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Conti e Sanità/ Martedì il dibattito torna in Consiglio

Nuovo banco di prova, martedì prossimo, per la maggioranza di Nichi Vendola alle prese con la battaglia all’ultimo voto per l’assestamento di Bilancio. Il voto contrario dell’Udc e l’astensione dei «Moderati e Popolari» al rendiconto finanziario 2009 nell’ultima seduta, ha riportato sulla scena la questione dei numeri risicati della maggioranza consegnati dalle urne delle ultime Regionali.  Numeri con i quali è sufficiente l’assenza di un solo consigliere per mettere a rischio la maggioranza qualificata (la metà + 1 dell’Aula) richiesta. Il rischio, con il rendiconto, è stato sventato dall’inusuale voto a favore del presidente del consiglio regionale, che tradizionalmente si tiene fuori dall’«agone», ma non è detto che non si riproponga con l’assestamento.

Ma a tenere sulla graticola, in questi giorni, il centrosinistra pugliese è anche la questione sanità. Il piano di rientro per 450 milioni predisposto dall’assessore Tommaso Fiore, i cui tagli su posti letto e ospedali sono già risultati indigesti a molti amministratori locali, è ancora al vaglio del ministero per le ultime limature. Il responso è atteso la prossima settimana, ma di traverso ci si è messa la condizione posta dal governo per concedere il via libera: il ritiro delle delibera – già impugnata dinanzi dalla Consulta – sulle internalizzazioni. Il «nodo» sollevato dai tecnici è che quel progetto di assorbimento nelle società in-house che la Regione sta creando nelle sei Asl pugliesi è costoso e, dunque, inconciliabile con un piano di rientro che prevede tagli e risparmi. Viceversa, la giunta ritiene che la stabilizzazione degli oltre 7mila precari che lavorano nelle società fornitrici di servizi alle Asl sia fonte di risparmio. Un progetto, del resto, ritenuto da Vendola e da tutto il centrosinistra «qualificante» per la nuova legislatura. Tenerlo in piedi, però, potrebeb costare il rigetto del piano di rientro e la «sanzione» di 500 milioni di euro in meno sul riparto del Fondo sanitario nazionale. Auspica, così, «una seria e compatta posizione» dell’intero consiglio regionale Michele Ventricelli (Sel), mentre dall’Udc Euprepio Curto parla di «interferenza illeggittima e grave» da parte del governo nazionale, che avrebbe sospeso il giudizio sul piano in attesa del pronunciamento della Consulta sulle internalizzazioni. «L’articolo 117 della Costituzione – spiega – attribuisce alla competenza esclusiva dello Stato solo la determinazione dei livelli essenziali, non c’è invece traccia alcuna di competenze statali in ordine alle scelte di natura organizzativa.»

Le polemiche con il governo nazionale si intrecciano a quelle sul piano di rientro. «Vendola, oltre a non rispettare i cittadini, non tiene in considerazione neppure le istituzioni – denuncia Maurizio Friolo (Pdl) – visto che il passaggio in Commissione sarebbe dovuto avvenire in tempi e modi più consoni». E, sull’onda dell’allarme lanciato dal presidente della Provincia Ferrarese, aggiunge che «proprio nel Brindisino Vendola prima della campagna elettorale parlava di potenziamento e di costruzione di nuovi ospedali, ora l’unica certezza sono le chiusure». Diverso il parere di Patrizio Mazza dell’Idv: «la gente è disorientata, ma l’ospedale non deve più essere concepito come struttura “di ricovero e cura”, bensì come struttura di “diagnosi” e solo se necessario di ricovero. Per le cure si deve andare verso un sistema domiciliare o ambulatoriale».

BEPI MARTELLOTTA