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Premio ‘Matteo Salvatore – la leggenda del cantastorie solitario’

Sesta edizione della kermesse per tenere in vita il ricordo del cantautore.

 

Si svolgerà venerdì 25 febbraio presso il Teatro del Fuoco la sesta edizione del “PREMIO MATTEO SALVATORE la leggenda del cantastorie solitario” . Organizzato dalle associazioni culturali Girotondo Pugliese e La Carboneria, patrocinato da Provincia di Foggia, Biblioteca Magna Capitana, Comune di Foggia, Confindustria, Club Tenco Sanremo. Come consuetudine la mission della manifestazione prevede la partecipazione di artisti  ispirati da una terra di appartenenza come lo fu la terra di Puglia per il compianto Matteo Salvatore. Saliranno sul palco del Fuoco i RADIO DERVISH di Nabil Salameh e Michele Lobaccaro    che nel tempo, partendo da una matrice world, hanno moltiplicato le loro esperienze musicali in ogni direzione, lasciando tracce di questo ricco percorso anche a livello discografico lavorando sempre in stretta collaborazione con il talento musicale Alessandro Pipino. Reduci dall’ultimo disco  Bandervish (Princigalli Produzioni/Il Manifesto) 12 tracce arrangiate da Livio Minafra nelle quali le inconfondibili melodie dei Radiodervish si mescolano alle sonorità tradizionali della Banda di Sannicandro di Bari, trasformandosi in una sorprendente miscellanea di suoni che rimbalza  nel Mediterraneo. LUCILLA GALEAZZI designata dal Club Tenco (ogni anno l’organizzazione Sanremese destina un proprio artista al Premio cantautorale di Foggia). Entra a far parte del Quartetto Vocale di Giovanna Marini con la quale collabora a numerosi spettacoli e dischi, fino al 1994. Collabora con Roberto De Simone per l’Opera di Napoli con Irene Papas. Forma con Ambrogio Sparagna e C. Rizzo  il gruppo Il Trillo molto attivo all’estero. E’ tra i vincitori del Festival di Recanati con la canzone "Il canto magico delle sirene" nonché Targa Tenco anno 2006. GIANA GUAIANA è una cantante di origini trapanesi che vive a Palermo. La scelta della Sicilia e del Mare Nostrum e’ insieme scelta del cuore e scelta metodologica che si inserisce in un più ampio interesse per la musica in genere e, nello specifico, per i canti tradizionali considerati potenti mezzi espressivi e comunicativi, finestra sull’etica, la cultura, la storia dei popoli. Il repertorio spazierà soprattutto fra canti d’amore sacro e profano e canti della tradizione dei cantastorie. Ad aprire la serata ci penserà una realtà del panorama locale: MARIO SALVATORE il cantante foggiano con origini in Torre Annunziata. Sin dagli anni ’80 rilancia con determinazione la canzone classica napoletana e lo fa con un progetto che si intitola “Così cantava Napoli” che lo porta ad esibizioni all’estero come Wheaton Village in occasione delle celebrazioni della cultura italo americana, oltre a diversi altri concerti tra cui quello di Philadelphia e al teatro Savoy di Helsinki dove tiene il suo concerto organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura. Una presenza negli anni attesa è quella del giovane NICOLA BRIUOLO. Il maestro gli insegnò i rudimenti sullo strumento, i suoi personalissimi fraseggi tanto da poter considerare Nicola Briuolo oggi, l’unico allievo del cantastorie. Così come fu per Matteo l’anziano maestro cieco e suonatore di violino, in sua gioventù. Riceveranno un riconoscimento ufficiale anche il produttore artistico MARCELLO CORVINO, foggiano che da anni vive ed opera a Bologna. Introdurrà una lettura scenica tratta da un brano di M. Salvatore   COSIMO DAMIANO DAMATO regista e scrittore che insieme ad Angelo Cavallo ha ripercorso la vita del cantastorie per farla diventare un soggetto e sceneggiatura (firmata C. Damato/A. Cavallo) per un Docu-fiction prodotta da Marcello Corvino con la regia di Cosimo Damiano Damato e la partecipazione di due pugliesi D.O.C. quali Michele Placido e Renzo Arbore.
Viene così ricordato ogni anno Matteo Salvatore, con un premio a lui dedicato e voluto dai suoi amici di sempre che aggiungono alla kermesse  l’impegno di un opera cinematografica (da tempo pensata) per tenere in vita il ricordo di chi fu una documentazione vivente dell’antica e rituale società agricolo-pastorale del Gargano, immobile e sfruttata. Dagli inimitabili suoi modi interpretativi, scavati in una amarezza macerata e rarefatta, ma imprevedibilmente fonica.