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Tagli sanità: la Capitanata fa muro

Tavolo politico-istituzionale bipartisan a Palazzo Dogana. "No" alla soppressione degli ospedali.

 

La Capitanata vuole fare la sua parte nel piano di rientro e di riordino ospedaliero della sanità pugliese. Ma dice “no” alla chiusura secca degli ospedali. Sì invece alla riconversione, accompagnata da un reale potenziamento dell’offerta territoriale e domiciliare, unica strada –reale e concreta- per l’abbattimento dei ricoveri impropri. Le soluzioni ci sarebbero e sono emerse nel tavolo politico-istituzionale convocato a Palazzo Dogana dal presidente Pepe. Presente tutta la pattuglia di consiglieri regionali, il presidente dell’ordine dei Medici Salvatore Onorati e i sindaci di Capitanata, da quelli di Monte S.Angelo, Torremaggiore e San Marco in Lamis (i cui nosocomi rischiano la disattivazione) ai rappresentanti di Foggia, Lucera, Cerignola, San Severo. Muove dunque i primi passi il fronte bipartisan creatosi a difesa delle ragioni della Capitanata presso il governo regionale in materia di tagli in sanità. E se il centrodestra apprezza ma teme che sia troppo tardi, il presidente della III commissione regionale Dino Marino si difende e rassicura: i margini di modifica del deliberato regionale ci sono, fermi restando però i saldi finanziari, quei 450 milioni di euro da recuperare entro il 2012. E via all’affondo contro lo stesso governo: “Il futuro del nostro territorio –dice Marino- non può essere affidato al mero calcolo di due funzionari dell’assessorato regionale alla Salute”. La strada da seguire per conciliare i bisogni (risparmio ed assistenza ad un tempo) è quello della riconversione e della rifunzionalizzazione dei reparti. Si pensa ad investimenti nel campo della riabilitazione a Torremaggiore, nel campo dell’oncologia a San Marco in Lamis, lungodegenza e geriatria a Monte S.Angelo. Mentre il sindaco di Foggia Gianni Mongelli ha posto l’attenzione sul rilancio del Policlinico Riuniti. La Capitanata insomma cerca di mobilitarsi all’unisono, prima che sia troppo tardi. Da giovedì, infatti, partiranno le sedute in commissione sanità. Entro la metà di febbraio il piano –così come ritoccato- approderà in consiglio regionale.

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