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Sanità in Puglia/ Si prevede un nuovo terremoto

Nè ‘sistema Tarantini’, nè ‘sistema Tedesco’. Le indagini della procura di Bari sul presunto intreccio tra affari e politica nella gestione della sanità pugliese avrebbero fatto emergere l’esistenza di un ‘sistema sanita». Un modello criminale che avrebbe gestito con disinvoltura, nel corso degli anni, il corposo bilancio della sanità, che quest’anno farà registrare un deficit che secondo stime ufficiali sarà almeno di 200 milioni di euro. Dall’inchiesta in corso sarebbe emerso che l’unico fine che la politica vuole raggiungere gestendo il bilancio della sanità è quello di affidare gli appalti badando al ritorno elettorale. Condotte queste che farebbero impallidire il sistema messo su – secondo l’accusa – dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini e dall’allora assessore pugliese alla sanità Alberto Tedesco, dimessosi dopo aver appreso di essere indagato. Questo binomio appalti-voti emergerà – secondo voci insistenti – in modo chiaro dalle indagini che entro la fine dell’anno, quindi con congruo anticipo sulle elezioni regionali, giungeranno tutte a conclusione e che a breve daranno una prima ‘scossa’.

Questa prossima ‘scossa’ – secondo varie fonti – arriverà dall’indagine del pm della Dda, Desirè Digeronimo, che negli ultimi tempi ha allargato i propri accertamenti e che, su input del procuratore Antonio Laudati, ha acquisito dai suoi colleghi materiale probatorio dal quale emergerebbe l’inedito spaccato di malaffare che ha caratterizzato la gestione della sanità pugliese. In questo scenario funzionari e dirigenti dell’assessorato, in cambio di favori fatti ad imprenditori, avrebbero ottenuto tangenti ed utilità, mentre i politici avrebbero gestito illecitamente gli appalti badando solo al proprio tornaconto elettorale. Così avrebbe fatto – secondo l’accusa – l’allora assessore Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, indagato nell’inchiesta nella quale si ipotizzano i reati di associazione per delinquere, corruzione, concussione, falso, abuso d’ufficio, voto di scambio e finanziamento illecito ai partiti.

Proprio per verificare quest’ultima ipotesi di reato il pm Digeronimo, nel luglio scorso, ha fatto acquisire i bilanci di cinque partiti pugliesi: Pd, Lista Emiliano, Sinistra e Libertà, Prc e Socialisti Autonomisti. Acquisizioni queste che tirano in ballo il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e il sindaco di Bari, Michele Emiliano, a cui fanno capo la Lista Emiliano e Sinistra e Libertà.

Ma c’è di più. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche compiute sarebbe emerso che l’attuale assessore alla sanità, Tommaso Fiore, subentrato il 6 febbraio scorso al dimissionario Alberto Tedesco, quand’era consulente privato del presidente Vendola avrebbe in qualche modo condizionato le scelte del governo regionale sulla sanità. Ciò sarebbe emerso anche durante l’audizione del 6 luglio scorso del presidente Vendola cui fu fatta ascoltare una conversazione intercettata e definita dallo stesso Vendola «sconveniente». Il lavoro che starebbe compiendo ora il magistrato è quello di evidenziare le condotte penalmente rilevanti, lasciando ad altri il giudizio su quelle politicamente riprovevoli. Un giudizio, quello giudiziario, che sarà affidato, dopo la prima ‘scossa’ che in molti danno per vicina, o alla notifica di avvisi di garanzia (se dovranno essere compiuti atti di indagine nei confronti degli inquisiti) ad indagati ‘eccellentì, oppure alla notifica agli stessi indagati dell’avviso di conclusione dell’inchiesta. Atti, questi, che non tarderanno ad arrivare perchè l’indagine deve concludersi con congruo anticipo sulle elezioni regionali della primavera 2010.
Roberto Buonavoglia