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Francesco Giorgino a Vieste per presentare il suo ultimo libro

Il noto conduttore del TG1 ha presentato "Buoni propositi", il suo settimo libro

"Essere cattolici oggi comporta una responsabilità enorme, prima fra tutte quella di indagare la verità e farla conoscere, tanto più se si svolge il delicato ruolo di operatori della comunicazione". Questo è quanto sostiene Francesco Giorgino nel suo "Buoni propositi, i cattolici nella società postmoderna".

Il libro, il settimo finora pubblicato dal giornalista del TG1, si pone come obiettivo una riflessione su alcune strutture fondanti la nostra società (matrimonio, famiglia, diritto alla vita e alla formazione, dialogo interreligioso), sulla base della quale l’autore svela le proprie convinzioni cattoliche vincendo il rispetto umano tipico di molti cristiani di oggi, non per “sfrontatezza”, come spiega lo stesso Giorgino nell’introduzione, ma per una “partecipazione attiva alla contemporaneità con coraggio e con coerenza”.

Il volume è stato presentato nella sala Normanna del Castello Svevo di Vieste, alla presenza del sindaco, la dott.ssa Ersilia Nobile, dell'assessore alla cultura e al turismo Nicola Rosiello e di mons. Domenico D'Ambrosio, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

Quest'ultimo ha puntato l'attenzione sulle tante volte in cui l'autore ha usato la parola "pudore" per indicare la strada del ritegno e della discrezione. "E' un libro sul quale bisogna soffermarsi a riflettere su ogni affermazione" ha concluso mons. D'Ambrosio.

Francesco Giorgino ha poi ricostruito il filo conduttore delle riflessioni che hanno dato vita al suo volume, avendo a cuore in modo particolare le problematiche d’attualità.

“Buoni propositi – ha esordito – è scaturito essenzialmente da una domanda: la fede deve rimanere nel buio del privato o può ergersi a criterio di giudizio? E, in quest’ultimo caso, come può caratterizzare una professione laica come quella del giornalista?”.

L’autore ha quindi fatto cenno alle problematiche del settore dell’informazione laddove “l’etichetta di postmodernità indica la cultura della simultaneità e dello scambio frenetico di informazioni. Oggigiorno aumentano le chance di comunicazione e paradossalmente viviamo la ‘anoressia’ del senso comunitario e una prospettiva desocializzante dei valori”.

“A mio avviso, la mancanza di fiducia nel futuro da parte dei giovani – ha proseguito il giornalista Rai – è una conseguenza dell’apatia di fronte alla fede e ai valori, della consapevolezza errata della reversibilità delle scelte, della metamorfosi della famiglia dei valori, in famiglia degli affetti”.

Ha concluso il suo intervento dimostrando la propria solidarietà in favore dei cittadini di Vieste e Peschici dopo quanto accaduto lo scorso 24 luglio: "Seguendo i telegiornali pensavo che la situazione fosse peggiore, sono felice di aver visto un territorio bello, vivo e sempre pronto ad accogliere i turisti con la cortesia di sempre".

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