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Vieste/ Il sindaco all’Aqp: “La vostra replica fa acqua (non potabile) da tutte le parti”

 

Egregio Ing. Arace,
lungi da me dall’ inaugurare verso di Lei una contrapposizione personalistica o di volerLa additare al pubblico ludibrio per colpe che certamente possono essere non Sue, ma la controreplica da Voi, Aqp, redatta e diramata a Sua firma in risposta alle mie sacrosante e risentite valutazioni è il classico esempio di “toppa peggiore dello squarcio”, che testimonia ancora una volta una Vostra distanza siderale dalla realtà che si è vissuta e si vive in questi giorni di carenza idrica a Vieste e sul Gargano nord, rispetto a quella che supporta i vostri standard di servizio che ci hanno scaraventato in un emergenza di stampo terzomondista in pieno agosto.

Capisco che sentirvi additati in prima pagina vi obbliga ad una replica del tipo “cerchiamo di salvare la faccia” , ma è una linea di condotta che –ironia della sorte- “fa acqua da tutte le parti”. Basta leggersi la prima pagina del Corriere del Mezzogiorno di questa mattina, venerdì 21 agosto e non Ersilia Nobile Sindaco di Vieste, ma l’editorialista Franco Botta vi rimbrotta pesantemente scrivendo nell’editoriale di prima pagina, intitolato “Non solo turisti-polli” che: “…Altre cose discutibili accadono ancora e tra queste vi sono la decisione di razionare l’acqua da parte dell’Acquedotto pugliese, dato il periodo…”
Guardi, glielo dico senza presunzione alcuna, in alcuni casi è più produttivo “chiedere scusa agli utenti per i pesanti disagi arrecati” piuttosto che abbarbicarsi in attenuanti raccogliticce dove il pendolo della diagnosi improvvisata oscilla tra il “ci rubano molta acqua”,  ai “i prelievi sono troppo pesanti viste le presenze di turisti” (ad agosto la poderosa pressione antropica sul territorio di Vieste è una notizia da edizione straordinaria come quella che il sole sorgerà anche domattina e sempre dalla stessa direzione), nonchè “la condotta andrebbe riadeguata”, fino al “non possiamo aumentare la pressione di un’atmosfera altrimenti salta tutto!”. Così come ha oscillato pericolosamente il pendolo della terapìa improvvisata: da “stiamo aumentando la portata e riducendo altrove”, a “il serbatoio idrico è pieno fino a 3 metri”, fino a “stasera chiudiamo per star meglio da domani e mettere la parola fine ai disagi”. Din don dan di campane a vuoto intonati e rintronati prima e dopo ferragosto.
Questo è il repertorio da operetta che abbiamo udito dall’Aqp e non come informazione preventiva e previdente, ma come pour parler reso dopo tanti “risponde la segreteria telefonica di…” o se non dopo accorate sollecitazioni prefettizie.
L’Aqp si duole per accuse ritenute “ingiuste ed infondate”, ma non si duole per aver messo in condizione un intero comprensorio turistico ed in primis i sindaci e le amministrazioni che lo governano nelle condizioni di ricevere telefonate del tenore di “siete una realtà turistica da terzo mondo”,  o “32 ore senza una goccia d’acqua è da terroristi”, o anche “sono 10 giorni che torno dal lavoro e non riesco a farmi una doccia: è una condizione animalesca. La pagherete cara”. E rappresentiamo solo la punta dell’iceberg dell’ondata di protesta che ci ha bersagliato, perché per molte persone ciò che accade in un paese non può che essere colpa di chi vi amministra ed è dunque fermo assertore che chi gestisce i flussi di acqua, le reti idriche e fognarie (altra Waterloo) è l’amministrazione e non l’Aqp. Mi risparmio, altresì, di esporLe i serissimi e documentabili contraccolpi economici scaturiti in forma di partenze anticipate di turisti, di carenze igienico-sanitarie in incubazione, di attività commerciali e di ristorazione ridotte all’osso ecc.
L’Aqp dice anche di aver “garantito comunicazione diretta con ogni operatore responsabile del servizio in ogni occasione, utilizzando anche gli organi di stampa per una più diffusa informazione agli utenti, non mancando di anticipare ai Sindaci interessati i relativi comunicati stampa”. A parte che alle prime avvisaglie dell’emergenza idrica (profilatasi fin dal 25 luglio scorso) la comunicazione stampa agli utenti è stata chiesta e ottenuta dalla sottoscritta dopo ripetute ed accorate sollecitazioni al Prefetto ed a Vs autorevoli funzionari, nonché ai Vs fax di utenza telefonica e dunque nulla di preventivo. Successivamente, sono stata informata della previsione di “morbide” restrizioni per gentile cortesia, resa via e-mail, della Dr.ssa Antonella Caruso del Corriere del Mezzogiorno, sorpresa anche Lei che ai Sindaci non fosse stata diramata preventivamente la comunicazione medesima. Non rincaro la dose avvalendomi del tenore delle dichiarazioni rese dal collega Damiani di Vico e Vecera di Peschici.  Non voglio poi citare le rassicurazioni formalmente ed informalmente da Voi rese circa il contenimento se non il rientro dell’emergenza, che hanno assunto il carattere della beffa o della spiegazione soporifera.
Vede in Italia si ha il vezzo di giustificare sempre le proprie carenze appellandosi a quelle altrui e dimenticandosi che nel mezzo vi è comunque una propria parte che va sostenuta fino in fondo e che solo allora metterebbe in condizioni di bacchettare l’agire altrui. E mi creda, mi rincresce farglielo notare, ma l’Aqp ha registrato una condotta deludente per un ente che gestisce una utility così preziosa.
Con l’auspicio che si chiuda con i fatti questa inedificante vicenda, accolgo comunque il Suo invito ad ogni utile collaborazione per scongiurare il ripetersi di tale insostenibile evenienza.

Cordialmente
Vieste, il giorno 21 agosto 2009           
                            Il Sindaco
                        Dr.ssa Ersilia NOBILE