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Puglia/ 300mila minori in povertà uno su cinque si ferma alle medie

L’infanzia a rischio nel rapporto di Save The Children che fotografa la situazione anche nella nostra regione: solo il 5 per cento dei bambini fino a 2 anni frequenta un asilo pubblico; il 23,4 per cento dei ragazzi lascia la scuola. Cresce il numero degli obesi.

 

 In Puglia è inadeguata la disponibilità di asili nido, pari al 5%; è alto l’abbandono scolastico, al 23,4%; 229.000 minorenni vivono in povertà, e il 56,5% di famiglie non può permettersi una settimana di ferie: i dati sono contenuti nella seconda edizione de L’Atlante dell’infanzia (a rischio) in Italia diffuso oggi da Save the Children, alla vigilia della Giornata dell’Infanzia. Il rapporto contiene oltre 150 pagine e 80 mappe che restituiscono moltissime informazioni sulla condizione di bambini e adolescenti del nostro paese: dalle città e territori in cui vivono, alla povertà minorile, dagli spazi di verde e di gioco disponibili, all’inquinamento urbano, dalla dispersione scolastica alla spesa sociale e servizi per l’infanzia.

Pochi asili nido – Sono 10 milioni 229 mila i minori in Italia, pari al 16,9% del totale della popolazione: di essi quasi 740.000 – pari al 18,1% della popolazione regionale – vivono in Puglia. Una regione che resta tuttavia "a prevalenza anziana", con una presenza maggioritaria di over 65 rispetto agli under 18, pari a 125,2 ogni 100 minori. Per quanto riguarda i servizi all’infanzia, la Puglia si colloca in una zona bassa della classifica: per esempio per gli asili nido si attesta al 5% (percentuale di bambini fra 0 e 2 anni presi in carico dai nidi pubblici), a fronte del 29,5% dell’Emilia Romagna ma anche del 3,5% della Calabria.

La dispersione scolastica – Un percorso, quello che inizia con l’asilo e prosegue con la scuola primaria e secondaria, che tuttavia si interrompe per ben il 23,4% dei giovani pugliesi: un dato che fa della Puglia la terza regione, sopra a Sicilia e Sardegna, per numero di "early school leavers", ragazzi e ragazze tra i 16 e i 24 anni che hanno conseguito soltanto l’attestato di scuola secondaria di I grado e che non prendono parte ad alcuna attività di formazione. E tra i fenomeni di dispersione il rapporto segnala la fuoriuscita dal percorso scolastico degli iscritti al primo anno delle scuole secondarie di ii grado (licei, tecnici, professionali, eccetera): il 12,3%, più di 1 su 10 degli studenti, interrompe la frequenza e non si iscrive all’anno successivo. I territori in cui il rapporto tra esclusione sociale e fallimento formativo emerge in maniera più drammatica sembrano essere quelli delle aree metropolitane del sud: le zone di Napoli, Caserta, Palermo, Bari, Taranto, Cagliari, Reggio Calabria, Catania registrano abbandono scolastico in età molto precoce e percentuali di mancata iscrizione e marcata dispersione molto elevate negli istituti professionali e tecnici. Da questo punto di vista, la scuola italiana non appare in grado da sola di promuovere la mobilità sociale e l’emancipazione dei ragazzi appartenenti alle fasce più deboli della popolazione.

Le situazioni di povertà – E anche in Puglia ci sono minorenni che vivono in povertà relativa: sono 229.000, appartenenti a famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media. E se non sono povere sono tuttavia "deprivate" quel 56,5% di famiglie con figli che hanno dichiarato di non potersi permettere neanche una settimana di ferie. Significativo – secondo Save The Children – anche l’indicatore relativo al Sud Italia dove l’5,8% e il 14,7% delle famiglie con figli minorenni ha dichiarato, rispettivamente, la difficoltà a "fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni" e a potersi pagare le cure mediche.

L’obesità – In Puglia aumenta il numero dei bambini obesi. In base a una ricerca di CCM-Istituto Superiore di Sanità del 2010, è la Campania la regione con la più alta percentuale di bambini obesi (20,6% nella fascia di età della terza elementare), seguita da Calabria (15,4%) e Puglia (13,6%) a fronte del 9,2% della media nazionale. L’Atlante si sofferma anche sulle condizioni di salute e sugli stili di vita dei minori italiani rilevando come – grazie a un’alimentazione abbondante e a stili di vita diversi – rachitismo e gracilità siano problemi ormai relegati ai libri di storia ma, in compenso, ha fatto la sua comparsa l’obesità: si stimano in 1 milione e 100.000 i bambini sovrappeso, di cui quasi 400 mila obesi.