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Medicina Il cuore delle donne a rischio ipertensione. Allarmanti i dati di una ricerca

Cuore di donna a rischio per ipertensione (dopo la menopausa 49% ipertese), colesterolo alto (38%), obesità (30%), sovrappeso (40%), diabete (10%), fumo (14% fuma oltre 12 sigarette al dì). «Ma la donna non dà peso e percepisce la salute — dice la prof. Maria Grazia Modena, direttore cardiologia, università, Modena) — con un approccio “stile bikini”: più sensibilità per la patologie di mammella e apparato genitale con sostanziale disattenzione per cuore, responsabile, peraltro, del 55% dei loro decessi – (uomini, 45%)». L’indagine Datanalysis rileva che solo il 23% delle donne di 40-65 anni (24,40% delle pugliesi) misura la pressione o il colesterolo o il giro-vita e poche ne conoscono i valori di allarme. «Oggi — dice Francesca Merzagora, presidente ONDA, osservatorio salute donna — la donna in menopausa ha ancora soddisfazioni affettive e professionali ma presta poca attenzione agli effetti negativi di questa fase della vita». Le coronarie femminili sono più sottili e fragili delle maschili e, quando la protezione ormonale (estrogeni) del periodo fertile termina, la donna resta nuda. Colesterolo buono ridotto, cattivo elevato, pressione peso corporeo e glicemia si impennano. «La patologia femminile ha proprie peculiarità per cui — dice la prof. Modena — va considerata la “medicina di genere”, concetto recente che studia ed interpreta le malattie in base alle diversità biologiche, sociali e di vita di Fya, diverse da Adamo».
Cuore chiama rene e chiede tutela ad evitare l’insufficienza e lo sbocco nella dialisi. I pazienti in emodialisi sono donne nel 36% dei casi. «I risultati del Progetto Miglior Dialisi fotografano una realtà che permette ai Centri specializzati di migliorare la qualità della vita di chi soffre di insufficienza renale cronica» – dice il prof. Vittorio Andreucci, università Federico II di Napoli , presidente Federazione Rene. – perché, la malattia renale condiziona ancora troppo la quotidianità dei pazienti in 8 casi su dieci». intervistati è in lista per il trapianto e il 74% è in fase di accertamento». Si lamentano anche cure onerose.