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Troia / Ha comprato la casa ma dopo 28 anni ancora non gliela danno

Soltanto tre anni fa – era il 5 ottobre del 2007 – in una sua denuncia presentata alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lucera, Luciano Roseto, un ragioniere di Troia raccontava la sua odissea, identica a quella di altri 55 soci della cooperativa «La Troiana», per avere giustizia di una situazione a dir poco paradossale, se non altro.

 E denunciava il ragionier Roseto: «per l’acquisto di un appartamento di 113 metri quadrati più un box il prezzo concordato con “la Troiana” era stato di 36 milioni di lire (era il 1982), passato a 50 milioni di lire con il finanziamento pro socio di 14 milioni, ma non bastava e non sono bastati in quanto ad oggi (settembre 2007) non solo la casa ci è costata il doppio, ma non siamo né assegnatari in quanto non sono state mai assegnate le case per atto pubblico davanti al notaio né futuri acquirenti in quanto manca l’assegnazione né siamo in possesso di un patto di futura vendita…».

Eppure la cooperativa «La Troiana» a suo tempo poté godere di un finanziamento della Regione di circa due miliardi e mezzo di lire, oltre ad altri vari contributi: si dovevano costruire 56 appartamenti in «edilizia economica e popolare convenzionata a proprietà indivisa e in diritto di superficie, più 56 box auto». Il ragionier Roseto aggiungeva nella sua denuncia che quelle case dopo essere state costruite non furono sottoposte ad alcun collaudo, come previsto dalla legge.

Una situazione kafkiana per il 66enne ragioniere di Troia che, nonostante abbia girato in lungo e in largo, bussato alle porte di tanti uffici regionali, ancora non riesce ad ottenere una risposta al fatto che dopo tanti anni, pur avendo regolarmente pagato più del pattuito, l’appartamento di piazza Comboni 23 non sia ancora di sua proprietà: e basta moltiplicare tale situazione per 56, quanti sono i casi analoghi a quello denunciato da Luciano Roseto, ed ecco che si ottiene la misura di un mix che potrebbe rivelarsi anche esplosivo dal punto di vista della tensione sociale in una cittadina, del resto, proverbialmente tranquilla come Troia. Il ragionier Roseto ha anche chiesto che la Regione nomini un commissario ad acta che possa stabilire se i soci della Troiana che hanno regolarmento pagato sono i legittimi proprietari degli appartamenti costruiti con il contributo di fondi pubblici.

Vero è che la Regione conosce bene la situazione che si è venuta a creare a Troia e che in diverse occasioni ha richiesto atti e documentazioni ai vertici della cooperativa in questione, senza, però, mai ottenere alcunché. E del resto, dice Roseto «Neppure dalla Procura ho ottenuto valide risposte. Tutto è fermo, da Bari ci hanno fatto sapere che dobbiamo pazientare. Io non so più a chi rivolgermi né a quale altra porta bussare. All’origine di tutto penso vi siano intrecci anche di carattere parapolitico, anche per questo a suo tempo ho presentato una querela-denuncia contro i vertici della cooperativa “La Troiana”. Tutta una vita di sacrifici – racconta sconsolato Luciano Roseto – per poter acquistare una casa a prezzi convenzionati, e poi scoprire, dopo averla pagata più del doppio, che non sai se puoi chiamarti davvero proprietario». La palazzina di via Comboni racchiude un mistero. E’ un mistero dei tempi nostri: fatto di legge inapplicate, carte, scartoffie, ritardi e furbizie. Ma anche dolori e rabbia, come quella di un ragioniere cui hanno infranto un sogno.

Lello Vecchiarino

 

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