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AGOSTINO NIFO, VITTIMA DELLA CRITICA MODERNA

Maturandi, andate oltre le barricate dei libri scolastici  

Domani iniziano gli esami di Stato. Dei 496.637 candidati che si avviano a sostenere  la “maturità” (ovvero la conclusione dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore), probabilmente nessuno sa dell’esistenza di un filosofo di nome Agostino Nifo.
Visto che il mondo della cultura è diverso dal “cinema d’essai”, nel quale tutti debbono fingersi di sapere tutto, non ho difficoltà a confessarvi che anch’io non sapevo della sua esistenza. Finché alcuni giorni fa, nel numero di giugno 2006 de «La Bibliofilìa» di Firenze (la più antica ed autorevole rivista italiana di storia del libro e di bibliografia), ho letto uno straordinario articolo di Gaetano Mastrostefano, dedicato ad una rarissima edizione napoletana del 1526, parzialmente “in volgare”, di un trattato di Agostino Nifo, il «De figuris Stellarum Helionoricis», segnalata, nel Catalogo della IV Mostra del Libro Antico di Firenze, come sconosciuta ai repertori bibliografici.
Questo “libello” – come accuratamente spiega Gaetano Mastrostefano –  richiama alcune concezioni astrologiche del Nifo, impregnate delle idee di Tolomeo, sostenitore della teoria “geocentrica” dell’universo, che, di lì a poco, verrà completamente stravolta dal modello “eliocentrico” proposto da Copernico nel 1543.
Il titolo è ispirato alle figure “eliocentriche” delle stelle, termine sconosciuto ai manuali di astronomia ed introdotto nel 1504 dal Nifo stesso in uno dei suoi primi trattati medico-astrologici, il «De diebus criticis seu decretoris», per distinguere una particolare figura celeste, da lui così battezzata in onore di Eleonora Piccolomini, madre della principessa Maria Sanseverino.
Ma chi era Agostino Nifo? Certamente un personaggio illustre, se il Liceo Classico di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, è a lui dedicato e se il 6 febbraio 2006 il nostro Ministero delle Poste e Telecomunicazioni ha emesso un francobollo ordinario (appartenente alla serie tematica “Scuole e Università”) dedicato a quel Liceo. Stranamente, nessun testo di filosofia, in uso nei principali licei italiani, accenna a questo straordinario filosofo.
Nifo, insieme a Vernia, Achillini e Pomponazzi, rappresenta gli aristotelici rinascimentali. Nel Cinquecento dello scorso millennio, infatti, accanto alla persistenza della tradizione platonica (che perde, tuttavia, il ruolo egemone svolto nel secolo precedente), assistiamo ad una eccezionale rinascita del pensiero aristotelico. Ma i neo-aristotelici si contraddistinguono per un nuovo atteggiamento critico verso il filosofo di Stagira. Certamente, per costoro Aristotele ed Averroè conservano il ruolo di grandi «auctoritates» da evocare sempre per la soluzione di ogni problema speculativo, ma senza dubbio, a differenza dei loro predecessori medioevali, i neo-aristotelici non solo leggono i testi del maestro in lingua originale, ma li studiano e li discutono con una più vasta conoscenza di tutta la tradizione filosofica classica e con una maggiore libertà intellettuale e critica.
Originario di Sessa (ora Sessa Aurunca, nel casertano), dove nacque nel 1469, Agostino Nifo, si trasferì a Napoli e poi a Padova, ove conseguì la laurea in Medicina e Filosofia a circa vent’anni. Dotato di grandi capacità intellettive e comunicative, fu avviato ben presto alla carriera universitaria nello stesso Ateneo.
Le sue opere principali sono il «De immortalitate animi», il «De intellectu et daemonibus», il «De infinitate primi motoris quaestio», gli «Opuscula moralia et politica» ed il «De regnandi peritia».
Furono poi più volte ripubblicate, in quanto ebbero grande diffusione i suoi numerosi commentari su Aristotele (l’edizione più nota fu quella stampata a Parigi nel 1654, in quattordici volumi, compresi gli «Opuscula»).
Ma la critica moderna – non si sa perché – l’ha letteralmente dimenticato.
Se oggi di Agostino Nifo si è ripreso a parlare, lo dobbiamo a Gaetano Mastrostefano, il cui lavoro bibliografico rappresenta un valido spunto a quanti – specie tra i nuovi maturandi – vogliono andare oltre le barricate dei libri scolastici.  

Alfonso Masselli