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Una giornata per ripensare

la Terra… sempre più in affanno.
Oggi in campo 174 Paesi per l’Earth day 2008, la Giornata della Terra, che vede quest’anno una cifra intorno ai 4.000 eventi per 24 ore di mobilitazione. Secondo il Wwf la popolazione umana entro il 2050 dovrebbe raggiungere un ritmo di consumo pari a due volte la capacità del pianeta, mentre il peso dell’impatto umano è più che triplicato in 40 anni

Un pianeta in affanno. È questo il bilancio del Wwf per l’Earth Day che si celebra oggi con 24 ore di mobilitazione internazionale e 4 mila eventi programmati per fermare i cambiamenti climatici e restituire alla Terra i suoi polmoni verdi.
Dal «Living Planet Report 2006» era emerso che la popolazione umana entro il 2050 avrebbe raggiunto un ritmo di consumo pari a due volte la capacità della Terra. Un dato confermato da nuovo rapporto che sarà reso pubblico il prossimo ottobre. Tre, secondo l’associazione, le grandi emergenze da affrontare a livello mondiale: cibo, energia e acqua che portano tutte le stesse conseguenze sul benessere e la capacità di sostentamento delle popolazioni umane, ed hanno tutte la stessa madre, ovvero la terra.

«Siamo – dichiara Michele Candotti, direttore generale del Wwf Italia – in un debito ecologico estremamente preoccupante. Consumiamo risorse più velocemente di quanto la Terra sia capace di rigenerarle e di quanto la Terra sia capace di 'metabolizzare' i nostri scarti. È tempo di assumere scelte radicali sul mutamento dei nostri modelli di produzione e consumo». Di qui l’appello per una buona gestione del pianeta e il lancio di una nuova sfida con la Campagna Generazione Clima: un taglio del 30% delle emissioni entro il 2020 in Italia come nel resto d’Europa. L’obiettivo concorrerebbe alla salvaguardia del 20-30% delle specie che sono a rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico e alla riduzione degli impatti sull'uomo. «Il peso dell’impatto-umano sulla Terra – denuncia il Wwf – è più che triplicato nel periodo tra il 1961 e il 2003».

In particolare, l’Impronta Ecologica, ovvero, la misura della domanda in termini di consumo di risorse naturali da parte dell’umanità, relativa alla CO2 derivante dall’uso di combustibili fossili, è cresciuta di nove volte dal 1961 al 2003, posizionando l’Italia al 29/mo posto nella classifica mondiale, ma in coda rispetto al resto dei Paesi europei.