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I porticcioli del Varano sotto sequestro

Là dove c’erano le salicornie e piccole insenature-approdo dei sandali… ora è un area di cantiere sottoposta a sequestro.Nella mattinata del 27 febbraio i pescatori del Varano – area di Cagnano – assistono ad un transito insolito di veicoli. Vedono scendere da detti mezzi di trasporto diversi funzionari, osservare qua e là, spostarsi, cingere di un nastro a strisce banche e rosse sia i mezzi meccanici in sosta sul lungo lago, sia le zone in cui sono in corso il lavori dei porticcioli. Guardano meravigliati, curiosi.
Raccolgo informazioni. Vengo a sapere che il cantiere dei lavori di sistemazione della strada lungo lago sull’istmo isola Varano è stato sottoposto a sequestro preventivo dall’ufficio circondariale di Rodi Garganico, unitamente all’ufficio circondariale marittimo di Vieste.
Sono in corso indagini sulla ditta appaltatrice CO. GE. MAR., compresi tecnici e direttore dei lavori, i nomi dei quali, insieme a quelli dei progettisti, dei responsabili della sicurezza e del procedimento – ciascuno può leggere sul cartello sistemato nei pressi del canale di Capojale.
Gli addetti all’ufficio marittimo di Rodi Garganico in data 27 febbraio 2008, si sono recati sul posto per accertare se tutto fosse in regola ed hanno appurato che i lavori non sono stati autorizzati da alcun ente preposto. Siccome gli accertamenti sono in corso non è dato saperne di più
I pescatori del Varano, intanto, respirano sollevati perché – come scrissi l’8 e il 27 dicembre scorso [vedi anche http://crisetti.spaces.live.com/] – il progetto dei porticcioli non è stato partecipato in fase di ideazione ed è stato male eseguito in fase di realizzazione, rendendo insicuri e molto poco funzionali gli approdi in questione.
Se si aggiunge che l’opera, co-finanziata da Comunità Europea e Regione Puglia, con i fondi POR 2000-2006, intende effettuare “Interventi per il potenziamento delle infrastrutture di supporto al settore turistico”, basta poco per capire che essa non ha centrato neanche l’obiettivo.
Se il turista volesse fare un giro nel sandalo, ad esempio, sarebbe sottoposto al primo ostacolo: come accedere e scendere dalla barca senza farsi male. E se volesse andare alla ricerca della flora naturalissima che fino a qualche mese fa ha caratterizzato questa parte dell’area perilacuale, ad esempio, delle gustose salicornie (li savezodde), non troverebbe che … “pietre di Apricena”.
Il turismo, inoltre, com’è stato di recente ribadito in un convegno sulla laguna di Varano- non deve porsi come attività alternativa ma integrativa a quella atavica della pesca, pertanto bisogna pensare soprattutto ai pescatori che devono poter svolgere l’attività in serenità e sicurezza, disponendo dello spazio necessario per entrare ed uscire dal “varcale”, e non sentirsi alienati e costretti ad incrementare il flusso migrante.
La logica vuole che un progetto nasca da un bisogno, la cui soddisfazione dovrebbe migliorare la qualità della vita delle persone, ma se quest’opera scontenta: pescatori, turisti, ambientalisti, ufficiali della Capitaneria di porto, che senso ha realizzarla?

 Leonarda Crisetti