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Giunta provinciale, salta firma decreti nomina

Avrebbe potuto essere il week end della festa e degli auguri. Invece le anticipazioni sulla squadra di governo messa su dal presidente della Provincia Antonio Pepe ha aperto la fiera della scontentezza, dei mugugni e della delusione. Non una nota di giubilo, non un commento di soddisfazione.
Certo, la lista degli assessori non è ufficiale. Gli organi di stampa hanno raccolto voci autorevoli, ma non esiste uno straccio di comunicazione ufficiale. Il presidente non ha ancora firmato i decreti di nomina di cui, a quanto pare, non esiste nemmeno la bozza. Si mormora di grandi manovre dei partiti, insoddisfatti della chiusura della partita, che avrebbero fatto saltare uno o più caselle del puzzle messo insieme dal presidente. Servono allora i tempi supplementari, o forse solo qualche minuto di recupero voluto da chi non ne vuole proprio sapere di una partita chiusa e consegnata agli atti. Come i due partiti maggiori: un nome di quelli trapelati in quota azzurra non sarebbe gradito ad alcuni settori importanti del partito, mentre in Alleanza Nazionale ci sarebbe ancora qualche resistenza a considerare Leo Di Gioia in quota AN anzichè come uomo di fiducia del Presidente. Ma a voler continuare la partita c’è anche Cecchino Damone, ispiratore della civica La Capitanata prima di tutto, e Paolo Agostinacchio, il cui accordo di ballottaggio con il presidente Pepe sembra ormai carta straccia, La giunta provinciale così come anticipata sembra figlia del compromesso, sbiadita nella forma, tiepida nel contenuto, litigiosa nelle prospettive future. Una giunta temeraria, che potrebbe cadere al primo venticello contrario: la maggioranza di cui dispone conta 18 consiglieri su trenta. Basta il dissenso di quattro consiglieri per entrare in crisi. Quattro consiglieri, come quelli delle civiche e della Destra, esclusi dai posti di governo.

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