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Il binario che non c’è. Ministero: iter veloce per la Termoli-Lesina

«La procedura per la approvazione definitiva del progetto di raddoppio dei 35 chilometri del tratto ferroviario da Termoli a Lesina, l’unico rimasto ad un solo binario sull’intera dorsale Adriatica (di 800km.) potrebbe trovare un iter privilegiato rispetto ai tempi previsti per le grandi opere». In particolare: una volta redatto, il nuovo progetto (per la cui realizzazione si prevede una spesa di 550 milioni di euro) potrebbe essere sottoposto alle procedure di approvazione direttamente nella versione «definitiva» come prevede la Legge Obiettivo e superare così i passaggi «preliminari» previsti per i «progetti preliminari». Tempi previsti in questo caso: nove mesi un anno.

Ad ipotizzare questo scenario il funzionario del ministero delle Infrastrutture, Giuseppe Mele, lo stesso che da due settimane fa – dopo l’inchiesta della Gazzetta è stato delegato dal ministro a seguire la vicenda per conto della «Struttura tecnica di Missione».

Dopo il via libera dei due ministeri competenti (quello dell’Ambiente e dei Beni culturali), della Commissione generale di Via e di Rfi (Rete Ferroviaria italiana) per una nuova soluzione progettuale che salvaguardasse le esigenze di tutela paesaggistica (su 35 km, solo 6 km di binari verrebbero spostati rispetto al tracciato attuale), per questa mattina al ministero è previsto l’incontro tecnico tra gli assessorati ai Trasporti di Puglia e Molise, le due Regioni interessate all’intervento.

Una riunione nel corso della quale le due Regioni dovrebbe semplicemente «ratificare» l’ipotesi di massima approvata nel corso dell’incontro del 5 maggio scorso dai due ministeri e da Rfi. Soluzione che prevede lo spostamento dalla costa verso l’autostrada, di un tratto di soli 6 km di binario, compreso nei territorio tra Campomarino e il Fortore. La restante parte, circa 27 chilometri di nuovo binario, verrà realizzata in affiancamento all’attuale tracciato, adiacente la costa (come chiedeva Rfi). Una soluzione diversa da quella originaria, che è rimasta nel cassetto per questi lunghi otto anni che prevedeva invece un’opera in affiancamento all’attuale tracciato per un costo 380 milioni di euro.

Con questa nuova soluzione (come in parte chiedeva il ministero) viene, dunque, tutelato il paesaggio e le aree boschive ma soprattutto evitato che lo spostamento dell’intero tracciato ferroviario verso l’autostrada (come invece proponeva il ministero per i Beni culturali) provocasse un impatto ambientale ben più grave per il tratto costiero da preservare. Il costo presunto della nuova proposta si aggirerebbe sui 550 milioni di euro, a fronte dei 380 milioni previsti dallo studio di fattibilità di Rfi e del miliardo e mezzo di euro della soluzione più radicale (tutto il tracciato spostato verso l’autostrada) del ministero.

Il nuovo progetto di massima affidato a Rfi che conterrà la soluzione concordata verrà presentata in un prossimo incontro che si terrà entro la fine di questo mese.

«Oggi – ha spiegato Mele – faremo un altro passo in avanti». Nella attesa del progetto del raddoppio Termoli-Lesina, il capogruppo del Pd, Antonio Decaro dopo «l’ottimo lavoro svolto dalla Gazzetta sul raddoppio» – dice – adesso dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione, per dare un nuovo slancio al nostro sistema dei trasporti».
FRANCO GIULIANO