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Sanità e rimpasto Vendola tra pm e Pd

”La coalizione è ok”  Giornata stressantissima per il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tra inchiesta Sanità e il rimpasto della Giunta che non piace al Pd.

 

«Io sono stato ascoltato come persona informata dei fatti, lo so che qualcuno avrebbe desiderato che fossi convocato nella veste di indagato, ma non è accaduto». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lasciando la caserma dei Carabinieri a Bari, dove per oltre quattro ore è stato ascoltato dal Pm della Dda di Bari, Desirè Di Geronimo, nell’ambito di un’inchiesta sulla Sanità in Puglia. Rispondendo a domande dei giornalisti sulle possibili ulteriori conseguenze dell’inchiesta, che ha già provocato le dimissioni di un assessore alla Sanità e la sospensione del direttore generale della Asl di Bari, Vendola ha detto: «Non ho la più pallida idea di quello che può succedere. Io ho risposto a tutto quello che è stato chiesto a me, non mi è stato chiesto dell’universo mondo». Riguardo poi a voci di un possibile allargamento dell’inchiesta ad altri settori dell’attività regionale, Vendola ha precisato ai cronisti: «Abbiamo parlato solo di sanità».

"HO RISPOSTO A TUTTE LE DOMANDE"
«Ho risposto a tutte le domande che mi sono state poste nel corso dell’audizione i cui contenuti hanno i crismi della riservatezza». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, lasciando poco prima delle 14 la caserma dei carabinieri di Bari dove è stato ascoltato come persona informata sui fatti dal sostituto procuratore della Dda, Desirè Digeronimo, titolare di una delle inchieste su presunti illeciti negli appalti della sanità regionale. Nel corso dell’audizione Vendola è stato raggiunto dal consigliere giuridico della regione, l’avv. Luca Claricchio, che però non avrebbe partecipato all’incontro col pm.

Lasciando la caserma dei carabinieri dove è stato ascoltato per oltre quattro ore come persona informata sui fatti dal pm, Vendola ha anche ribadito un aspetto: «Ho avuto l’accortezza – ha dichiarato – di avere una domenica intensa di lavoro per portare nel corso della notte la nuova giunta al suo varo proprio perchè volevo separare completamente la giunta da questo colloquio con il Pm, perchè nessuno potesse pensare che le uscite dalla mia giunta avevano un rapporto con le indagini o con la questione morale». Riferendosi al rimpasto con la sostituzione di cinque assessori deciso ieri a tarda sera, a poche ore dall’incontro fissato per questa mattina con il pm, Vendola ha inoltre ribadito: «Ho fatto una grande fatica, è stato un week end durissimo però ho separato completamente le cose».

IL PD "BOCCIA" IL RIMPASTO MA VENDOLA CONFERMA I SUOI ASSESSORI
Vendola non accetta il diktat del Pd: conferma i nomi dei nuovi assessori decisi ieri sera a tarda ora per chiudere il cerchio sull’operazione rimpasto in giunta avviata solo sei giorni fa per affrontare le "ombre" calate sul suo esecutivo nell’ambito delle vicende giudiziarie sulla sanità e decide di andare avanti per la sua strada. I brucianti malumori emersi nella lunga riunione di oggi del gruppo regionale del Pd e comunicati nello stesso incontro al segretario regionale del Partito Democratico, Michele Emiliano, non possono intralciare, a suo parere, la soluzione di un problema: «intervenire chirurgicamente sulla macchina pubblica per estirpare i fenomeni strutturali di malcostume e di corruzione», come spiega in una nota diffusa nella tarda serata, mentre è ancora in corso un incontro-fiume con Emiliano. Non solo va avanti, ma così come annunciato ieri sera a tarda ora sceglie la giornata di oggi per assegnare le deleghe ai nuovi assessori.

La lunga e concitata giornata politica alla Regione Puglia è cominciata alle 13.30 quando si è riunito il gruppo regionale del Pd, proprio quando stava per concludersi il colloquio che il governatore della Puglia ha avuto con il pm Desiree Digeronimo che lo ha ascoltato come persona informata dei fatti nell’ambito di una delle inchieste sulla sanità della Procura di Bari, quella che il 6 febbraio ha portato alle dimissioni dell’assessore alla Sanità, Alberto Tedesco (Pd), raggiunto da un avviso di garanzia. Il gruppo regionale del Pd ha contestato le cinque nomine «esclusivamente personali» fatte da Vendola. Ignorando così la conferma, chiesta dalla segreteria regionale del partito, della delegazione del Pd nell’esecutivo regionale (escluso il vicepresidente della giunta Sandro Frisullo che aveva deciso di farsi da parte dopo che il suo nome è emerso nelle indagini su un giro di escort).

Vendola – accusano i consiglieri del Pd – non ha raggiunto i propri obiettivi iniziali, visto che l’allargamento alla parte moderata dello schieramento non è avvenuto. Il gruppo ha quindi chiesto a Emiliano, accompagnato dal capogruppo del Pd, Antonio Maniglio, di mediare con Vendola, presentando una serie di possibilità. I due insieme hanno lasciato via Capruzzi dove si era tenuta la riunione del gruppo regionale per raggiungere la presidenza, sul Lungomare di Bari. L’incontro è stato fatto. Le richieste avanzate sono state queste: riduzione del numero degli assessori ed esclusione degli "esterni", l’inserimento nell’esecutivo dei consiglieri regionali e non dei tecnici, la sostituzione di Dario Stefano, prima Pd e ora vicino all’area Udc, schierato contro il centrosinistra nell’ultima competizione elettorale. Tutte richieste rispedite da Vendola al mittente. Maniglio ha lasciato l’incontro visibilmente contrariato.

Un "ripartire" – così Vendola aveva spiegato la decisione dell’azzeramento della giunta – che ha rischiato invece di interrompere il cammino della coalizione di centrosinistra la cui tenuta è in queste ore in pericolo. È mortificato il Pd, sono mortificati gli assessori regionali "esclusi", come Barbieri, che si sentono ingiustamente coinvolti in una questione morale. Sono mortificati i consiglieri regionali del partito di Vendola, Sinistra e Libertà, che apprendono dalla stampa le decisioni del governatore.

Una situazione di malessere generale che sembra travolgere tutto, tanto che a tratti per tutta la giornata si è parlato di dimissioni di Vendola: certamente le chiedono i consiglieri del Pdl. Il coordinatore regionale, Francesco Amoruso, è chiaro: il Pdl è pronto a ritornare alle urne, ha il candidato pronto, annuncia la richiesta di una commissione di indagine interna e, soprattutto, non vede come Vendola con questa situazione politica possa affrontare il prossimo assestamento di bilancio e coprire il "buco" della sanità. Mercoledì si riuniscono i capigruppo alla Regione: sarà convocato il consiglio regionale. L’aula potrebbe riservare grosse sorprese.
Luisa Amneduni – Ansa

ECCO GLI ASSESSORI
Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha firmato stasera il decreto con il quale nomina i nuovi assessori del proprio esecutivo. Domani alle 15.00 si riunirà la giunta regionale. Ecco le nuove nomine: Loredana Capone (Pd): vicepresidente con delega allo Sviluppo economico (Attività produttive, Industria, Industria energetica, Artigianato, Commercio, Innovazione tecnologica, Fiere e mercati). Fabiano Amati (Pd): assessore alle Opere pubbliche. Onofrio Introna (Sl): assessore con delega all’Ecologia. Michele Losappio (Sl): assessore con delega al Lavoro, Cooperazione e Formazione professionale. Dario Stefano (ex Pd ora vicino all’Udc). assessore alle Risorse agroalimentari (Agricoltura, Alimentazione, Acquacoltura, Foreste, Caccia e pesca). Magda Terrevoli (Verdi): assessore al Turismo e Industria alberghiera. Gianfranco Viesti (tecnico): assessore con delega al Sud – Diritto allo studio (Pubblica Istruzione, Università, Beni culturali, Musei, Archivi, Biblioteche, Ricerca scientifica).

VENDOLA: NON CREDO CHE LA TENUTA DELLA COALIZIONE SIA A RISCHIO

«Non lo so, francamente non credo che la tenuta della coalizione sia a rischio. Penso che ci sono dolori che però per certi versi sono dolori del parto. Una nuova giunta è un parto nuovo e non c’è abilità ostetrica che renda completamente indolore questo passaggio». Lo ha detto poco fa il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, a conclusione del lungo incontro con il segretario regionale del Pd, Michele Emiliano, dopo il quale ha diffuso l’elenco delle deleghe assegnate ai nuovi assessori. «Francamente – ha continuato Vendola – le ragioni politiche dell’esperimento che abbiamo costruito in Puglia in questi anni che intendiamo non solo continuare ma arricchire, sono di fronte agli occhi di tutti, quindi io credo che andremo avanti». Tenterà di incontrare il gruppo regionale del Pd per ricucire?, gli è stato chiesto. «Vedremo nelle prossime ore. – ha risposto Vendola – Domani la cosa più importante per me è fare la giunta». «Io penso – ha concluso – che non mi sottrarrei perchè per me è sempre una occasione di arricchimento incontrarmi con i consiglieri, soprattutto con i consiglieri del principale partito della mia maggioranza».

VENDOLA: MI SENTO VICINO A EMILIANO

«Mi sento molto vicino al segretario del Pd, sindaco di Bari, Michele Emiliano. Penso che questa vicinanza rappresenti non solo uno straordinario sodalizio umano, penso che rappresenti un fatto politico, un fatto culturale». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, dopo aver diffuso, poco fa, l’elenco delle deleghe assegnate ai componenti della nuova giunta, al termine di un lungo incontro avuto con Emiliano che era anche presente – ma non ha voluto fare dichiarazioni ai giornalisti – quando il presidente della Regione ha parlato con i giornalisti.

«Naturalmente – ha aggiunto Vendola – lui ha dovuto anche guidare il momento sicuramente difficile per il suo partito, principale partner della mia coalizione, verso scelte che per alcuni pezzi possono essere difficili. Ma la politica è anche questo, è creazione ed è dolore. Non a caso la parola passione è voce del verbo patire». Con chi ha condiviso questa scelta?, è stato chiesto a Vendola che ha risposto: «La scelta è stata fatta in solitudine, l’esercizio dei pubblici uffici dei momenti topici comporta una indescrivibile solitudine perchè ti confronti con la tua coscienza e con i tuoi dolori e rispondi a questo, soprattutto in un passaggio molto delicato, aperto a tante insidie e a tanti veleni. Per scansare i proiettili vaganti o per bonificare dai veleni questo passaggio bisognava concluderlo il primo possibile».

Crede che queste scelte – hanno incalzato i giornalisti – possano scontentare quei consiglieri del Pd che oggi non hanno condiviso queste operazioni? «Io – ha detto Vendola – non conosco un rimpasto, un drastico ricambio di classe dirigente che venga seguito dagli applausi. Ogni crisi di governo e ogni ricostruzione di un quadro di governo produce naturalmente quello che i giornalisti descrivono come un campo di battaglia e quindi fibrillazioni, scontentezze, legittimissime aspettative che vengono frustrate anche perchè non si può fare una giunta a 70, si fa una giunta con 14 assessori più il presidente». «Credo – ha concluso – che alla fine, consumata la rabbia personale per una frustrazione comprensibile, in tutte le persone che compongono la mia maggioranza potrà prevalere il ragionamento, il senso politico di questa operazione».

VENDOLA: PER GLI ESCUSI GRATITUDINE SINCERA

 «Per quanto riguarda gli assessori che sono usciti io vorrei dire senza infingimento la gratitudine più sincera nei confronti innanzitutto di chi è stato soltanto sfiorato dagli echi giornalistici, dai rimbalzi mediatici di una inchiesta in corso. Parlo del mio vicepresidente Sandro Frisullo». Così il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha voluto rispondere oggi alle ‘accusè fatte, anche con lettere, dagli ‘esclusì dalla composizione della nuova giunta. «Sono state giornate – ha detto Vendola – terribili per tutti, giornate che hanno messo a dura prova anche la tenuta emotiva delle persone, anche la mia».

«Devo dire – ha continuato – che non era mia intenzione precostituire un giudizio nei confronti di Sandro Frisullo del quale non posso che rammentare la collaborazione fraterna durata quattro anni e mezzo, la lealtà e anche lo straordinario spirito di sacrificio con cui ha lavorato in questi anni in un settore importante che ha preso il volo, che ha avuto per la Puglia effetti straordinariamente frenetici».

Gli altri assessori che escono dalla giunta «non hanno avuto neanche, come è ovvio, come tutti sanno, nessun problema di nessun genere. Non c’entrano nulla di nulla con possibili coinvolgimenti». «Si tratta di persone – ha detto Vendola – »che hanno segnato, con la conduzione dei loro assessorati chiave, una svolta, che hanno impresso il segno della bonifica, della trasformazione. Ed è un segno talmente forte che non si potrà tornare indietro, come quello che hanno impresso Marco Barbieri alla formazione professionale, Massimo Ostillio per il turismo, Enzo Russo per l’agricoltura e Mimmo Lomelo per il diritto allo studio«. »La loro esclusione – ha concluso – «dipende solo dalla necessità di dare un segnale forte».