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Vieste – CON LA FESTA DI SANT’ANTONIO SI CHIUDE IL TRIDUO E SI ANNUNCIA L’ESTATE

 

Come da tradizione, il triduo delle festività religiose viestane (iniziato con San Giorgio, proseguito con Santa Maria) si chiude con quella in onore di Sant’Antonio da Padova. A partire dalla celebrazione delle "tredicine" in onore del Santo, nei tredici giorni che precedono il 13 giugno, la Chiesa di San Francesco diventa meta ad alta frequentazione dei viestani.

Negli anni si è potuta notare come la devozione a questo Santo sia sempre più radicata fra i viestani. Anche se nelle funzioni sacre per Sant’Antonio, buon parte dei partecipanti sono persone dai 50 anni in su, di recente c’è stata una sorta di riavvicinamento dei più giovani a queste occasioni di fede.

Chiedendo notizie ai più anziani sembra che nel passato i riti religiosi per la festa di Sant’Antonio si sono sempre svolti. Anche durante gli anni dei due conflitti mondiali, in cui solo in qualche occasione non si è svolta la processione della sera per la concomitanza allora dell’entrata in vigore del coprifuoco.
Ma ci sono stati anche avvenimenti particolari. Uno di questi ce l’ha raccontato il rettore della Chiesa di San Francesco, don Pasquale Vescera. "Ricordo di aver trovato – ci ha detto – dettagliate notizie su un scampato pericolo il 13 giugno del 1930. Quel giorno stava per attraccare a Vieste un trabaccolo, una delle imbarcazioni in uso all’epoca per i trasporti marittimi. Forse per una cattiva disposizione a bordo del carico di grano il trabaccolo stava rischiando di affondare. Dopo alcuni momenti di paura, a bordo dell’imbarcazione riuscirono a recuperare il controllo della situazione ed a mettersi in salvo. Lo scampato pericolo fu attribuito all’intercessione del Santo".

Oltre ai riti religiosi, un altro momento imprescindibile della festa del 13 giugno è la distribuzione (per tradizione caotica) del pane benedetto al termine delle messe mattutine di quella giornata. Molto spesso si assiste ad una vera e propria corsa all’accaparramento, un mal vezzo che gli addetti ed i componenti del Comitato Festività cercano sempre di arginare. Secondo tradizione la distribuzione del pane si caratterizza come un momento intrinseco di solidarietà verso gli altri. In questo senso va interpretata la tradizione di portare una pagnotta benedetta agli anziani, ai malati. Serve come segno di pace, occasione per rinsaldare amicizie.
Come per le altre feste viestane, un gran lavoro viene svolto dagli uomini del Comitato Festività di Sant’Antonio soprattutto per mettere assieme le risorse economiche necessarie all’evento. Da qualche anno si è rinunciato al metodo della questua itinerante (effettuata dagli altri Comitati Festività) preferendo invece invitare i viestani a portare il proprio obolo direttamente presso la sede del Comitato in piazza Vittorio Emanuele ("in mezzo al Fosso").
Rispetto ad oggi, nel passato dopo San Giorgio e Santa Maria, Sant’Antonio non era l’ultima festività tradizionale.
Negli anni di molte feste e delle relative processioni si è persa traccia, anche per l’estinzione delle relative confraternite. Dopo la Festa di Sant’Antonio, nei mesi successivi, c’era quella della Madonna del Carmine, poi di San Rocco, di Sant’Elia, la processione di Santa Filomena che si svolgeva su corso Tripoli, poi quella della Madonna del Rosario.