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Nuovo Piano Parco pronto entro il 2012

“Sarà necessaria una rivisitazione dei confini”.

 

La tempistica del neo commissario dell’ente parco del Gargano, Stefano Pecorella, che ha dato un nuovo impulso al percorso del Piano del Parco, se da una parte è, indiscutibilmente, apprezzabile, sull’altra faccia della medaglia c’è, da non dimenticare, la complessità che porta, ragionevolmente, a dire che, nella più ottimistica delle previsioni, il Piano potrà vedere la luce non prima del 2012.
Infatti, la legge prevede che i passaggi dalla regione agli enti locali e à tutti gli altri soggetti che possano avere interesse, abbiano un arco di tempo abbastanza consistente. Se poi, a tutto ciò si aggiunge che, gran parte dei sindaci dei diciotto Comuni che fanno parte dell’ente parco, ha, da sempre, valutato penalizzante per il territorio le linee guida che sorreggono l’impalcatura dell’Agriconsulting di Roma, società che ha redatto la bozza di piano su incarico della giunta dell’ente parco, guidata dall’allora presidente, Matteo Fusilli, non si può certamente ipotizzare che i prossimi passi, che verranno mossi, potranno essere spediti. I sindaci, nell’ultima riunione della comunità del parco, diversamente dalle precedenti, hanno espresso il loro parere una valutazione negativa, seppure, a stretta maggioranza, ma che comunque ha fatto sì che il primo atto del neo commissario sia potuto essere quello di trasmettere la bozza di piano alla regione che, tempo novanta giorni, dovrà valutarne la portata e, subito dopo, mettere il documento a disposizione delle amministrazioni comunali, del mondo ambientalista, e non solo, che, a loro volta, dovranno esprimere il proprio parere. Si può ben capire che la strada da percorrere, non solo è ancora molto lunga, ma c’è il rischio concreto che i tempi non potranno essere brevi.
E’ difficile pensare che gli amministratori comunali, in assenza di elementi nuovi, possano oggi sposare quanto, fino a ieri, hanno bocciato. E’ pur vero – spiega, a tale proposito, il sindaco di Rodi Garganico, Carmine D’Anelli- che si sono quantomeno affievolite le tensioni scoppiate quindici anni fa allorché venne istituita l’area protetta: non si possono dimenticare le sollevazioni popolari che infiammarono buona parte dei comuni; fortunatamente tutto ciò è alle spalle, ma non si può nascondere che, tuttavia, restano dubbi e preoccupazioni su strettoie e “gabbie” che, a parere di tanti, bloccherebbero il processo di crescita del Gargano”. Su questa valutazione, naturalmente, non sono d’accordo gli ambientalisti i quali, anzi, non solo chiedono di non toccare gli attuali centoventimila ettari di area protetta ma, anche se a bassa voce, auspicano che il perimetro possa ancora estendersi.

Franco Mastropaolo