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Regione/ Non fai la differenziata? Raddoppiata la Tarsu

Più tasse ai Comuni che restano «colpevolmente» indietro con la realizzazione di piani efficaci di gestione nella raccolta dei rifiuti.

 

 Penalizzate quelle amministrazioni che continueranno a restare indietro quanto a percentuale di rifiuti separati al domicilio dei propri residenti. Dal tono dell’annuncio del presidente Nichi Vendola, e dei suoi assessori Michele Pelillo al Bilancio e Lorenzo Nicastro, alla Qualità dell’ambiente, pare che stavolta, dopo anni di minacce cadute nel vuoto, la Regione Puglia voglia fare sul serio. Non da domani, però. Da gennaio 2013. Insomma, tempo per adeguarsi ed evitare di incorrere negli strali delle nuove disposizioni in materia di rifiuti, ce n’è. Sperando che stavolta l’accelerata sia decisa perché la tendenza degli ultimi quattro anni, tranne rari casi d’eccellenza (i comuni dell’Autorità per i rifiuti Brindisi 2 e il Comune di Monteparano), è stata piuttosto alla stasi che alla crescita sensibile dei volumi di rifiuti finiti nelle filiere (plastica con la plastica, carta con la carta, vetro con vetro) della differenziata. Per intendersi, dal momento dell’approvazione della legge (che ora passa al Consiglio per la discussione in commissione e all’Aula) cambieranno i criteri di calcolo per l’ecotassa che i Comuni versano alle discariche all’atto dello sversamento dei rifiuti e che ha riflessi sulla Tarsu, la tassa rifiuti urbani pagata dai cittadini.

Dal primo gennaio 2013 le nuove aliquote passerebbero da 0,0150 euro per kg (per i rifiuti solidi urbani non differenziati) a 0,02582 euro per chilogrammo. Questo è il ricarico massimo possibile. Per incorrere in questa «punizione», i Comuni devono aver fatto la raccolta differenziata male al punto da non rispettare nemmeno uno dei quattro indicatori di efficienza previsti dal disegno di legge: l’ade guamento dei contratti di servizio che non raggiungono le percentuali previste di raccolta differenziata, l’elevata qualità della frazione organica raccolta, l’elevata qualità della raccolta imballaggi e l’e levata qualità del sistema di monitoraggio e controllo della raccolta differenziata.

In particolare i comuni che non raggiungeranno il 30% di raccolta differenziata pagheranno il massimo (25,82 euro a tonnellata), chi si assesterà dal 30 al 40% con un solo indicatore di qualità pagherà 22,59 euro a tonnellata, chi rispetterà due indicatori pagherà 19,77 euro. A quota superiore del 40% di differenziata, l’aliquota passa a 11,62 euro a tonnellata. Con tre indicatori di qualità, sempre oltre il 40%, si pagheranno soli 5,8 euro. Al raggiungimento del 60% e con tutti gli indicatori a posto, si pagherà solo 2,9 euro a tonnellata: con un risparmio notevole per i comuni e quindi per i cittadini virtuosi.

«Ci sarà quindi un fondo – spiega l’assessore Nicastro – che premia i Comuni virtuosi, trasferendo loro risorse prese dai Comuni non in regola. L’atto di indirizzo che abbiamo approvato prevede inoltre il commissariamento per gli Ato che presentino criticità nella gestione della differenziata, ad oggi ferma a poco più del 20% in tutta la Regione. Solo un terzo dei 250 comuni ha presentato progetti per la differenziata spinta: ci spiace, ma nonostante le ingenti risorse messe a disposizione del territorio, sono ancora troppo pochi i progetti esecutivi».

L’assessore Pelillo ha ricordato invece che «la Regione spinge sulla raccolta differenziata, cerca i cambio di passo e per farlo, muove la leva fiscale. Abbiamo messo a disposizione prima ingenti risorse, che però finora sono state insufficientemente utilizzate. E allora parte la leva fiscale: ci sarà un sistema premiale e incentivante per i Comuni virtuosi che sostanzialmente si vedranno azzerata l’ecotassa e di converso anche la tarsu. La tariffa sarà più alta per i comuni meno efficaci e meno attivi. Lo spazio temporale del Ddl è fino al primo gennaio 2013 perché il sistema ha bisogno di un monitoraggio intermedio per Ato e Comuni, in modo da poter applicare le nuove aliquote con certezza».

GIUSEPPE ARMENISE