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Autunno caldo previsti rincari in tavola tra il 5 e il 20 per cento


Pasta, latte, carne: aumenti a settembre.

Dopo sei anni di "crescita zero", con i prezzi alimentari rimasti inchiodati ben al di sotto dell'inflazione, la tavola degli italiani si prepara a un autunno caldo. Anzi caldissimo. Il destino dei nostri portafogli si sta decidendo in questi giorni. Nella calma surreale degli uffici d'agosto – con i consumatori distratti dalla corsa della benzina – le grande aziende e i big della distribuzione stanno mettendo a punto i listini dei prossimi mesi. E il rientro dalle ferie rischia di essere amarissimo per il carrello degli italiani: i produttori di latte hanno chiesto un aumento medio dall'8 al 12%. Per la pasta spenderemo (con gli incrementi spalmati a rate) il 20-25% in più. Rialzi in vista anche per il pane (quello di Altamura è già passato, tra le polemiche, da 1,5 a 2 euro al chilo), il caffè, il burro (+10%), la carne e i formaggi. Di chi è la colpa? Certo ci sono i cronici problemi della filiera alimentare italiana. Un percorso tortuoso dove i prezzi di grano, frutta e ortaggi si moltiplicano per 100 nel tragitto dalla pianta alla padella. Ma questa volta non c'è solo lo zampino della speculazione tricolore. Se cappuccino, pasta al ragù e panino al prosciutto ci costeranno più cari, i colpevoli sono la siccità australiana, l'appetito dei cinesi (e di tutti i paesi emergenti) e il boom del bioetanolo. In una parola, l'onda lunga della globalizzazione che ha spinto alle stelle i prezzi di molte delle materie prime della dieta mediterranea.