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Caro Matteo come darti torto?

Caro direttore,

a scanso di equivoci: mi presento. Mi chiamo Matteo Vescera, sono di Vieste ma vivo da anni a Follonica. Seguo con interesse OndaRadio e il sito.

Tralascio gli scontati complimenti. Immagino le difficoltà. Fare quello che fate in un paese come Vieste non dev’essere semplice. Ma vedo che con coraggio e “onestà intellettuale” non vi tirate indietro. Questa è l’era dell’apparire nascondendosi. Non so ce ci hai fatto caso, la gente si nasconde soprattutto quando ha da dire cose vere ed importanti. C’è la spocchia del “username”. Quando, invece cazzeggia si firma. Ma questa è un’altra storia che se avrai “pacienza” potremo affrontare in un'altra occasione. Quello che volevo suggerirti è di tentare di aprire alcune “discussioni”. Non voglio farla lunga, per farmi capire, ti allego l’editoriale di oggi di LIBERO, il giornale di Feltri. Tolto i nomi nazionali non credi che si possa dire lo stesso dei “nostri”, anzi dei vostri?

Con infinita stima

Matteo Vescera

 

 

Ci vergogniamo di loro

 

Il titolone contiene già tutti gli elementi per capire di cosa trattiamo: il fallimento della politica italiana. Che non è causato dalla legge elettorale (più volte riformata, inva­no) o dalla Costituzione obsoleta o da re­golamenti antiquati. O meglio non è cau­sato soltanto da questi tre fattori. Ce n'è un quarto determinante: la pochezza, la sciat­teria, l'incompetenza degli uomini e delle donne chiamati a rappresentare i cittadini.

Ecco perché la testimonianza di Marco Gianni (italiano, avvocato in uno studio estero) ospitata ieri da Italia Oggi ci è parsa meritevole di essere ripresa con evidenza: dimostra in modo amaro e divertente co­me i nostri statisti, o presunti tali, quando si affacciano sui teleschermi internazionali ri­velino, attraverso la sgangheratezza del lin­guaggio e della pronuncia, la loro incapa­cità a reggere il confronto con i colleghi di altri Paesi.

La lettera di Gianni è molto efficace. L'abbiamo riproposta per intero ai lettori di Libero perché si rendano anche conto che non è questione di destra o di sinistra, ma di statura tecnica. E la statura dei nostri go­vernanti è quella dei nani. Prodi e Rutelli quando parlano in una lingua diversa dalla loro sembrano Totò e Peppino De Filippo; fanno ridere chi li ascolta e arrossire i com­patrioti all'estero.

Poiché la forma è sostanza, premier e vi­cepremier forniscono un'immagine dell'I­talia più degna del Terzo o Quarto Mondo che dell'Europa, e provocano in tutti noi una sorta di depressione e di disgusto ori­gine di un fenomeno nuovo1'antipolitica ovvero l'allontanamento della gente dalla politica, considerata un refugium peccato­rum, una specie di club degli inetti i quali si sostengono a vicenda per tirare a campare in mancanza di un lavoro serio. Ciò è molto triste. Ma temiamo sia il motivo che ha creato una spaccatura e una totale inco­municabilità fra eletti ed elettori, sempre più sfiduciati e lontani da un Palazzo inca­pace di comprendere la realtà, mai all'al­tezza del suo compito e spesso neppure del popolo.

Esiste una soluzione al grave problema? La discussione è aperta. Aiutateci a svilup­parla.

 

Vittorio Feltri

 

 

Caro Matteo,

mi sono permesso di tagliare la tua e-mail perché i troppi complimenti, come le troppe critiche rischiano di “rinfocolarmi” l’ulcera. Le tue considerazioni non fanno una grinza e le concorde tutte. Ma proprio tutte. Ti ringrazio per i consigli, ben argomentati e soprattutto a viso aperto. Tutti i giorni cerchiamo di fare del nostro meglio. Non siamo aiutati perché in tanti amano pontificare dalle loro scrivanie sotto falso nome. Preferiscono non essere persone vere, infatti se fossero vere non direbbero mai quelle cose. Finendo per autoconfondersi. Quando è vero dice cose che non sono, le dice quando non è vero. E così è pure il mio paese…Infatti mi hai sottolineato che quest’estate quello che hai trovato non è il tuo paese…non mi meraviglio. Comunque per chi ha voglia e argomenti il dibattito è aperto.

Con altrettanta infinita stima

ninì delli Santi