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Le condizioni del lavoro a Vieste

Riceviamo e pubblichiamo

 

È evidente che l’offerta occupazionale a Vieste è inferiore alla richiesta. Dalla metà degli anni 60’, con l’inizio dei lavori di costruzione del “Centro Vacanze Pugnochiuso”, si apriva per la nostra città un percorso di speranza di un avvenire migliore, non solo per la maggiore occupazione bensì per l’intera economia locale viestana. La realizzazione del Centro Vacanze infatti ha garantito un periodo occupazionale abbastanza lungo. Ciò ha comportato benessere per moltissime famiglie. Successivamente, con la sua andata in funzione, cioè con l’inizio della attività turistica, l’occupazione per moltissimi uomini e donne aumentò ulteriormente. In seguito furono realizzati anche il “Centro Vacanze Gattarella” e l’ “Hotel Pizzomunno”.
Noi tutti dobbiamo riconoscere a quegli imprenditori innanzitutto che avevano capito che il territorio di Vieste, con le sue bellezze naturali, ben si prestava allo sviluppo turistico e, in secondo luogo, che erano onesti, in quanto i loro dipendenti venivano trattati come operai con la “O” maiuscola. Veniva loro corrisposto infatti tutto quanto previsto dal Contratto Collettivo di Lavoro. Di conseguenza, tutti quei dipendenti hanno maturato il diritto ad una pensione dignitosa.
Con il passare degli anni, il turismo a Vieste è cresciuto come offerta di posti letto. Sono stati realizzati moltissimi alberghi e campeggi, trasformati successivamente in villaggi per una migliore offerta agli ospiti che arrivavano nella nostra città per trascorrere un periodo di riposo. Detta trasformazione fu possibile grazie alla Legge n°3 che permetteva agli imprenditori di apportare, giustamente, miglioramenti alle vecchie strutture. La stessa legge prevedeva che, al momento del rilascio della concessione edilizia, i richiedenti si impegnassero ad aumentare il numero dei dipendenti. La verità è che le promesse non sono state mantenute. Io non conosco quante siano effettivamente le unità occupate; potrebbero saperlo i rappresentanti delle istituzioni se solo fossero interessati. Tutti sappiamo invece in che modo vengono trattati le operaie e gli operai che lavorano nel settore. Molti lavorano in nero e con salario inferiore a quanto dovuto. Con il passare degli anni diminuiscono sia la durata del rapporto di lavoro che il numero delle unità occupate. Tutto ciò è riscontrabile nella riduzione del numero delle domande di disoccupazione. Ma vi è di più!
Diverse ditte fanno firmare ai dipendenti un contratto che prevede la giusta retribuzione, compresa la liquidazione di fine rapporto, ma molti lavoratori non percepiranno quando dichiarato. Ne consegue che, al momento della dichiarazione dei redditi, il lavoratore è tenuto a pagare per somme non percepite. A dire il vero vi sono delle eccezioni, e per fortuna alcune ditte trattano i loro dipendenti in maniera dignitosa. La causa dell’alto numero di disoccupati e della mancata applicazione delle tariffe sindacali, a parere di molti risiederebbe nella presenza di lavoratori stranieri. Vorrei replicare ai tanti che non è così. Anni addietro, quando non vi era la presenza dei lavoratori stranieri, a mia memoria le tariffe sindacali non venivano rispettate. Mi piace ricordare ai tanti “amici” lavoratori che, quando a Vieste era presente l’organizzazione sindacale, nei momenti di grande disoccupazione, si organizzavano manifestazioni per il lavoro; addirittura, in certe occasioni, ci si riuniva in assemblea presso la sala consigliare del Comune (sempre in maniera civile). Tutto questo allo scopo di sollecitare gli amministratori a fare tutto ciò che è possibile per l’occupazione. Purtroppo, quello che era il maggiore sindacato della città, non è più presente, perciò gli unici ad avvantaggiarsene sono gli imprenditori, i quali fanno fronte comune nel considerare i loro dipendenti alla stregua di oggetti. Il modo in cui vengono trattati i lavoratori nella nostra città è, a dir poco, vergognoso. È comunque da elogiare chi opera nei Patronati, che offrono un servizio utile ai lavoratori, almeno dal punto di vista del disbrigo delle pratiche assistenziali. Mi permetto a questo punto di fare un appello agli operai di Vieste. Le lamentele individuali non sono efficaci, non risolvono il problema del mancato rispetto dei diritti. È necessario che i lavoratori si organizzino sindacalmente per far valere i loro diritti. Non posso non essere critico nei confronti dei dirigenti delle forze politiche di Vieste, soprattutto di quelle che storicamente sono state dalla parte del mondo del lavoro. Con rammarico devo constatare che anche i figli degli operai che, con lotte e sacrificio, hanno permesso loro di studiare, una volta raggiunta una situazione di agiatezza, si mostrano del tutto insensibili ai problemi del lavoro e non sono disponibili a dedicare un minimo di tempo per essere presenti tra i “figli del popolo”. Se ne ricordano invece alla vigilia dei vari appuntamenti elettorali, quando ne chiedono la fiducia e, spesso, non a caso, non la ottengono.
Un modesto contributo, che non venga letto però come un amarcord, di una persona che crede nei valori della sinistra, cioè valori come il rispetto del lavoro, della giustizia sociale e della solidarietà. –

Matteo Totaro