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Vieste/L’imposta di soggiorno e la tessera Bunga Bungalows del Consorzio turistico Gargano Mare

Riceviamo e pubblichiamo

 

 Perché i cittadini di Vieste devono finanziare i servizi pubblici locali ad uso dei turisti?
            Non sarebbe opportuno tassare i turisti per i servizi pubblici locali utilizzati?
          Perché il Consorzio turistico Gargano Mare “ritiene inopportuna l’introduzione dell’imposta di soggiorno”?
           Perché per la minoranza di sinistra (Pd, Sel) l’imposta di soggiorno “è ingiusta per gli ospiti e dannosa per i lavoratori del settore”?
          Caro lettore, ti presento una breve e irriverente analisi del fenomeno turistico, in versione Voyager, immaginato dal manager della Gattarella Girolamo Notarangelo, dalla direttrice dell’albergo I Melograni Maria Lorusso, dal presidente del Consorzio turistico Gargano Mare avv. Rossella Falcone, dai consiglieri comunali del gruppo “Per un’altra Vieste” (Pd,Sel) dottoressa Annamaria Giuffreda e professor Giuseppe Calderisi.
          La sensazione è che qualcuno si occupi della sostenibilità del turismo a tempo perso. Si contesta una mancata visione generale del turismo, sacrificato all’altare degli interessi individuali la cui somma è inferiore all’interesse sostenibile del turismo, oggetto di parziali osservazioni che non hanno fondamento alcuno. Ritengo sia necessario fare alcune osservazioni e porre degli interrogativi sulle opinioni approssimative, non universalmente valide, riportate recentemente da diversi organi di stampa, di Girolamo Notarangelo, di Maria Lorusso, dell’avv. Rossella Falcone, della dottoressa Annamaria Giuffreda, del prof. Giuseppe Calderisi, sull’imposta di soggiorno introdotta nell’ordinamento italiano dall’art. 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 “Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale”. E’ colpa dei media.
          I pareri e le convinzioni, finalizzati a far emergere i presupposti di ragionevolezza economica e giuridica capaci di alimentare un sano dibattito nell’interesse generale, vanno motivati con fonti autorevoli?
          Seguimi lettore.
          I privilegi ereditari della borghesia turistica nascono nel monopolio territoriale. L’eterno lamento della lobby degli imprenditori turistici, oggi voce femminile e studi alla Luiss, unisce padri e figli della borghesia balneare “nothing inclusive”. La concentrazione d’intenti tra gli imprenditori turistici confluiti nel Consorzio Gargano Mare, finalizzata alla tutela della rendita territoriale, non gradisce l’ingerenza dell’Amministrazione comunale nella formazione del prezzo finale di vendita delle camere. L’imposta di soggiorno è vista come una potenziale erosione dell’aumento dei listini prezzi delle camere delle aziende ricettive. Alla lobby della rendita territoriale non interessa la funzionalità dei servizi del paese; sono abituati a considerare le proprie strutture veri e propri staterelli autonomi danzanti ai ritmi imposti dalle animazioni, tranne quando c’è da richiedere qualche finanziamento regionale o statale. Viva il Golf.
          Incominciamo subito dalla maggioranza in seno al Consiglio Comunale.
Non sarebbe stato utile alimentare un dibattito cittadino sulla sostituzione del criterio della spesa storica (legge 5 maggio 2009, n. 42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale”), sul rispetto del patto di stabilità interno (art. 14 della legge 30 luglio 2010, n. 122 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”), sull’imposta di soggiorno e più in generale sul decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 “Disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale”?         
 La deliberazione (che l’eroico impiegato comunale Ciliberti sta sbobinando a casa tra le maledizioni della moglie che lo vuole tutto per sé) che ha istituito l’imposta di soggiorno è stata accompagnata da una dettagliata relazione tecnica da dove è emersa la giustificazione economica, giuridica, sociale dell’introduzione dell’imposta di soggiorno in un contesto pigouviano molto più vasto?
L’uguaglianza tra residenti e turisti secondo i principi di equità contributiva (principio di universalità, principio dell’uguaglianza nella ripartizione del carico tributario) non dovrebbe essere accompagnata dalla ricerca dell’efficiente gestione delle scarse risorse pubbliche locali?
L’imposta di soggiorno, premesso che nell’obiettivo del legislatore le risorse proveniente dalla fiscalità comunale devono compensare i mancati trasferimenti dello Stato agli enti locali, può ridurre, in un contesto di medio e lungo periodo, il prelievo tributario a carico dei cittadini che finanziano i servizi pubblici locali ad uso dei turisti?
Qual è la logica tributaria delle generose riduzioni ed esenzioni dell’imposta di soggiorno annunciate dalla stampa [“L’imposta si applica fino ad un massimo di 10 pernottamenti consecutivi per viaggi individuali e fino ad un massimo di 3 giorni consecutivi per viaggi di gruppo con almeno 25 partecipanti. Sono esenti dal pagamento dell’imposta di soggiorno: minori entro il quattordicesimo anno di età; gli animatori turistici che prestano l’opera in strutture turistiche della città nonché tutti coloro i quali sono regolarmente assunti in aziende locali che non risultano iscritti all’anagrafe cittadina; portatori di handicap e relativo accompagnatore; gli autisti di pullman e gli accompagnatori turistici che prestano attività di assistenza a gruppi organizzati (l’esenzione si applica per ogni autista di pullman e per un accompagnatore turistico ogni 25 partecipanti); gli stagisti di scuole superiori o università; agenti di viaggio, tour operator, giornalisti, organizzatori di eventi purché dimostrino di appartenere ad una delle categorie di riferimento prima citate (l’esenzione non si applica all’eventuale nucleo familiare). Sono, inoltre, esenti dal pagamento dell’imposta di soggiorno coloro che soggiornano nei periodi dell’anno compresi dal l° gennaio al 14 maggio e dal 16 settembre al 31 dicembre”]?
La Giunta Comunale.
Due domande per gli assessori della maggioranza (la loro competenza è individuata dall’art. 42, comma 2, lettera f), del D.Lgs. 18.8.2000, n. 267):
Quale logica economica, giuridica e sociale sottintende una tassazione così bassa, molto lontana dalla metà tra i limiti previsti dall’art. 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23?
La correlazione tra stelle e pressione fiscale come attuata s’ispira ai principi della tassazione?
          Mi stai seguendo lettore?
          Avv. Rossella Falcone, presidente del Consorzio turistico Gargano Mare. Comunicato stampa del 23 agosto 2011: “Pienone anche a settembre, non c’è bisogno di ridurre i prezzi”. Una settimana dopo, alla vigilia del Consiglio Comunale che avrebbe deliberato l’istituzione dell’imposta di soggiorno, il tono della voce è da Grande Recessione Economica: ”In considerazione del difficile momento economico e delle inevitabili ripercussioni sulla prossima stagione turistica 2012, riteniamo inopportuna l’introduzione dell’imposta di soggiorno che, sommandosi a tante altre imposizioni fiscali che il Governo si appresta a varare, andrà a colpire direttamente il turista, risorsa fondamentale dell’unico comparto su cui si fonda l’economia della nostra città”. E’ dal Giurassico che attraversiamo un “difficile momento economico”, ma le strutture ricettive di Vieste sono sempre piene, vuote sui libri contabili. Se le aziende turistiche raccolte nel Consorzio turistico Gargano Mare avessero i requisiti e fossero quotate in Borsa, gli altalenanti umori della Falcone provocherebbero delle fortissime oscillazioni del corso dei titoli dando luogo a straordinari fenomeni speculativi. State tranquilli, neanche la Falcone prenderà sul serio le sue parole. Gli investimenti continueranno, l’occupazione sarà tutelata (più o meno).
Su quali lavori, dati reali, si basa l’Apocalisse turistica immaginata dalla Falcone per il 2012?
Su quali studi l’introduzione di una piccola imposta (l’ammontare dell’imposta di soggiorno introdotta dal Comune di Vieste dal 2012 oscilla tra 1.00 a 0.60 € a persona per giorno ) provocherebbe la depressione turistica?
Il turismo in generale è così sensibile alla variazione del prezzo delle camere delle strutture ricettive e del reddito disponibile per i turisti?
Per le strutture di lusso non sono altre le variabili che influiscono nella scelta della destinazione turistica e nell’acquisto della vacanza?
Prima di acquistare il pacchetto turistico, la scelta è sulla qualità percepita, immaginata, oggettiva, soggettiva, spesso riferita a momenti storici diversi, trasmessa dal passaparola, dalla Tv, dalla magia di alcuni pionieri del turismo (Enrico Mattei, Rusconi, Di Marca), della destinazione turistica?
Alla luce degli effetti della legge 5 maggio 2009, n. 42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale”) e dell’art. 14 della legge 30 luglio 2010, n. 122 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”, con quali risorse pensa di valorizzare la destinazione turistica, la cui qualità dipende soprattutto dal finanziamento dei servizi pubblici ad uso dei turisti?
Il consorzio Gargano Mare ha ritenuto inopportuna l’introduzione dell’imposta di soggiorno e ha proposto, “qualora l’Amministrazione volesse considerare comunque l’attuazione di detta imposta” una tassazione minima (che oscilla tra 0.80 a 0.30 a persona per giorno) e numerose modifiche:
1.    “l’imposta si applichi dal 15/06/2012 al 31/08/2012 onde favorire la destagionalizzazione necessaria a sostenere i livelli occupazionali delle forze lavoro della città”;
2.    “ che l’imposta si applichi fino ad un massimo di 7 pernottamenti consecutivi per viaggi individuali e fino a un massimo di 3 giorni consecutivi per i viaggi di gruppo con almeno 15 partecipanti;
3.    “che in considerazione della qualità del turismo per lo più familiare si prendano tutti i provvedimenti atti ad incentivarlo quali esenzione del pagamento dell’imposta per minori fino ai 18 anni”.
Quali conoscenze della finanza pubblica del Comune di Vieste ha suggerito una tassazione che oscilla tra 0.80 a 0.30 a persona per giorno e le numerose modifiche?
Le differenze tra le varie modulazioni dell’imposta di soggiorno deliberata dal Consiglio comunale di Vieste e le proposte del consorzio Gargano Mare sono davvero minime e fanno sospettare una regia al ribasso tra comune e consorzio avvallata di fatto dalla posizione della minoranza Pd Sel contraria all’introduzione dell’imposta di soggiorno.
Ma attenzione, lettore. Non perderti! Il listino 2011 prezzi giornalieri a persona dell’hotel Falcone, di proprietà della famiglia Falcone, non tiene affatto conto “della risorsa fondamentale dell’unico comparto su cui si fonda l’economia della nostra città: il turista” (lettera inviata da Rossella Falcone all’Amministrazione e al Consiglio Comunale di Vieste dove si manifesta la contrarietà all’introduzione dell’imposta di soggiorno, si suggerisce una tassazione minima, e si propongono diverse modifiche già elencate). E’ evidente la discriminazione sul prezzo (il listino prezzi comprende diverse modulazioni tariffarie –A,B,C,D,E,F- dove A contiene ulteriori discriminazioni sul prezzo) sulla base di differenze sostanziali della reattività della domanda rispetto al prezzo, relativamente anelastica, sempre più anelastica nei mesi di luglio e agosto. La discriminazione sul prezzo, applicata da tutte le strutture ricettive di Vieste, è intesa in maniera errata. Nel linguaggio e nell’esperienza comune le tariffe applicate nei mesi di bassa stagione mirano a favorire la destagionalizzazione e sono intese come uno sconto praticato alla clientela. Non è proprio così. La discriminazione sul prezzo riflette la disponibilità a pagare dei turisti, diversa tra turisti nazionali ed esteri e per arco temporale di riferimento, ed è finalizzata all’annullamento del surplus del consumatore. Il mercato turistico è generalmente di concorrenza imperfetta (concorrenza monopolistica, che nel breve periodo assume la forma del monopolio,) dove il prezzo finale di vendita è superiore al costo marginale e il venditore si appropria sempre di più del surplus del consumatore. Lettore approfondisci con me, ma prima fai una pausa. La conferma del ragionamento viene dal listino prezzi dell’hotel Falcone (in realtà dagli studi universitari). Supplemento singola da 15 a 30 €. Supplemento pensione completa: 10€ a persona al giorno. Per i periodi di festività nazionale e/o ponti in genere, s’intendono validi i prezzi del periodo b (53€ invece che 48). Per i soggiorni limitati al week end, maggiorazione del 10% sui prezzi di mezza pensione. Soltanto le camere ristrutturate dispongono di cassaforte, aria condizionata, frigobar, alcune con balcone e vista mare ma sono su richiesta e prevedono un supplemento. La culla (infant 0-2) è extra: 10 € al giorno. Chiediamo tutti insieme all’avv. Rossella Falcone:
Perché l’hotel Falcone pratica la discriminazione sul prezzo?
Che tipo di mercato riflette il listino prezzi dell’hotel Falcone?
Quali sono le conseguenze economiche per il turista e della discriminazione sul prezzo e della tipologia di mercato?
Forza lettore!
Ti presento la discriminazione sul prezzo del periodo A: il prezzo a persona al giorno in camera non ristrutturata, mezza pensione, fino al 17.06 e dal 03.09, è pari a 48€ (supplemento singola 15€). 53 € per i periodi di festività nazionale e/o ponti in genere, ecc. Il listino prezzi dell’hotel Falcone non prevede sconti per i pernottamenti per viaggi individuali oltre il settimo giorno consecutivo e i pernottamenti per viaggi di gruppo con almeno 15 partecipanti oltre il terzo giorno consecutivo. Non è previsto nessuna riduzione “long stay”. I minori fino ai 18 anni pagano la tariffa intera; riduzioni sono previste se il 3° o 4° letto è aggiunto (in camera doppia, su richiesta su tariffe HB) e per il piano famiglia: 2 adulti + 2 bambini entro gli 11 anni nella stessa camera pagano 3 quote adulti in mezza pensione (esclusi periodi E-F).
Perché il listino prezzi dell’hotel Falcone non riflette le modifiche dell’imposta di soggiorno (già elencate) proposte da Rossella Falcone?
Perché ai turisti esentati dall’imposta di soggiorno non sono praticati sconti?
Mi spiego meglio: se Rossella Falcone vuole favorire la destagionalizzazione con i prezzi al ribasso, perché ad es. non prevede nella struttura di famiglia sconti per i pernottamenti per viaggi individuali oltre il settimo giorno consecutivo e i pernottamenti per viaggi di gruppo con almeno 15 partecipanti oltre il terzo giorno consecutivo?
Ovviamente le considerazioni fatte per l’hotel Falcone valgono per tutte le strutture ricettive. Ad es,, il listino prezzi del Residence Club In prevede il servizio spiaggia (1 ombrellone + 2 lettini), obbligatorio (€100,00 a settimana). Il villaggio turistico La Defensola prevede la tessera Club obbligatoria (€35.00). Queste rigidità nel prezzo sono praticabili per le considerazioni che ho fatto circa la domanda e la tipologia del mercato turistico generalmente poco orientato alla concorrenza perfetta.
Lettore non mi abbandonare!
          Sentiamo Girolamo Notarangelo, studi in Svizzera, validissimo manager aziendale ma con una scarsa visione collettiva del fenomeno turistico: ”Il problema è che la legge permette (che inizio!, roba da far venir un infarto a Napolitano e alla mia professoressa di diritto costituzionale; ) al comune di istituire questa tassa. Ritengo che non sia giusto fare pagare al turista le mancanze delle amministrazioni comunali. Non è un problema del turista se un Comune chiude in rosso. E non capisco neanche perché debba gravare sul turista che viene a Vieste la proposta di attività ricreative o culturali, o il potenziamento di servizi pubblici. E’ illogico che siano loro a dover pagare per avere eventi o concerti in estate, devono essere i commercianti a proporre iniziative per attrarre turisti e ospiti, che poi ripagano attraverso i consumi quell’offerta”. La legge non è mai un problema, perché è espressione della sovranità popolare (art. 6 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, 1789, non ieri). Quanta sicurezza! “Ritengo, è illogico”. “E non capisco”. Grazie a mia nonna, se non studia la giurisprudenza della Corte Costituzionale!
Quale norma della Carta Costituzionale prevede l’omogeneità della situazione tributaria dei soggetti residenti rispetto a quella dei soggetti non residenti?
Quale sentenza della Corte Costituzionale ha sancito l’ingiustizia subita dai soggetti non residenti chiamati a concorrere al finanziamento dei servizi pubblici locali e alla tutela del patrimonio ambientale e culturale locale da loro usufruiti?
        La minoranza di sinistra Pd, Sel. A parere dei consiglieri Giuffreda e Calderisi, l’imposta di soggiorno è ingiusta per gli ospiti e dannosa per i lavoratori del settore.
Quali vincoli costituzionali sono stati compromessi dall’imposta di soggiorno?
Quale sentenza della Corte Costituzionale ha affermato la violazione dell’art. 3 della Costituzione ad opera dell’imposta di soggiorno?
Quali principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario sono stati violati dall’imposta di soggiorno?
Su quale evidenza empirica l’introduzione di una piccola tassa provocherebbe danni al settore turistico?
La sinistra non dovrebbe tutelare tutti i cittadini?
L’ICI e la TARSU non sono finalizzate alla ricerca dell’equa ripartizione del carico tributario tra residenti e turisti. I presupposti dell’ICI e della TARSU sono diversi rispetto al presupposto dell’imposta di soggiorno. Prova gentile lettore a leggere di seguito i relativi presupposti (art. 1 del D.Lgs. 504/92, art. 62 del D. Lgs. 15 novembre 1993, n.507, art. 4 del D. Lgs.14 marzo 2011, n. 23) e scoprirai che soltanto l’imposta di soggiorno è pagata in base al presupposto di essere turisti.
“Un nuovo sistema di parcheggi” costituisce davvero  una risposta efficiente e completa al finanziamento di servizi collettivi locali usati da residenti e turisti?
Non mollare adesso lettore perché c’è Maria Lorusso.
          Leggo Maria Lorusso e mi prenoto una visita neurologica alla Casa Sollievo della Sofferenza: “Tassare l’ospite che già fa i conti con i centesimi quando è in vacanza, se non gli si offre poi qualcosa in cambio, è un’operazione controproducente per il turismo”. A guardarla non sembra così depressa. Hotel i Melograni, 4 stelle. Il listino prezzi 2011 non è proprio per turisti che fanno i conti con i centesimi. La tessera Club è “obbligatoria dal 04/06 al 03/09 e si paga in loco (vorrei vedere): ¤ 38,00 a persona a settimana dai 13 anni compiuti (6-13 anni ¤ 28,00 a settimana). Comprende: utilizzo della piscina con lettini (disponibili gratuitamente fino ad esaurimento), palestra, surf, canoa, tiro con l’arco, ping-pong, utilizzo biciclette, animazione, servizio spiaggia con 1 ombrellone, 1 lettino e 1 sdraio a camera. Servizio spiaggia ¤ 8,00 a camera/giorno quando non compreso nella tessera club”. Ragiona lettore: dal 04/06 al 03/09, la tessera è obbligatoria e non garantisce il lettino in piscina. Anche se il turista non fa sport, paga la tessera Club. Anche se il turista non preferisce l’ombrellone, il lettino e lo sdraio, paga sempre la tessera Club. Non hai capito allora: è obbligatoria. Ora, se il turista fosse davvero attento ai centesimi come dice Maria Lorusso, pensate davvero che accetterebbe di pagare la tessera Club (in loco)?
Ci manca soltanto la tessera Bunga Bungalows, obbligatoria, per le potenziali prestazioni amorose (queste non obbligatorie) che potrebbero nascere nell’affollatissima ipercementificata struttura alberghiera.
Chieda alla proprietà, tanto per iniziare, nell’interesse esclusivo dei turisti ospiti presso l’Hotel i Melograni (lasci stare i cittadini) la provenienza dell’incredibile fetore di merda che si sente dalla spiaggia inclusa nella tessera Club obbligatoria da 38€ da pagare in loco.   
Rimane la curiosità di studiare i listini 2012 delle strutture ricettive, in primis quello dell’hotel Falcone. Qui, mi permetto di suggerire al sindaco dottoressa Ersilia Nobile, le deduzioni sono elementari. Nell’interesse generale.
Rilassati lettore. Ma turati il naso!
          Da piccolino mi dicevano mai di pisciare contro vento. Era facile intuire il perché. Imparai subito. A nord di Vieste, estate 2011, una lunghissima scia di merda parte da un punto preciso della costa, si spinge al largo e, magia delle correnti, ritorna nello stesso punto di partenza. I turisti hanno fatto il bagno nei loro bisogni o nei bisogni dei turisti precedenti. Poi hanno cambiato spiaggia ma hanno pagato il conto. Tace Manzionna, tacciono i soci del Crovatico. A punta S. Francesco lo show è ormai routine da tempo immemore. I Notarangelo dell’hotel Merinum rimangono in silenzio. Rossella Falcone tace. Parlare di merda non piace ai ricchi che fingono di tutelare i bisogni dei turisti per conservare la loro rendita territoriale.
          Grazie lettore. Complimenti.
 
 
Un giovane laureato di Vieste
Lazzaro Santoro