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DENUNCIARE L’ILLEGALITA’ PER ESSERE QUERELATI?

Italia. Allarme censuraIn Italia è disatteso l’art. 21 della Costituzione. La censura del Potere, in modi subdoli, attacca questa fondamentale libertà.
Non si possono denunciare pubblicamente illegalità, per non essere perseguiti per diffamazione, o per non perdere le provvidenze statali, o per non avere l’appoggio della propria parte politica.
Lo spauracchio della legge sulla Privacy incide sulla libertà di manifestare il proprio pensiero, perché è impedito ogni riferimento a dati e situazioni personali.
Ingiustamente “LE IENE” sono state condannate, per aver leso sua maestà “LA CASTA”. Nessun nome di parlamentare drogato è stato fatto, ma l’avviso è “SUBISCI E TACI”.
Con la "Finanziaria 2006", si modificano le norme sul diritto d'autore. Il riportare testi altrui diventa oneroso.
Il Governo ad agosto vara un disegno di legge sull’editoria. Nel silenzio generale, esso è approvato formalmente dal Consiglio dei Ministri n. 69 del 12 ottobre 2007.
La norma prevede l’iscrizione al Registro degli Operatori della Comunicazione a tutti coloro che operano nel campo dell’informazione, sia editoriale e non, sia profit e non, sia professionale e non.
Si cerca di mettere un bavaglio, o comunque ostacolare la libera manifestazione del pensiero o del dissenso, che corre attraverso internet. Tutti i siti, compresi i blog saranno sottoposti a catalogazione.