie numerose; responsabile di molte vittime di guerra e dell’ istituzione delle casse rurali e degli assegni familiari. Ora che il partito di Delle Fave è ad un passo dall’ istituzione del Partito Democratico, per il quale non condividiamo fini, metodi e programmi, ma ne riconosciamo la valenza di novità politica per l’ ammodernamento del sistema politico italiano, crediamo che polemiche del genere siano strumentali e del tutto retrò e che argomenti del genere dovrebbero far parte dell’ agenda accademica politologica. Se a Carpino si deve cancellare la scritta “Casa del Fascio”, allora a Roma si dovrebbe demolire il Colosseo in quanto teatro di persecuzioni ed esecuzioni di massa da parte dei romani nei confronti dei primi cristiani. Nella zona di Forlì si dovrebbero chiudere i musei, gestiti da comunistissimi, dedicati a Mussolini. Si dovrebbero chiudere i musei medievali in quanto testimoniano anche ciò che è stata la terribile Inquisizione della Chiesa, di cui vittima fu anche il nostro conterraneo Pietro Giannone. Dovremmo chiudere i musei risorgimentali in fondo garibaldini, borboni, briganti e piemontesi sparsero fiumi e fiumi di sangue per conseguire i loro obiettivi. Egregio Delle Fave collaboriamo piuttosto affinché avvenga una reale pacificazione nazionale, anche perché non è possibile che il 10 Febbraio, Giornata della Memoria delle Vittime delle Foibe, sia considerata come una commemorazione di Destra, mentre il 25 Aprile, festa nazionale, sia considerato come una ricorrenza di sinistra. Liberiamo la storia dalla faziosità e diamo giustizia a quelle vittime discriminate in base all’ ideologia indossata dai propri carnefici, e qui la lista è lunga: Foibe, Marocchinate ( guardate il film di Sophia Loren “La Ciociara” ), Gulag, indiani d’ America, eccetera. Anzi, facciamo insieme una cosa: proponiamo ai nostri rispettivi Sindaci di erigere un monumento in memoria delle vittime di tutte le ideologie politiche.

Il Presidente

Gaetano Zaffarano.