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Ad Accadia la prima centrale di idrogeno

Nascerà ad Accadia, comune dell’Appennino Dauno al confine con l’Irpinia, la prima centrale d’Italia che produrrà idrogeno. L’idrogeno prodotto in Capitanata servirà ad alimentare i mezzi pubblici di Taranto e Napoli, due tra le città italiane a più alto tasso di inquinamento. A lanciare l’esperimento è la Fondazione H2U – The Hydrogen University, ormai convenzionata con tutte le università di Puglia. Il primo esperimento concreto di economia dell’idrogeno fra la Puglia e la Campania, in collaborazione con i comuni di Napoli, Taranto e Accadia. Lo sviluppo rapido ma caotico delle energie rinnovabili in queste due regioni ha creato, a cavallo fra Appennino Dauno e Irpinia e Sannio un vero e proprio "giacimento" di energie rinnovabili (eolico) non gestito dalla rete elettrica. Lo stesso problema si porrà presto anche in altre zone e anche in relazione al fotovoltaico, ma è già presente in maniera molto consistente nelle località indicate. Si tratta del problema dell’accumulo dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, tipicamente discontinue, problema strategico se si pensa di sostituire seriamente i combustibili fossili. Taranto è forse la città europea che emette più anidride carbonica ed è senz’altro fra le più colpite, in termini sanitari, dai vecchi combustibili fossili, carbone e petrolio. Fra poco più di due mesi il Protocollo di Kyoto, mai decollato, non ci sarà più. Il nuovo accordo che dovrebbe sostituirlo, per ora, non c’è. Gli Stati del pianeta riconoscono che il problema del riscaldamento globale esiste, ma non fanno nulla per limitare drasticamente le emissioni di gas climalteranti. Occorre far partire dalla cittadinanza le nuove tecnologie pulite, con l’ausilio dei Comuni che sono le istituzioni pubbliche più vicine ai cittadini. Oggi i Comuni di Taranto, Napoli e Accadia avviano una importante sperimentazione con H2U, l’Università dell’Idrogeno, fra Puglia e Campania, per realizzare impianti, nel campo della mobilità e del patrimonio edilizio, totalmente puliti, basati sulle energie rinnovabili come fonte primaria e sull’idrogeno come accumulo e vettore di energia. Il progetto operativo prevede di realizzare ad Accadia, dove sono presenti numerosi parchi eolici e dove è presente energia di origine rinnovabile non gestita dalla rete elettrica, un impianto industriale per la produzione dell’idrogeno, in un edificio recintato messo a disposizione dal Comune situato in posizione strategica, si tratta dell’ex carcere ubicato in località Serrone. Questo idrogeno verrà utilizzato in due tipologie di impianti: il settore dei trasporti, a partire dal trasporto pubblico (e quindi distributore di idrogeno e veicoli quali autobus) e il settore stazionario, dove si tenderà a realizzare impianti collegati in isola secondo l’architettura della generazione distribuita e delle nuove reti intelligenti (smart grid). Il calore prodotto dai vari impianti sarà utilizzato in cogenerazione e trigenerazione. Queste tipologie di impianti verranno realizzate ad Accadia (stazione degli autobus e un quartiere urbano), a Taranto (distributore di idrogeno in prossimità della Pineta comunale Cimino e isola centrata sulla Scuola Edile del quartiere Paolo VI), a Napoli (distributore d’idrogeno per autobus e generazione distribuita localizzata sugli impianti sportivi cittadini). Queste attività saranno precedute da un Protocollo d’intesa, dalla realizzazione di un business plan, e avranno carattere sperimentale, con un periodo di sperimentazione di almeno 6 mesi. Altre città e territori potranno aggiungersi alla sperimentazione.

Saverio Serlenga