Menu Chiudi

Il gol, questo sconosciuto «Tirare subito»

Non solo copertura, ma anche qualche gol. È la richiesta del tecnico Novelli al centrocampo del Foggia che, finora, ha brillato solo nella protezione della difesa. Potrebbe essere una risorsa nuova nel derby col Gallipoli per vivacizzare la fase offensiva. La mediana rossonera è ancora a digiuno di reti, impresa già riuscita a difensori (Zanetti) e attaccanti (Troianiello, Salgado e Del Core). Avanza la propria candidatura Tony D´Amico, 28 anni, autore di un buon avvio di stagione. «In campionato non segno da un bel po´ (oltre 2 anni, ndr): nella Cavese feci 7 reti in 2 tornei di C2, frutto di incursioni improvvise. Tra C1 e Prima Divisione, invece, non mi sono ancora tolto lo sfizio: prima o poi sarà la volta buona».

Concretezza – La caccia alla porta avversaria chiama in causa tutta la squadra. «Dobbiamo concretizzare di più, centrocampisti e attaccanti ammette D´Amico —. Spesso abbiamo l´opportunità di tirare, magari già dal limite dell´area, ma tratteniamo troppo il pallone. Serve più concretezza. Stiamo crescendo sul piano del gioco e della mentalità». Centrare col Gallipoli il quarto successo interno di fila imprimerebbe una svolta al campionato del Foggia, quarto in classifica a -6 dai salentini. D´Amico, però, è cauto. «Una gara importante e ricca di stimoli, ma non deciderà nulla. Sarebbe sbagliato caricarla troppo: vincere, invece, servirebbe soprattutto a dare continuità alla nostra marcia». E a riconquistare i tifosi. «In effetti non c´è grande fiducia intorno a noi, evidentemente dobbiamo fare ancora di più».

Rebus attacco – Il test in famiglia svolto ad Ascoli Satriano ha fornito indicazioni sulla formazione: a centrocampo torna il recuperato Pecchia (al posto di Mancino), mentre in difesa Rinaldi sostituirà lo squalificato Zanetti; Arno è assente per motivi familiari. Grande incertezza in attacco, dove resta il dubbio sull´impiego di Salgado (ieri un gol su punizione): in ascesa Troianiello e Germinale (doppietta a testa), a segno con Piccolo e Pecchia.

gazzetta dello sport – Roberto Pellegrini