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Se Peschici vuole rinascere deve farlo nel “trascinante” segno della cultura!

Diciassette anni fa, quando per motivi di lavoro mi trasferii a Rodi, a Peschici mancava qualsiasi forma dì associazionismo culturale. Oggi, escludendo i gruppi sportivi, contiamo: la banda musicale "Amici della musica Domenico Collotorto", le Confraternite del Santissimo Sacramento e del Purgatorio (matrice di “punto di stella”), il Centro Studi "Giuseppe Martella", che ho l’onore di guidare da 11 anni. Com’è nato il Centro Studi? Per puro caso, nel 1997. Era il giorno della comunione di una mia nipotina, incontrai l’assessore Nicolino Apruzzese, ex compagno di liceo, mi chiese di contattare il prof. Filippo Fiorentino per organizzare un convegno per il 4° centenario del patronato di Sant’Elia profeta. Quel giorno nacque l’idea di creare anche a Peschici un "Centro Studi" e di dedicarlo a chi più di tutti si era sforzato di ricostruire segmenti significativi della storia del nostro paese: Giuseppe Martella. Si creò un gruppo di studio che organizzò il convegno del 19 luglio 1997 "Chiesa e religiosità popolare. Vicende della chiesa Matrice di Sant’Elia profeta di Peschici dal 1597 al 1750”. Il convegno fu seguito anche dalla gente comune, quella che normalmente non partecipa agli incontri culturali: registrammo 173 presenze. Nel corso dei primi anni organizzammo delle conferenze sulla religiosità popolare, in particolare sul Natale com’era, sulla devozione dell’Arcangelo Michele e sulla Settimana Santa a Peschici. Il luogo in cui si svolsero fu la Chiesa Madre, uno dei pochi punti di aggregazione della comunità cittadina. Devo dire che l’associazionismo culturale, praticato seriamente, comporta responsabilità e inevitabili sacrifici, e anche il Centro Studi è andato avanti contando solo su un ristretto comitato scientifico composto da me e dalla prof.ssa Liana Bertoldi Lenoci, una ventina di soci sparsi per l’Italia tra cui tanti studiosi dell’Università di Bari e del Centro Ricerche Socio-religiose in Puglia, le prof.sse Grazia Silvestri, Angela Campanile, Lucrezia D’Errico, l’avv. Tonino Guerra, Matteo D’Amato, don Giuseppe Clemente, Peppino Tavaglione, Enzo D’Amato. Nonostante l’esiguità del numero, stiamo impegnandoci al massimo delle nostre possibilità, perché abbiamo capito che non possiamo continuare a delegare l’impegno alle sole Istituzioni. Secondo l’opinione comune dovrebbero organizzare la vita di tutti. Con tutta la buona volontà, ciò non sempre è possibile. Anche le Istituzioni hanno bisogno delle sollecitazioni dei cittadini, che devono essere critici quando le cose vanno male, ma pronti a collaborare quando è necessario, mettendo a disposizione la propria professionalità e le proprie competenze, al di là delle appartenenze partitiche. Secondo noi, è arrivato il momento di ritrovare il tempo per ridiventare una comunità unita, una comunità solidale che gradualmente acquisti tre caratteristiche: sia consapevole del proprio passato, abbia ben chiaro che cosa vuole essere nel presente, sappia dove vuole andare nel futuro. Un posto di primo piano è riservato all’educazione dei ragazzi; il nostro pensiero è rivolto proprio a loro, speranza del nostro domani. Su proposta del "Centro Studi", l’amministrazione comunale 11 anni fa patrocinò un progetto, " I Luoghi della Memoria", riservato agli alunni di tutte le scuole peschiciane, dalle elementari alle secondarie (1° e 2° grado), per sensibilizzarli al recupero di storia e tradizioni popolari, al rispetto del patrimonio ambientale già allora duramente compromesso da abusivismo e incendi dolosi. Da parte nostra cercheremo di fornire, a tutti coloro che sono interessati, occasioni e strumenti per osservare, indagare e capire la realtà che li circonda, l’ambiente del loro vivere quotidiano. Infatti, siamo convinti che la storia possa essere appresa non solo dai libri, ma anche dal contesto ambientale vivo, nei luoghi stessi dove sono vissuti gli uomini un tempo. Solo allora Peschici potrà diventare davvero un libro da leggere, un "luogo della memoria", dove le vicende si ricavano da lapidi, stemmi, portali, vecchi muri, planimetria, toponimi, tipologie architettoniche (cupole e casette a schiera), ma anche dal racconto dei nonni, preziosi depositari della "memoria storica" e di antiche tradizioni popolari, che rischierebbero di essere dimenticate. Nel nostro paese, ricco di testimonianze di storia e arte, troppi monumenti giacciono ignorati e in condizioni di abbandono (ricordiamo fra tutti l’ex abbazia benedettina di Càlena, ma anche la chiesetta di San Michele nel Recinto baronale e la Torre di Sfinale). Anche la chiesa del Purgatorio, il Campanile della Chiesa madre, la Torre e la Porta del Ponte avrebbero bisogno di un deciso restauro. Ridiamo dignità a questi monumenti da troppi anni dimenticati! Peschici è uno scrigno da disvelare a tutti coloro che anche quest’anno la sceglieranno come meta preferita di vacanza. Ricominciamo dalla cultura!
 
Teresa Rauzino
 
 
puntodistella.it  luglio 2008