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Consorzio del Gargano, la denuncia della Fai Cisl

"Al Consorzio di Bonifica Montana del Gargano si è verificata un’incredibile retromarcia sulla riqualificazione del personale. Una situazione inaccettabile soprattutto perchè attuata su richiesta di una organizzazione sindacale, che invece di tutelare gli interessi dei lavoratori persegue ingiustificabili finalità, mirando a distinguere e dividere i lavoratori dell’Ente".  E’ la denuncia della Fai Cisl di Foggia che denuncia l’accaduto chiedendo all’Amministrazione di confermare i provvedimenti assunti. "L’11 marzo 2011 è stata consegnata la delibera (n. 40/2011) con la quale il Consorzio del Gargano, dopo una trattativa durata più di un anno con le organizzazioni sindacali sull’attribuzione di profili professionali e parametri retributivi, inspiegabilmente – rilevano la segreteria provinciale ed aziendale della Fai – torna indietro su nove provvedimenti da esso stesso promulgati". I dipendenti interessati avevano visto il riconoscimento del parametro 159, rispetto al 157, come una gratifica contrattuale rispetto agli anni di lavoro, in buona parte superiori al quindicennio. "Si è chiesto, nel mese di luglio 2010, ai dipendenti interessati – ricorda la Fai Cisl – di produrre un curriculum vitae al fine di valutare la possibilità di riconoscere l’inquadramento più favorevole. In conclusione, è emerso che tutti i dipendenti erano meritevoli di riqualificazione in base a criteri oggettivi dell’attribuzione del parametro retributivo 159". Pertanto, la Deputazione Amministrativa decise di attribuire tali parametri ai dipendenti interessati. "A seguito di una strana comunicazione a firma dell’RSA della FLAI CGIL la stessa amministrazione il 29 ottobre 2010 decise di sospendere l’esecutività delle relative delibere. Successivamente la stessa Amministrazione decise di chiedere un parere di competenza su quanto deliberato allo SNEBI. Dopo questa fase, a distanza di sei mesi dai provvedimenti di attribuzione dei parametri, l’Amministrazione è tornata indietro e ha deciso di annullare l’attribuzione di tali parametri ai dipendenti interessati, adducendo tra le varie motivazioni la non uniformità di vedute tra le Rappresentanze Sindacali Aziendali". Per questi motivi, la Fai Cisl attribuisce al comportamento della CGIL la responsabilità di aver cagionato un danno ai lavoratori interessati. "Questo sicuramente provoca sfiducia e pregiudizio rispetto a quello che potranno essere le relazioni sindacali future – rileva la Fai Cisl – sulle quali aleggerà il ruolo oscuro della Cgil, che ha di fatto ostacolato questo processo di riqualificazione del personale". A tal fine, come si deve considerare – chiede la Fai Cisl – un’Amministrazione che non ha saputo correttamente valutare i propri dipendenti creando aspettative che sono state disattese? Come si potrà continuare ad avere relazioni sindacali serene? Come si dovrà affrontare il tavolo delle trattative sindacali con la consapevolezza che con la scusa di rivedere la forma di fatto si vuole cambiarne la sostanza?. Auspichiamo – conclude la Fai Cisl – una presa di posizione delle organizzazioni territoriali di categoria che sono state informate della vicenda. Al momento, si è creato un forte malumore tra tutti i lavoratori che pensano di essere stati illusi ed ingannati".