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Cera: “ Basta con l’Udc dei super 70enni. Serve un partito aperto

’onorevole Angelo Cera neo coordinatore provinciale del partito centrista motiva il suo braccio di ferro.

 

Stritolato da una dualità insanabile. Così appare il partito di Pierferdinando Casini in Capitanata. La nomina del deputato Angelo Ce ra come coordinatore provinciale ha scatenato una serie di atti di vero e proprio respingimento da parte dei gruppo dirigente fedele all’ex segretario Franco Di Giuseppe. Un reality tragicomico di affiliazioni, rivendicazioni, comunicati stampa, conferenze, convention. Per affermare chi è più centrista dell’altro. L’Attacco ha intervistato il parla- mentare sammarchese per ristabilire alcuni pezzi di verità uddicina.

Che partito è quello che è con lei, onorevole Cera? Lei dice che con Franco Di Giuseppe c’è la vecchia Udc. Che partito c’è, dunque, dall’altra parte?

Quello vecchio.I super 70enni. L’ho sempre detto: c’è un partito fuori incredibilmente grande. Il problema è di credibilità. Non devo ricordare i miei risultati. Contestualmente nel 2008 30 candidati alla provincia prendevano due punti percentuali in meno del sottoscritto. Domani mattina (oggi per chi legge ndr) presenterò un coordinamento provinciale di 60 persone.

Da quali ambienti provengono i volti nuovi dell’Udc che la seguono?
Dall’ambiente Udc. Questa è gente piena di contenuti, persone che lavoravano già per il territorio. Ci sono tantissimi dirigenti riconfermati, che oggi non fanno che rispettare il partito e il nuovo soggetto politico che sta per nascere: il Partito della Nazione. Quello che tiene legato qualcuno a Franco Di Giuseppe è una sorta di organizzazione non partitica, vedi Lucera, Manfredonia, Cerignola, una organizzazione di interessi di natura varia.

Che intende dire?
A Manfredonia, i consiglieri comunali che in un primo momento avevano aderito al progetto di autosospensione di Di Giuseppe, quando si sono consumatele nomine dei revisori dei corti e delle municipalizzati, hanno dovuto prendere atto che c’era un padrone, ossia l’amico Dicembrino, che stava lì per distribuire occasioni amministrative. A Lucera noi eravamo quattro, ma nessuno parla del fatto che due consiglieri di De Leonardis si sono messi in proprio e hanno chiesto un assessorato fuori del partito. A me parlano di partito e di rispetto delle regole, ma cosa è successo a Cerignola? Accordi sanciti e scritti, che prevedevano uno slittamento degli eletti, sono stati stracciati da De Leonarcdis che ha proposto i suoi assessori. Siccome io debbo fare un partito, un partito lo si fa scoraggiando questa azione correntizia. Un partito è qualcosa di molto più ampio, più aperto e igienicamente visibile.

Perché un qualsivoglia primo cittadino dovrebbe fidarsi di lei e non del consigliere regionale De Leonardis?
Perché io oggi sono il coordinatore provinciale dell’Unione di Centro. De Leonardis è presidente.

Il sindaco di Lucera, Pasquale Dotoli, però, ha preferito non sfiduciare il suo assessore al Bilancio, contrariamente a quanto lei aveva indicato.
Dotoli è stato al gioco. Ha esautorato dopo un giorno un nostro assessore, Carmine Bilancia, che oggi è coordinatore cittadino, per far entrare Di Ianni. Chi si è messo a giocare col partito è stato Di Ianni e questo avveniva in tempi non sospetti. Due amici di De Leonardis sono andati per proprio esigendo un assessorato. E siamo rimasti in due. A quel punto, dopo che Dotoli aveva rispettato i patti, Lello Di Ianni si inventa una federazione con altri due consiglieri.

Dotoli però non ha assecondato quello che il partito gli chiedeva.
Sono io che cerco risposte dal sindaco e da Di Ianni, perché qualcosa non funziona. La confusione c’è su tutte quelle postazioni più forti, che erano coordinate da Di Giuseppe, che ne era il commissario. Stranamente, come è accaduto in Provincia, alcuni fatti non si sono spiegati se non con una ragione: l’importante era portare voti a De Leonardis. Noi dobbiamo parlare fuori dai denti: davvero crediamo che la crisi a Palazzo Dogana sia così complessa? O piuttosto c’è un accordo con Pepe affinché tutti gli equilibri siano spostati su DeLeonardis?Altrimenti non riesco a capire perché Pasquale Pellegrino, che non era stato eletto nella prima fase delle elezioni, con un semplice apparentamento con il centrosinistra, è stato eletto e conserva l’unica agenzia rimasta all’Udc in Provincia. Bisognava recuperano a tutti i costi. All’Udc è stato consegnato un solo assessorato con 4 consiglieri: Quando mai 14 consiglieri compreso il presidente si prendono 8 assessori più il presidente e la vicepresidenza? All’Udc sono andati due assessori, di cui uno, Vascello, con legami parentali con Pepe. Qualcuno ha preso in giro il 16% dell’elettorato che ha votato Antonio Pepe. E questo che non scende giù. Qualcuno ha operato sin dall’inizio per creare questa situazione, evidentemente qualcuno che aveva un suo progetto. Ma il tutto si è risolto con una sentenza. Era un progetto che portava molto lontano, fino alla defenestrazione del sottoscritto dagli scranni di Montecitorio. La cagnara di oggi sarebbe stata la cagnara di domani. C’è un regolamento del partito che non può valere su tutto il territorio nazionale meno che in provincia di Foggia: è un regolamento che è stato messo su dai costituenti del Partito della Nazione, mica dame. Ci voleva il commissario, secondo Di Giuseppe. Il meccanismo è oliato: c’è la diatriba, facciamo arrivare il commissario. E intanto De Leonardis continua a non darmi i nomi. Perché? Perché nel momento in cui chiude la vertenza, il problema Di Giuseppe è risolto.

Qual è la natura vera del suo scontro con Di Giuseppe?
Io mi sono fidato quattro anni fa: Di Giuseppe credeva che io sarei andato in parlamento a svernare permettendogli di fare i suoi fatterelli politici qui. Noi abbiamo avuto un unico coordinatore provinciale vicario che si chiama Armando De Girolamo di Manfredonia, non altri. Quando vedo in giro Di Ianni, Simone, Grassi mi chiedo: questi chi sono? Da dove arrivano? Di Fronte ad un meccanismo di questo tipo, c’è un partito vero. L’ordine di scuderia della segreteria provinciale alle scorse Europee era Trematerra, Sanza, Cera. Dato per scontato che i dirigenti foggiani mi votano, ma su una graticola, l’input è partito dalla segreteria.Trematerra: l700voti.Sanza:2000.Cera: 15700. Sono stato il primo degli eletti in Puglia nell’Udc, mi sono candidato solo per spirito di servizio al partito. Conosco il sacrificio, sono stato eletto senatore ed impiccato per la mia amicizia con Follini, ma sono stato al posto mio.

Questo vuoi dire che lei ha una forza incisiva tra i centristi, nell’elettorato?
Certo. Ho partecipato alle regionali con un mio candidato, ma non l’ho seguito per correttezza nei confronti del partito e della lista, sono andato sul palco con lui il meno possibile. Non sono andato fisicamente a Manfredonia, a Cerignola. Non sono stato presente alle manifestazioni di Foggia. Ho mosso quello che potevo muovere. Lo dico perché le persone sagge i numeri se li leggono. De Leonardis ha ottenuto 8040 preferenze, Di Iorio 6975. l070 voti in più. A Foggia, De Leonardis ha preso 3300voti, Di Iorio 300. Il signor De Leonardis ha vinto per l000voti, per Foggia e il Subappennino, dove senza qualcuno che ti porta non entri. In tutti gli altri Comuni ha vinto Costanzo Di Iorio, a significare che quello è il partito. Pur con il prestigio e nomi che appoggiavano Giannicola De Leonardis, che era consigliere uscente, presidente della commissione bilancio quindi collocato a sinistra con Nichi Vendola, presente nella Asl con qualche sua pedina. Aveva con sé tutto il partito di Foggia, 5 consiglieri, tre assessori, Vascello, presidente di Apt ed ex assessore al turismo, un assessorato di spesa, Pepe che non gli è stato estraneo. Bene, se tutto questo produce solo il pacchetto di voti da lui ottenuto, mi chiedo che partito è mai questo. Di quale partito parliamo? Invito De Leonardis a distaccarsi da Di Giuseppe. Domani (oggi per chi legge ndr)viene Mauro Libè, l’uomo di fiducia di Pierferdinando Casini, responsabile Enti Locali. Il problema è uno solo: si chiama Franco Di Giuseppe, al quale De Leonardis doveva riferire le volontà di Casini espresse in quell’incontro romano. Di Giuseppe, dopo quella sentenza, non può avere più ruoli, ne va del progetto politico di Casini, che si gioca tutto sulla credibilità. Ha cacciato Cuffaro.

Adesso qual è lo scenario? Cosa accade se l’ex gruppo dirigente continua nella sua linea?
Non c’è alternativa, l’Udc va avanti, spero che De Leonardis, così come vedo dai manifesti, accetti il suo ruolo di presidente. Lo invito a fornirmi i suoi nominativi. Dobbiamo dare aria a questo partito, ho appena nominato coordinatore delle Tremiti Aniello Calabrese, un imprenditore del settore dei trasporti. linostro èunpartito digiovani. Ci saranno tantissimi arrivi. Su Foggia abbiamo tre consiglieri del centrodestra e quattro del centrosinistra, tutte persone di primissima fascia, che hanno già fissato un incontro con Casini.

Come legge, invece, lo schema nazionale? Si tornerà alle urne?
Il Pdl perderà 4 o 5punti e anche il Pd perderà consensi. Il primo vero guaio è la riconposizione di una sinistra forte. Se nel Pd ci sono troppe anime, la sinistra, invece è incarnata perfettamente da Nichi Vendola. Credo che saranno stoppate le vicende di Antonio Di Pietro. Sono convinto che Berlusconi sia verso la via del tramonto. Sarebbe, però, una iattura andare a votare con questa legge elettorale Il problema, infatti, è il Senato. Oggi tutti i partiti rimasti fuori nel 2008 tornerebbero ad essere rappresentati, chiunque vinca, pur con il premio di maggioranza alla Camera, andrebbe a ficcarsi in una palude.

Qualè il suo giudizio su Fli?
Sono convinto che avrà un recupero elettorale importante sul Pdl. Una fascia di elettori rimane di destra. Il rischio è che sulla legalità e le proposte per il Sud possa duplicare posizioni che sono nostre. Ma noi non dobbiamo avere paura, siamo un grande contenitore di moderati e abbiamo un leader vero che tutti ci invidiano. Pierferdinando Casini è il futuro.

Antonella Soccio
L’Attacco