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Acqua e Polizia locale il PD bacchetta la giunta Vendola

Il partito democratico alza il tiro nei confronti della giunta. Dopo il caso Aqp, il capogruppo Antonio Maniglio ha scritto una lettera all’assessore alla Trasparenza Guglielmo Minervini per sollecitare l’approvazione della nuova legge sulla polizia urbana. «Il disegno di legge di riforma della polizia locale non è stato ancora assegnato alla competente commissione. Come mai tanto ritardo – scrive Maniglio – per un provvedimento da tempo atteso e condiviso durante i lavori di preparazione delle bozze?» Di fronte alle aspettative dei circa 5.000 appartenenti alle polizie locali della Puglia per la legge (il cui obiettivo è dare un’organizzazione più efficiente e istitutire di una scuola di formazione e aggiornamento permanente), «è davvero è assai arduo trovare giustificazioni – dice Maniglio – per un ritardo inspiegabile». Per questo il capogruppo Pd propone che «al termine della sessione di bilancio il disegno di legge sia assegnato alla seconda commissione affinché nei primi mesi del 2009 si approvi la legge, dando una risposta positiva agli operatori della polizia municipale e alle nostre comunità». Restano in piedi, intanto, le divergenze tra Pd e giunta regionale sulla legge che istituisce il «Magistrato delle Acque», organismo che Vendola vuole far guidare da Antonio Castorani. Nei giorni scorsi sì sono tenute le audizioni nelle commissioni ambiente e sviluppo della Regione, con l’annuncio di nuovi incontri con gli operatori e i soggetti istituzionali del settore. I presidenti Dario Stefàno e Pietro Mita hanno informato che «l’Unione Bonifiche e le associazioni vogliono essere ascoltati ed altre istanze sono state annunciate dal commissario Eipli e dall’Anci». Mentre l’assessore Onofrio Introna ha difeso il testo di legge, già riscritto dopo la prima stesura giudicata negativamente dalla maggioranza e che istituiva l’agenzia regionale per il governo dell’acqua. «Dalla rivisitazione è nato un soggetto innovativo, che interpreta le esigenze di semplificazione amministrativa. Il magistrato delle acque della Regione – ha spiegato Introna – sarà un organismo con personalità giuridica pubblica e autonomia amministrativa, finanziaria e contabile che assumerà le funzioni di coordinamento in un settore sensibile e delicato, caratterizzato da un affollamento di enti e di competenze sovrapposte. Nell’elaborazione, “sono state recepite gran parte delle osservazioni dei commissari e delle sollecitazioni giunte nelle audizioni del partenariato», ha assicurato l’assessore. Ma i dubbi restano non solo nell’opposizione, con Nino Marmo (An) che ricorda che «i magistrati delle acque, introdotti nel 1907, sono stati soppressi nel 2002, attribuendo tutto alle Corti d’Appello». A esprimere scetticismo, nella relazione sull’acqua illustrata dal Pd nei giorni sorsi, è Carmine Dipietrangelo. «Bisogna mettere ordine, combattere la confusione, eliminare la sovrapposizione di ruoli. I compiti che vengono affidati al Magistrato delle Acque ci appaiono vaghi ed eccessivi, e rischiano di contribuire ad aumentare le sovrapposizioni e a minare la stessa autorevolezza politica del governo di tutti i processi del ciclo dell’acqua. Per non parlare poi del tempo che ci vorrà per mettere a regime una tale struttura».