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LETTERA APERTA AL SINDACO ERSILIA NOBILE

Il trabucco
Il trabucco
Dal presidente dell’associazione "Trabucchi del Gargano" un secco NO alla trasformazione di questi antichi strumenti di pesca in ristoranti

Gentile Sindaco,
Lei come Sindaco della comunità  viestana ed io come presidente pro tempore dell’Associazione “Trabucchi del Gargano”, abbiamo avuto alcuni incontri  per cercare insieme una soluzione possibile alla crisi scoppiata da tempo all’interno della nostra Associazione, crisi che ha portato allo stallo e alla paralisi della stessa.
    E’ noto ormai, tutto e’ iniziato con la costruzione di due trabucchi in localita’ Baia della Tufara, trabucchi che gli organi di controllo hanno ritenuto non avessero tutte le autorizzazioni di rito, quindi abusivi.
    Nell’analisi degli avvenimenti, Lei ha valutato che l’Associazione avesse in questa occasione mancato di fermezza e determinazione, non avendo saputo imporre il fermo del cantiere in corso e il ripristino dello  status quo.
Al di là del fatto che l’Associazione non ha tra i propri compiti quello di vigilare sulla corretta esecuzione di trabucchi che non rientrino nel proprio programma di recupero, pertanto, se un socio intraprende una costruzione senza l’assenso degli organi consiliari, se ne assume ogni responsabilità, Le faccio timidamente notare che sul nostro territorio avvengono centinaia di abusi ambientali e nessuno riesce a contastarli seriamente, nè tantomeno  ci ha aiutato il Comune di Vieste che rilasciò a quella impresa addirittura una licenza edilizia pur in assenza della concessione dei suoli, fatto assolutamente inedito nella storia secolare dei trabucchi, scavalcando di fatto il Demanio Marittimo, unico Ente deputato a legittimare lavori sul mare.
    Parlammo anche del fatto perlomeno singolare che ha investito la ex Presidente, sig.ra Pina Cutolo. Lei, solamente sentita dalla Capitaneria di Porto sui fatti avvenuti, ma mai indagata, si è autosospesa dal suo incarico, dimostrando una sensibilita’ civica non comune. Stranamente, invece, quelli ai quali la magistratura inquirente ha inviato avvisi di garanzia sono ancora all’interno della nostra Associazione. Lei ha osservato che si e’ innocenti  fino a quando non interviene sentenza definitiva di condanna da parte del giudice. E qui le do ragione, anzi personalmente mi auguro che quelle persone rimangano innocenti anche dopo sentenza definitiva, anche se sara’ un po’ difficile credere che il magistrato giudicante possa ritenere responsabile  di quell’abuso solo lo Spirito Santo dall’Alto dei Cieli.
    Ma vede, Sindaco Nobile, io non mi rivolgo a Lei per queste cose. Ormai la frittata e’ stata confezionata, cotta e mangiata e gli argomenti di cui sopra sono solo esercizi accademici. Io vengo a Lei per ben altro ed e’ qui il senso di questa lettera, che vuole essere a futura memoria   non solo Sua , ma anche di tutta la cittadinanza viestana.
    I trabucchi di Vieste sono ad un bivio, ad una svolta che definirei epocale. Se prevarra’ nella nostra Associazione una certa corrente, che c’e’ sempre stata, ma che sempre siamo riusciti finora a contenere, si aprirà fatalmente la stagione della “liberalizzazione” dei trabucchi di Vieste. Detta in parole povere, incomincerà anche sul nostro territorio l’epoca del trabucco ristorante, del trabucco funzionale e complementare ad una struttura ricettiva turistica.
    Vediamo allora quali inquietanti scenari si aprirebbero sotto i nostri occhi.
Primo scenario: filo spinato, recinzioni, barriere di ogni genere, strade asfaltate sui costoni rocciosi, colate di cemento, insomma tutti gli arredi classici della cosiddetta “privatizzazione”. Il trabucco di Vieste, da sempre godibile da cielo, mare, terra, entrerebbe anche lui malinconicamente in quell’immenso lager nel quale siamo riusciti a rinchiudere  tutti i nostri posti più belli.
Secondo scenario: scatterà lo spirito di emulazione tipico di noi viestani. Ed ecco allora la corsa sfrenata al trabucco ristorante, laddove inevitabilmente la superba architettura del trabucco di Vieste per forza di cose verrebbe travolta e stravolta per potersi adattare ad una funzione che non sarebbe più la sua
    Terzo scenario: le rivalità, le gelosie, le lotte a coltello con gli altri ristoranti già esistenti nel retroterra, si moltiplicherebbero, quindi  danneggiamenti e sabotaggi, di cui abbiamo avuto già qualche inquietante prova.
    Se fossi in lei, eviterei tutto questo come la peste bubbonica. E se tutto questo dovesse realizzarsi, ci sarebbero molti responsabili, ma Lei sarebbe la responsabile numero uno, perché a Lei prima di ogni altro spetta  la difesa e la tutela dei beni ambientali e storici più significativi del nostro paese.
        Dicono che nella  stagione turistica ancora in corso abbiamo avuto, contrariamente  alla tendenza nazionale, una importante crescita della presenza turistica. A tutto questo sicuramente hanno dato il loro contributo i trabucchi di Vieste, trabucchi la cui immagine  la nostra Associazione, la sig.ra Cutolo in prima fila, ha saputo diffondere in tutto il mondo. Un turista su tre, venendo da noi, sa già che vedrà la sua maestosa, selvaggia bellezza. E visitandoli, assistendo
ad una sua operazione di pesca, ogni turista afferma di aver assistito ad uno spettacolo unico al mondo.
    Allora, Sindaco, avanzo una proposta che può apparire stravagante, ma che tale non è. Sul gonfalone della città di Vieste appare un leone. Quel leone, a mio modesto parere ruggisce sempre meno, la sua criniera, sempre più spelacchiata, dà la misura del degrado morale e civile sempre più evidente nella nostra comunità. Tolga quel leone, ormai senza senso, e metta sul gonfalone la figura superba del nostro trabucco, che meglio ci ricorderà le costumanze esemplari dei nostri avi da molti dimenticate. Trabucco, naturalmente, non accompagnato da uno squallido menu turistico.
                     

Suo suddito devoto

                            Enzo Spalatro