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Chi era l’uomo preistorico di Grotta Paglicci? Un africano!

Avevamo ragione tempo fa ad affacciare tale ipotesi, oggi lo conferma la ricostruzione del suo volto ad opera di Stefano Ricci dell’Universita’ di Siena – a Rignano, nelle prossime settimane, l’esposizione di eccezionali reperti – intanto prosegue la mostra "Darwin 1809-2009" a Bari – Enzo Pazienza ringrazia Parco, Soprintendenza e Universita’ di Siena. Secondo gli scienziati, circa 200.000 anni fa nasceva in una zona ristretta dell’Africa un uomo differente, dall’intelligenza superiore e da una praticità stilistica e di adattamento fuori dal comune. Si tratta del Sapiens, che nel giro di circa 160.000 anni ha rimpiazzato in tutto il mondo l’ormai obsoleto Homo Neanderthalensis.

E’ accaduto anche in Italia, dove la nuova specie si è stabilita principalmente in 7 aree: Grotta Paglicci a Rignano Garganico; Grotta delle Veneri a Parabita e giacimento di Samari a Gallipoli, i due siti leccesi; Caverna delle Arene Candide a Finale Ligure e Grotta dei Balzi Rossi a Ventimiglia (Liguria); Grotta del Romito a Papasidero (Calabria); e Grotta Ticchiara e Sant’Angelo Muxaro ad Agrigento (Sicilia). Questa affascinante teoria, come ha spiegato Stefano Ricci dell’Università degli Studi di Siena in un suo recentissimo sopralluogo presso la Mostra-Museo di Grotta Paglicci a Rignano, parla di 7 mamme progenitrici, che dall’Africa si sono spostate in Europa e diffuse nel globo terrestre. Dall’analisi del Dna mitocondriale, che si trova nel cosiddetto Mitocondrio cellulare (vera e propria centrale energetica degli organismi viventi), si è scoperto che l’attuale razza europea non è più antica di 45.000 anni.

A tale conclusione sono giunti qualche tempo fa i ricercatori del Centro romano di Antropologia molecolare per lo studio del Dna antico, guidato da Olga Rickards, scienziata di fama internazionale. La Rickards ha messo in piedi, assieme al suo team di esperti, una sorta di macchina del tempo, che analizza il Dna più arcaico. E’ grazie a questo Centro (ma anche a quelli di Pisa e Firenze) che si è potuto stabilire con certezza che non c’è alcun legame tra l’Homo di Neanderthal, che visse anche a Paglicci, e l’Homo Sapiens, di cui sono stati rinvenuti due scheletri umani interi nella grotta rignanese (un giovinetto di 11-12 anni, vissuto 23-24.000 anni fa, e una ragazza di 18-21 anni, deceduta 24-25.000). In più, la donna che abitava l’antro di Paglicci è stata certamente la madre evolutiva di tanti Homo Sapiens, che hanno poi colonizzato il Meridione, il Centro e il Settentrione italico. Parlare, però, di una razza nata in loco non è, secondo questa ultima teoria, una dichiarazione esatta.

Infatti, anche la specie vissuta in grotta, a sei-sette chilometri da Rignano Garganico, ha origini Africane. Probabilmente il Neanderthal di Paglicci è stato da essa sostituita, forse a causa della legge principale che disciplina da sempre natura: il più forte vince sul più debole. E oggi è il Dna mitocondriale a dimostrarla con scientificità assoluta.

Il volto dell’Uomo di Paglicci non lascia ombre di dubbio sulle nostre origini africane! L’Europa, quindi, è stata colonizzata dai popoli più evolutivamente illelligenti degli indigeni… chissà cosa ne perseranno Umberto Botti e suoi leghisti!

Nelle prossime settimane, come confermato dallo stesso Ricci, saranno esposti a Rignano i più importanti ritrovamenti di Grotta Paglicci, reperti che hanno stravolto la storia della preistoria oggi conosciuta.

Per concludere, mentre il volto dell’Uomo di Paglicci può essere visionato presso il Castello Svevo di Bari nell’ambito della mostra "Darwin 1809-2009" (http://www.darwin2009.it), si attende che il Parco Nazionale del Gargano decida a chi affidare le strutture museali realizzate in paese. A tal proposito si registra l’intervento del presidente del Centro Studi Paglicci, Enzo Pazienza, che si dice fiducioso nell’operato del presidente della riserva naturale Giandiego Gatta e ringrazia la Soprintendenza Archeologica della Puglia e l’Università di Siena per il brillante lavoro svolto e per l’eccezionale mostra messa in piedi in quel di Bari.

Ulteriori informazioni su http://www.paglicci.net