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Vieste/ Una microtelecamera nell’orologio del boss scoperta dai carabinieri

Al momento dell’arresto di Angelo Notarangelo per il blitz “Medioevo”: si dice innocente.

 

Perchè il presunto boss portato in caserma prima d’essere trasferito in carcere toccava con insistenza l’orologio al polso? I carabinieri hanno voluto vederci chiaro, facendosi consegnare l’orologio e scoprendo al suo interno una microtelecamera che registrava su una scheda: orologio e scheda sono stati sequestrati. E’ la curiosità – di cui si è appreso ora  -dell’arresto di Angelo Notarangelo, il trentaquattrenne viestano detto o «cintaridd», fermato il 14 aprile con 6 compaesani nel blitz «Medioevo» della Direzione distrettatuale antimafia di Bari e dei carabinieri. Notarangelo è ritenuto il capo dell’omonimo clan che la farebbe da padrone nella zona di Vieste.
La Dda chiedeva l’arresto di 19 garganici accusati a vario titolo di mafia quali affiliati al presunto clan Notarangelo; traffico di droga diretto sempre dal principale indagato del blitz; vari episodi di spaccio; estorsioni per l’imposizione della guardiania in strutture viestane; ricettazione e usura. Il gip di Bari ha accolto parzialmente le richiesta della Dda dispondendo 7 arresti per singoli capi d’imputazione (estorsioni per imporre la guardiania e ricettazione); ordinando l’obbligo di dimora per un ottavo indagato; rigettando la richiesta d’arresto per altri 11 indagati. Angelo Notarangelo – che nell’inchiesta è indagato per mafia, traffico di droga, estorsione e usura – è stato arrestato «soltanto» per due tentativi di estorsioni relativi all’mposizione della guardiania, aggravate dalle finalità mafiose. Il presunto boss, difeso dall’avv Francesco Santangelo , ha risposto alle domande del gip relative ai due capi d’imputazione per i quali è stato arrestato e si è detto innocente. Quanto all’accusa di aver cercato d’imporre la guardiania in un primo villaggio turistico, l’indagato ha detto di non aver mai avuto contatti con la vittima; relazione alla seconda imputazione analoga- guardiania in un lido Notarangelo ha detto che svolgeva il lavoro di custode con la precedente gestione dello stabilimento e chiese ai nuovi gestori se fossero interessati a proseguire nel rapporto senza che se ne fece più nulla. L’avv. Santangelo ha presentato ricorso al Tribunale della libertà per chiedere la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare.