"Siamo una casa di vetro, altro che casta. Molti di noi vengono sistematicamente chiamati a rappresentare le comunità montane a livello nazionale. Sarebbe possibile se non fossimo ritenuti preparati, onesti, affidabili?".
E' un fiume in piena Ugo Galli, trentasette anni, da otto segretario della Comunità montana del Gargano. Ha appena letto l'intervista rilasciata ieri al nostro giornale dal presidente Nicola Pinto ed è pronto per una replica che si annuncia articolata e lunghissima, ma che è tutta da leggere. Per il contenuto e per capire quanto fragili e delicati possano essere gli equilibri in un ente pubblico tra politica e gestione quotidiana.
Dott. Galli, da quanto tempo si trascina questa situazione?
Il vero muro di gomma – il riferimento al titolo dell'intervista non è puramente casuale, ndr – è quello amministrativo! E' la prima volta che la tecnostruttura si è trovata in questa situazione. Tecnostruttura che – per inciso – se è una casta, è una casta qualificata visto che dal 31 marzo 2005 siamo stati insigniti del certificato internazionale di qualità ISO 9001/2000, ed equiparati in termini di efficienza alle migliori aziende europei (poche comunità montane possono vantare altrettanto). Il presidente Pinto le ha detto che sin dal primo momento ha cercato di venire incontro alle esigenze della tecnostruttura ma questo non risponde al vero, perché invece sin dal primo momento sono insorte divergenze a seguito della tendenza del presidente di esercitare competenze gestionali che la legge demanda invece alla tecnostruttura. Ed i contrasti sono iniziati presto, come dimostra la fitta corrispondenza avviata nello scorso gennaio.
Pinto ha lamentato scarso rendimento e scarsi risultati, con riferimenti ben precisi a due casi: la masseria Agropolis e la caserma di Vico del Gargano.
Per quanto riguarda Agropolis, la tecnostruttura – in conformità con l'indirizzo espresso dal consiglio nel novembre dello scorso anno-si è subito attivata per conferire l'incarico di elaborazione di uno studio di fattibilità tecnica ed economica per il restauro, il recupero funzionale ed igienico-sanitario del complesso immobiliare. E il 27 agosto appena scorso sempre la tecnostruttura ha trasferito lo studio di fattibilità all'esecutivo, invitandolo ad adottare tutti gli atti rientranti nelle proprie competenze. Per quanto riguarda invece la caserma di Vico, lo scorso 28 maggio abbiamo provveduto ad aggiudicare l'appalto, nemmeno un anno dopo l'approvazione del progetto esecutivo dei lavori (804mi1a euro l'importo della gara). Il contratto è stato poi stipulato, a seguito degli accertamenti di rito, i118 settembre: non mi sembra quindi che qualcuno possa lamentare né lentezza né inefficienza.
Altra questione aperta, l'inaccessibilità degli atti riguardanti il personale.
E' paradossale questa denuncia. Innanzitutto perché il presidente ha chiesto di visionare i fascicoli del personale dipendente che recano l'indicazione di 'dati sensibili', perché inerenti anche la salute e la vita privata. Non necessari comunque per scoprire l'entità del trattamento economico, perché quello deriva (stipendio e trattamenti accessori) da puntuali previsioni di contratti collettivi stabiliti a livello nazionale e dal contratto integrativo sottoscritto nel 2002. L'accesso a quei fascicoli è stato poi impedito sulla base di una considerazione, riportata in una nota ufficiale: la molteplicità degli atti di natura persecutoria che lui ha sistematicamente posto in essere nei confronti del personale dipendente. Atti che hanno determinato la proclamazione dello stato di agitazione di otto dipendenti su dieci, e l'invio della nota alla Prefettura, alla Procura della Repubblica ed ai componenti del consiglio della Comunità montana.
Muro contro muro, insomma.
Proprio giovedì noi dipendenti abbiamo scritto ai componenti dell'esecutivo, per invitarli a visionare anche quei fascicoli, per garantire l'accesso anche agli atti personali, alle competenze economiche, ai nostri inquadramenti: deve essere chiaro che non abbiamo nulla da nascondere.
Ha fatto però discutere la storia del dipendente scomodo punito…
Quel dirigente è stato sospeso dal servizio per aver ricevuto tre procedimenti disciplinari consecutivi senza recedere da un atteggiamento gravemente lesivo degli interessi dell'ente. Perché a quel dirigente veniva semplicemente chiesto di produrre la documentazione necessaria – in suo possesso – per richiedere finanziamenti alla Regione Puglia e per rendicontare spese relative ad opere pubbliche già eseguite. La comunicazione formale al presidente non è stata effettuata semplicemente perché la legge non lo prescrive. Non abbiamo voluto nascondere nulla. Anche perché la magistratura ha già svolto approfondite indagini in merito, e lo stesso ha fatto l'ispettorato della funzione pubblica: non è stata rilevata alcuna irregolarità! E gli atti che abbiamo negato erano ancora atti personali di altri dipendenti, cui l'interessato per difendersi aveva sferrato un duro attacco. Nessuna dequalificazione, nessun ridimensionamento punitivo quindi: tutti i suoi ricorsi sono stati rigettati.
Il rinnovo automatico del contratto integrativo è un'altra questione che vi ha diviso, per usare un eufemismo.
Il pandemonio è scoppiato perché l'organo esecutivo lo ha fatto in maniera illegittima. Come riconosciuto dall'Aran (Agenzia rappresentativa negoziale per la pubblica amministrazione) lo scorso 4 giugno, e confermato dalla Prefettura di Foggia i119 settembre.
Altra questione sollevata, la posta aperta (e non stiamo parlando di fidanzati/e gelose, o mamme apprensive).
Quella indirizzata espressamente al “presidente Nicola Pinto è” stata puntualmente recapitata. Esiste però una norma -art. l, comma l, lettera O del DPR 445 /2000-che dispone che tutta la documentazione amministrativa comporta lo svolgimento di attività gestionale, quindi non dell'organo politico. La posta generica indirizzata al presidente può essere allora tranquillamente smistata direttamente agli uffici di competenza. Allo stesso modo, che il legale lo nomini la tecnostruttura e non il presidente lo prevede non il sottoscritto ma la legge, come ribadito anche da una sentenza del Consiglio di Stato nel 2006 e del Tar della Calabria nel 2007.
L'organo di controllo interno non viene mai convocato…
Viene convocato puntualmente, quattro volte l'anno,. E viene convocato perché bisogna ridurre i costi e non eccedere con le spese per il personale Ma posso assicurarle che spese e costi sono ben controllati, ed i benefici per l'ente notevoli, così come è notevole l'attività amministrativa esplicata dagli uffici. Noi provvediamo infatti alla certificazione e visura catastale, alla visura camerale, all'iscrizione all'Università di Foggia e ci occupiamo anche della distribuzione dell'energia elettrica: servizi che offriamo ad una popolazione di 151mi1a abitanti che sono più che soddisfatti dal servizio reso, come attestato dalle `customer satisfaction' collegate alla certificazione di qualità che abbiamo conseguito. Noi vogliamo soltanto che l'ente funzioni. La legge regionale del 3 agosto scorso ci consente di svolgere attività di promozione e riconoscimento dei distretti produttivi, per esempio, ma nessuno sembra essersene accorto. Il 16 ed i120luglio abbiamo sollecitato proposte da inserire nella programmazione strategica di area vasta. Mentre rileviamo nostro malgrado il desiderio incontrollato di mettere il naso nelle competenze gestionali, rileviamo una lentezza nella programmazione, tale da far diventare un mistero l'indennità che loro percepiscono, per fare cosa. Perché è vero: sono gli interessi dell'ente quelli che contano.