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Vieste/ Trovato cadavere in stato di decomposizione (12)

Ucciso e gettato nel torrente per una ragazza.Lupara bianca a Vieste, la vittima è Mafrolla: una lite prima di sparire nel nulla. Il giovane era incensurato. Si allontanò da casa per incontrare qualcuno.

 

  Le sensazioni dei carabinieri e dei residenti erano giuste. Michele Mafrolla è morto, anzi è stato ucciso ed è entrato nella lunga lista di vittime della lupara bianca sul Gargano. Tre giorni fa il ritrovamento del cadavere in avanzato stato di decomposizione, in contrada Valle del Palombaro, una zona impervia e deserta di macchia mediterranea che collega Vieste a Mattinata. Il corpo era in una scarpata che terminava con il letto di un torrente, a circa quindici metri di profondità. Era vestito con una t-shirt viola, un paio di jeans e una cintura e probabilmente gli animali selvatici hanno fatto scempio del suo corpo. I genitori di Mafrolla, il ragazzo di 27anni di Vieste scomparso il 23 luglio scorso, si sono precipitati nel luogo del ritrovamento e non sono riusciti a vedere il corpo. Poi il trasporto agli Ospedali Riuniti di Foggia per un ispezione cadaverica. Nei resti di Mafrolla c’erano anche frammenti di piombo. Questo significa che il ragazzo potrebbe essere stato ucciso con un colpo d’arma da fuoco e poi buttato nel letto del torrente. Nei pressi del corpo sono state trovate anche scarpe da ginnastica di colore rosso, ma non apparterrebbero al ragazzo. Scoperta l’identità del cadavere, la mamma della vittima è stata colta da malore: aveva già capito che non avrebbe rivisto suo figlio vivo, ma non avrebbe immaginato di non poter salutarlo neanche per l’ultima volta da morto, visto che del suo corpo è rimasto davvero poco. «Torno subito, ci vediamo a cena», aveva detto il giovane ai genitori, per poi sparire nel nulla. La sera stessa in contrada ‘Calma’ nei pressi di un residence, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, era
stato ritrovato lo scooter di Michele con il casco regolarmente appeso al manubrio. Il ragazzo non aveva mai avuto a che fare con la giustizia, era incensurato e conosciuto come una persona abbastanza tranquilla, molto attaccata alla madre e alla compagna 17enne. Nei giorni precedenti alla sua scomparsa era stato contattato da un altro ragazzo che aveva bisogno di chiarire qualcosa e non si sa se questo incontro sia realmente avvenuto. Pochi giorni fa, Michele sarebbe diventato padre, anzi patrigno, visto che la sua compagna 17enne Michela era incinta di una bimba. Il giovane era consapevole del fatto che la piccola non fosse sua figlia, ma non se ne curava. La procura di Foggia ha disposto l’esame del dna affinché la sicurezza dell’identità del corpo sia totale. Al momento sono stati effettuati solo alcuni esami esterni e radiologici, come la tac mentre sono stati prelevati capelli e resti di materiale organico presenti all’altezza dell’addome per estrapolare il dna della vittima.

Piero Russo
La Repubblica