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Manfredonia/ Pesca da oggi si cambia

Non più proroghe e deroghe alle disposizioni sulla pesca dettate dalla commissione europea: le reti a maglie più larghe e modifiche alle distanze minime dalla costa.

 

Da oggi, 1° giugno, entra in vigore il Regolamento Mediterraneo 1967/2006 sulla pesca dettato dalla commissione europea per la riqualificazione del mare, la protezione e conservazione delle risorse marine, e la riduzione dello sforzo di pesca attraverso modalità di cattura ovvero l’allargamento delle maglie (quadrate e di 40 millimetri)  e ampliamento delle distanze minime dalla costa  (più di 1,5 miglia sotto costa e 3 miglia per le draghe adoperate per la cattura dei bivalvi come telline e cannolicchi) che impediranno la cattura di esemplari di taglia piccola

Alla scadenza del 1° giugno la marineria sipontina, ma non è l’unica, non si è preparata a dovere. Al di là dell’avversione nutrita per le decisioni comunitarie che avrebbero fatto di tutt’erba un fascio senza tener conto che il Mediterraneo non ha le stesse caratteristiche e tipologie di pescato dell’oceano, e prescindendo anche dall’amarezza di doversi disfare di grossi quantitativi di reti giacenti in magazzino il cui valore è di diverse miglia di euro, i pescatori di Manfredonia dicono che le nuove reti sono irreperibili sul mercato: “anche i retifici storici che rappresentano il nostro punto di riferimento nella zona di San Benedetto del Tronto -dichiarano gli operatori dellea pesca- non producono ancora le reti a maglia quadrata più larga”. Non ne conosce il motivo ma c’è chi sussurra che il regolamento europeo non piaccia nemmeno alle aziende che devono dotarsi di nuovi macchinari di produzione e quindi farsi carico di nuove spese.

Federcopesca-Confcooperative ha intanto stilato un elenco delle specie ittiche che gli italiani non porteranno più a tavola: il “cicerello”, che fa parte delle cosiddette pesche speciali, catturato in Liguria, Calabria e Sicilia con la sciabica da natante o reti a circuizione di maglia molto fine da 3 mm, che diventeranno fuori legge; il “calamaretto”, che si cattura in tutta Italia, prevalentemente a strascico; il “cannolicchio”, pescato in Tirreno e Adriatico in modo professionale con le turbosoffianti (la draga penetra per circa 20-25 cm nel fondo del mare vicino alla costa dove vivono) vietate entro le 3 mm; il “rossetto” che si pesca in Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia e Abruzzo con la sciabica, reti a strascico, che saranno vietate, e a circuizione; il “bianchetto”, novellame della sardina, pescato in Liguria, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Abruzzo con lo strascico, reti a circuizione e sciabica, e anche in questo caso le dimensioni delle nuove maglie ne impediranno la cattura; il “latterino”, specie pescata in Friuli, Veneto ed Emilia Romagna; le “seppie”, pescate in Friuli, Veneto, Emilia Romagna a strascico: modalità di pesca consentita solo oltre le 3 miglia dalla costa; le “telline”: bivalve tipiche del Tirreno, catturate con la sciabica.

Circolava voce di uno sciopero, ma l’idea non ha trovato d’accordo tutta la categoria, protagonista in passato di alcune simili iniziative costate ad alcuni una denuncia e un  processo come avvene con la protesta per il caro-gasolio. E così ieri, alla vigilia dell’entrata in vigore del Regolamento e approfittando del ponte del 2 giugno, qualche equipaggio è uscito per una “prova”. Con quali risultati? Quelli temuti.

Anna Maria Vitulano