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Vieste/ “Il disimpegno della politica”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Nella S.p.a. che non dorme mai i volti nuovi del personale anticipano le elezioni amministrative. Il conto economico quadra. Altre coordinate geografiche: il presidente è finito in una informativa dell’Arma dei Carabinieri. Bella gente.  
Molti mi rimproverano di essere troppo lungo nei miei documenti. La complessità della realtà merita un’analisi più approfondita possibile. E poi, carissimi amici, “responsabili del pensiero”, la fatica di scrivere questo documento, “senza percepire una lira”, è di gran lunga superiore allo sforzo che farete nel capire le coordinate del mio pensiero, che in ogni caso già intuite dal titolo. Lo sforzo di trasformare in carta scritta la contaminazione di valori con persone ed esperienze (amicizie, letture, studi) – in realtà mi faccio portatore dei pensieri altrui, raccolti per strada, sulle spiagge, sui libri, semplicemente arricchiti con delle modestissime personali riflessioni – è grande ma allo stesso tempo gratificante perché credo che le mie idee, le nostre idee, condivise o meno, potranno un giorno contribuire al rinnovamento della società di Vieste. Continuo, in un misto di scoramento e soddisfazione, ad essere l’unico ad aver raccolto la sfida lanciata molto tempo fa dall’amico Michele Eugenio. Per gli altri, inclini all’invidia e alla malevolenza, non abituati “alla comune fatica del pensare”, per la difficoltà di interpretare i circuiti complessi e articolati della realtà, si consiglia di proseguire la lettura con cautela per non compromettere irrimediabilmente il già modesto e malandato apparato psichico. Con questo documento inauguro un nuovo filone d’indagine sul ruolo del Consiglio Comunale di Vieste alla vigilia delle elezioni amministrative.
Buona lettura.
Ricondurre i gravissimi fatti di ordine pubblico che hanno interessato la nostra comunità nell’ultimo anno nell’alveo della microcriminalità e della malavita è un’operazione che tende a minimizzare il fenomeno criminale. Le parole del sindaco di Vieste, dottoressa Ersilia Nobile, pronunciate durante il messaggio (video) di fine anno, sono cariche di significati e conseguenze. Il silenzio dell’opposizione di sinistra continua.
Toccherà alla Magistratura individuare “la forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali” (art. 416 bis Codice Penale. Associazione di tipo mafioso), e nello specifico alla Direzione distrettuale antimafia di Bari l’individuazione dei delitti a valenza mafiosa propri dell’art. 51 c.p.p. comma 3-bis.
Tuttavia, in attesa che la Magistratura e le forze dell’Ordine facciano il proprio lavoro, voglio tentare, nei limiti delle mie conoscenze giuridiche e quindi nella consapevolezza di commettere errori, di dare il mio contributo civico a una discussione che non c’è nelle piazze e nel Consiglio Comunale di Vieste, invitando i lettori a farsi avanti per squarciare il silenzio e garantire ai vostri figli la necessaria sicurezza e tranquillità in una comunità politica trasparente e ispirata ai principi della legalità. Al di là dei dati delle note investigative, dovremmo forse aspettare lo scioglimento del Comune di Vieste per infiltrazione mafiosa, la presenza in loco di beni sequestrati e confiscati, la condanna con sentenza passata in giudicato per associazione mafiosa di clan criminali della zona, per inserire la politica dell’antimafia nello Statuto Comunale del Comune di Vieste e nelle linee programmatiche dei candidati alla carica di sindaco in vista delle imminenti amministrative, quale logica premessa della mobilitazione antimafia della società civile e dimostrazione concreta della necessaria vicinanza alle Forze dell’Ordine, alla Magistratura, agli imprenditori onesti che si ribellano alle mafie, alla società civile, nella condivisa lotta ai fenomeni mafiosi?
Prima di tentare di dare una risposta al quesito, l’importanza di approntare una “politica dell’antimafia”, capace di improntare lo Statuto Comunale e le linee programmatiche dei partiti ai principi della legalità, nasce da una molteplicità di considerazioni:
1.    I confini comunali non reggono di fronte agli interessi economici della criminalità;
2.    Presenza nella Provincia di Foggia di gruppi organizzati che si distinguono per “una speciale capacità aggressiva che, motivata proprio dal controllo del mercato degli stupefacenti e delle estorsioni, presenta indici di diffusa e costante pericolosità, capace di passare dal controllo economico-territoriale di quei settori d’interesse a infiltrazioni nel sistema economico e politico” (Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, Relazione Annuale, 30 luglio 2003, Documento XXIII n. 3, XIV Legislatura);
3.    “In diversi processi celebrati dall’autorità giudiziaria, sono stati evidenziati i caratteri della mafiosità che connotano la criminalità foggiana e, altresì, collegamenti di essa con la Camorra napoletana e la ’Ndrangheta calabrese” (Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, Relazione Annuale, 30 luglio 2003, Documento XXIII n. 3, XIV Legislatura);
4.     “La disponibilità di ricchezze della criminalità pugliese comporta la possibilità di condizionare le economie locali e le imprese di interferire, se occorre, nella vita politica” (Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare, Relazione Annuale, 30 luglio 2003, Documento XXIII n. 3, XIV Legislatura);
5.    La Puglia ha registrato nel I° semestre 2010 un rilevante aumento delle segnalazioni di operazioni sospette che sono pervenute alla Direzione Investigativa Antimafia dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. Sono 463 le segnalazioni pervenute con 11 segnalazioni trattenute dalla Direzione Investigativa Antimafia. Sono 13 le segnalazioni sospette trattenute dalla Direzione Investigativa Antimafia nel semestre in esame concernenti la Criminalità organizzata pugliese (Relazione al Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia, gennaio/giugno 2010);
6.    La Puglia si classifica quarta in Italia nel primo semestre del 2010 per numero di segnalazioni per estorsione (224) e soggetti denunciati per estorsione (381), per usura (10) e soggetti denunciati per usura (114). (Relazione al Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia, gennaio/giugno 2010). L’usura e il racket “nella maggior parte dei casi sono appannaggio della criminalità organizzata” (monsignor Alberto D’Urso, segretario nazionale Consulta nazionale antiusura, audizione dei rappresentanti della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura -Fai- e della Consulta nazionale antiusura, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni anche straniere, martedì 27 aprile 2010,  resoconto stenografico n. 42). L’estorsione è uno “strumento strategicamente praticato per il controllo capillare del territorio, cioè per guadagnarsi quel consenso sul territorio che e` il presupposto strategico per sviluppare al meglio le proprie attività criminali” (Prefetto Giosuè Marino, audizione del Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Giosuè Marino, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni anche straniere, martedì 4 maggio 2010, resoconto stenografico n. 44). L’usura “risponde preminentemente a finalità di riciclaggio, ma anche alla finalità di acquisire, attraverso la pressione che si esercita sull’imprenditore usurato, il patrimonio che costui ha a disposizione. E’ prevalente il ruolo delle organizzazioni mafiose con riferimento all’usura. Attraverso questo tipo di attività l’organizzazione ha la possibilità di proiettarsi sui mercati commerciali e sui mercati finanziari interni ed esteri. Con l’usura l’organizzazione si fa impresa” (Prefetto Giosuè Marino, audizione del Commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, prefetto Giosuè Marino, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni anche straniere, martedì 4 maggio 2010, resoconto stenografico n. 44);
7.    “Nel condizionamento delle istituzioni e delle burocrazie locali, la criminalità realizza una delle forme più efficaci di controllo del territorio” (Giuseppe Pisanu, Esame dello studio predisposto dal Censis sul condizionamento delle mafie sull’economia, sulla società e sulle istituzioni del Mezzogiorno, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni anche straniere, mercoledì 30 settembre 2009, resoconto stenografico n. 22).
Alla luce delle suindicate motivazioni, in chiave preventiva, chiedo all’Amministrazione Comunale di Vieste e alle forze politiche impegnate nella prossima competizione elettorale, un concreto impegno contro le mafie. La politica prevede un’assunzione di responsabilità. Il Procuratore della Repubblica di Foggia, dott. Vincenzo Russo, ha recentemente affermato che “le tensioni sociali, le emergenze abitative, la disoccupazione, il degrado generale, hanno un ruolo nella diffusione della criminalità” e “auspica buoni esempi da chi ci governa, da chi gestisce il potere sia esso economico e politico”. La Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare auspicava già dal luglio 2003 per la provincia di Foggia, “speciale attenzione da parte dei soggetti istituzionali, dei partiti, del mondo della imprenditoria e del sindacato, al fine di impedire che una criminalità che dimostra diffusa strutturazione e capacità operativa possa estendere e accentuare le sue aggressioni al tessuto economico” (Relazione Annuale, 30 luglio 2003, Documento XXIII n. 3, XIV Legislatura). Si chiede, pertanto, all’Amministrazione Comunale di Vieste:
1.    Una seduta straordinaria del Consiglio Comunale dedicata alla discussione sulle possibili infiltrazioni mafiose nel territorio comunale;
2.    La convocazione del Consiglio Comunale ai sensi dell’art. 1 comma 3 dello Statuto Comunale (“Il Presidente del Consiglio Comunale è tenuto a convocare, almeno una volta nel triennio, il Consiglio, allargato alla rappresentanza della società civile per la verifica della coerenza dello Statuto alle leggi sopravvenute e ai processi evolutivi della Comunità internazionale, nazionale e locale”);
3.    La revisione statutaria finalizzata all’inserimento di una norma integrativa, sul modello dell’art. 2 dello Statuto Comunale di Polistena, dell’art. 6 dello Statuto Comunale di Catania e dell’art. 114 dello Statuto Comunale di Pavia, che faccia esplicito riferimento alla lotta contro le mafie e preveda la costituzione di parte civile per i reati elencati all’art. 51 c.p.p. comma 3-bis. La modifica dello Statuto Comunale in tal senso rende possibile l’istituzione di una commissione speciale, nello specifico una commissione consiliare antimafia, sul modello adottato dal Comune di Pavia il 17 febbraio 2010, in grado di riempire di contenuti il riferimento statutario alla lotta contro le mafie. La commissione consiliare antimafia verifica l’eventuale penetrazione della mafia nel territorio di Vieste, “può aumentare la trasparenza nelle procedure degli appalti e subappalti con particolare vigilanza sulle procedure dalla progettazione al primo affidamento, fino all’esecuzione completa dell’opera e  sull’adempimento di quanto previsto nei bandi da parte delle ditte che vincono gli appalti”, può indagare sulle opere pubbliche incompiute, sul rilascio delle concessioni edilizie, “può realizzare progetti e iniziative tese a conoscere, analizzare, prevenire e arginare i gravi fenomeni della criminalità organizzata: usura, racket, devianze minorile, dispersione scolastica, ecomafia”, ecc.. Il Consiglio, quindi, indica alla Commissione i seguenti di attività: appalti pubblici, subappalti e opere incompiute, racket, commercio,  edilizia, turismo, smaltimento rifiuti, immobiliare, droga e altri reati che interessano il Gargano e Vieste. La Commissione antimafia “con la partecipazione di un rappresentante per gruppo predispone un programma di attività e lo riferisce al Consiglio Comunale per una discussione approfondita e per i suggerimenti che ritiene opportuni. Entro un anno, dalla sua costituzione, la Commissione rassegna una relazione al Consiglio Comunale sul lavoro svolto e sui risultati che ne saranno scaturiti. Della Commissione fanno parte anche due membri esterni, un Magistrato della Direzione distrettuale antimafia e un rappresentante della Direzione investigativa antimafia” (verbale del Consiglio Comunale di Pavia del 1/12/2008);
4.    Il conferimento della cittadinanza onoraria a magistrati e giornalisti impegnati nella lotta contro le mafie, l’intestazione di strade cittadine alle vittime della mafia;
5.    La sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Prefettura di Foggia, sul modello del secondo Contratto di sicurezza stipulato tra la Prefettura di Modena e il Comune di Modena nel 2005, finalizzato “alla realizzazione d’iniziative coordinate per un governo complessivo della sicurezza della città”, con particolare riferimento alle seguenti tematiche: settori degli appalti, autorizzazioni agli esercizi pubblici e commerciali, interventi urbanistici, iniziative di assetto urbanistico finalizzate al recupero ed alla riqualificazione delle aree urbane, tossicodipendenze, immigrazione, assistenza alle vittime dei reati, contrasto diretto o indiretto di comportamenti devianti;
6.    La preferenza nell’affidamento delle concessioni di lavori pubblici del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e dell’art. 55 comma 4 (“il bando di gara può prevedere che non si procederà ad aggiudicazione nel caso di una sola offerta valida, ovvero nel caso di due sole offerte valide, che non verranno aperte”).
Si chiede a tutti i segretari dei partiti politici e ai promotori delle liste civiche:
1.    Di dire no ai candidati e voti legati alla mafia. In particolare si chiede di farsi “garanti della candidatura presentata in occasione delle imminenti amministrative ed abbiano il coraggio di rifiutare senza compromessi i voti clientelari e opachi, le candidature di chiunque non garantisca la totale estraneità a tale sistema” (Petizione Appello ai segretari nazionali dei partiti politici per le elezioni regionali in Calabria, creata e scritta da Anna Falcone);
2.    Di adottare il Codice di autoregolamentazione delle candidature approvato all’unanimità dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta del 3 aprile 2007 (presidente Francesco Forgione) e condiviso dall’attuale Commissione parlamentare antimafia e dal suo presidente On. Pisanu (Relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, in materia di formazione delle liste dei candidati per le elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali approvata dalla Commissione nella seduta del 18 febbraio 2010) che, su base volontaristica, individua le cause ostative alla candidatura in una serie di fattispecie che non si limitano più a quelle previste dall’art. 58 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Sono molto significative le parole di Francesco Forgione sulla ratio del Codice: “rendere trasparente sia i meccanismi di selezione della classe dirigente che la gestione delle istituzioni. Occorre agire subito, durante la fase delle responsabilità politica prima ancora che su quella penale. Il Codice mette in evidenza la responsabilità politica  e prevede la non candidabilità di soggetti che si trovano in una condizione di rinvio a giudizio per tutta una tipologia di reati di forte gravità e allarme sociale, sono reati legati alla mafia, perfino il favoreggiamento aggravato alla mafia, racket, usura, strage, per i quali non si aspetta la condanna ma già il rinvio a giudizio determina la condizione di non candidabilità”. ”.
3.    Di impegnarsi pubblicamente, in previsione futura, per “l’affidamento in concessione, per finalità sociali, dei beni confiscati alla criminalità organizzata, a favore di soggetti privati” ai sensi dell’art.3 della legge 07/03/1996 n.109/96”, per la costituzione di un consorzio sul modello del Consorzio Sviluppo e Legalità, sorto il 30 maggio 2000, su iniziativa della Prefettura di Palermo, allo scopo di consentire a otto Comuni della Provincia di Palermo “di amministrare in forma associata e per finalità sociali i beni confiscati alla criminalità organizzata” (“l’attività di confisca dei beni è assolutamente strategica nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata perché scardina il consenso sociale che l’organizzazione criminale acquisisce sul territorio”) ;
Non credo ci sia traccia nel Consiglio Comunale di Vieste del necessario e concreto impegno  antimafia che caratterizza uomini come il Presidente della Commissione Antimafia, On. Pisanu. Sconcerta ed è vergognosa l’assoluta assenza dell’opposizione di sinistra che vanifica a livello locale la forte mobilitazione antimafia dei dirigenti nazionali di S.E.L. (Presidente Vendola,  On. Fava) e del Partito Democratico.
Amen.
Spero vogliate apportare un contributo, senza nascondervi dietro ai nick name.
Buon anno antimafia.
Lazzaro Santoro

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