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Vieste, il sindaco Nobile: “..a proposito del seppellimento della giovane rumena ecco i fatti!”

A proposito dell’articolo apparso sul giornale La Gazzetta del Mezzogiorno edizione del 20 agosto 2008, si smentisce categoricamente il contenuto dell’articolo volto solamente a fare sensazione, riportando contenuti non rispondenti alla realtà.
I fatti sono i seguenti:

– Il giorno 19.08.2008, si sono presentati presso il cimitero comunale i familiari della
defunta Rumena per il seppellimento del feretro, ciò senza che l’ufficio comunale di
custodia fosse stato preventivamente avvisato;
– Il custode faceva notare che non era possibile effettuare l’operazione richiesta senza i preventivi preparativi che richiedono tempo (scavo della fossa) anche in considerazione dell’assenza, per ferie, del personale addetto;
– I familiari della defunta insistevano per effettuare la sepoltura, invocando motivi
umanitari in considerazione che avevano affrontato un viaggio di oltre 3000 km per
venire in Italia a seppellire la loro familiare defunta e che dovevano ritornare di nuovo
in Romania, e che pertanto, in mancanza di personale comunale, erano disposti ad
effettuare loro stessi le operazioni necessarie di sepoltura;
– Il custode, preso atto della situazione imprevista contattava il dirigente del competente Settore Comunale, che informato dei fatti ed in considerazione del caso umanitario, dava immediatamente incarico alla ditta CAMPANIELLO Giuseppe, per l’esecuzione delle operazioni di sepoltura;
– Il custode informava i familiari del defunto, che avrebbero dovuto aspettare il tempo necessario a che la ditta incaricata finisse un’altra sepoltura, circa 2 ore;
– Che, di loro iniziativa, in maniera del tutto arbitraria e senza alcuna autorizzazione, i familiari della defunta, avendo trovato depositati nell’aiuola adiacente degli attrezzi,
iniziavano a scavare la fossa;
– Che, come organizzato dal Comune, interveniva successivamente la ditta incaricata
che ha completato lo scavo della fossa ed ha provveduto a tutte le operazioni successive.

Questi i fatti, nudi e crudi. Che di questa vicenda si sia dato spunto per una
ricostruzione giornalistica del tutto arbitraria (corredata da relativa documentazione
fotografica stranamente pret à porter), tendenziosa ed artatamente sensazionalistica, è elemento che non depone a favore della professionalità del giornalista, della tradizione della testata e di una deontologia giornalistica di stampo britannico che avrebbe dovuto suggerire al cronista di contattare i competenti uffici comunali e di acquisire utili elementi chiarificatòri, dopodichè trarre le opportune considerazioni per un attendibile rendiconto giornalistico, tenendo ben distinti i fatti dalla loro portata interpretativa. Alla luce di simile ricostruzione proposta ai lettori, avrà ragione l’On. Massimo D’Alemaquando consigliò (storica intervista a “Prima Comunicazione”) che i giornali “è segno di civiltà lasciarli in edicola”? Non mi spingo a tanto, perché riconosco la funzione fondamentale del diritto ad informare ed essere informati che per un singolo episodio non può inficiare una tradizione giornalistica conquistata sul campo da una testata gloriosa come la Gazzetta. Invoco altresì un senso di responsabilità che deve accomunare ognuno di noi nell’esercizio dei rispettivi ruoli.

Che da tale chiave di lettura distorta, equivocata ed equivocante si tragga spunto ancheper strumentalizzazioni politiche di screditatissimo tenore e provenienza, è ulteriore elemento oltre che di malafede, di cinismo politico senza confini. Il tutto a spese di una esistenza travagliata già da viva e che si tormenta anche da deceduta senza alcuno scrupolo di umanità. Mi auguro che tutti ne traiamo le debite conclusioni.

Il Sindaco di Vieste
Dr.ssa Ersilia NOBILE